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NBA 2K17 – Recensione

Publisher: 2K Games Developer: Visual Concepts
Piattaforma: PS4 (disponibile anche per PS3) Genere: Basket Giocatori: 1-7 (Online: 2-10) PEGI: 12 Prezzo: 59,99 € PS4/49,99 € PS3

“Il talento ti fa vincere una partita. L’intelligenza e il lavoro di squadra ti fanno vincere un campionato.”
Michael Jeffrey Jordan

Lo sport non è solo calciare un pallone con i piedi. Lo sanno meglio di tutti gli americani, che da anni fanno del basket uno degli sport di punta, seguito da milioni di persone anche grazie ad una lega, la NBA, ricca di campioni e di spettacolo. La pallacanestro, peraltro, sta diventando sempre più di moda anche nell’italico stivale, tanto che alcuni nostri talenti sono stati “rapiti” dagli USA. Ecco perché NBA 2K17, titolo 2K Games dedicato al basket, ha un sapore ancor più speciale.

Tutti in campo

La prima cosa che colpisce fin da subito avviando NBA 2K17 è la scelta degli sviluppatori di creare un gioco di basket profondo ma accessibile a tutti. Durante l’installazione della grande mole di dati infatti sarà possibile prendere confidenza con il titolo sfruttando un tutorial chiamato 2KU, che ci permetterà di ingannare costruttivamente l’attesa abituando i novizi allo stile del gioco e mostrando ai veterani le novità introdotte dai ragazzi di Visual Concepts.

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L’aspetto che prima di ogni altro risalta ad una prima occhiata sono le nuove animazioni, che renderanno le partite virtuali in tutto e per tutto simili a quelle reali. La riproduzione dell’aspetto dei giocatori, gli scontri fisici e le movenze sono quanto di più realistico possiate trovare in un videogame, segno ovviamente che 2K non ha voluto fermarsi dopo l’ottimo capitolo dello scorso anno ma anzi alzare l’asticella per offrire un’esperienza ancora migliore.

Ad ulteriore testimonianza di ciò troviamo un sistema di tiro completamente rivisitato, che premierà l’abilità ma anche il tempismo e permetterà ai giocatori più esperti di eseguire tiri apparentemente impossibili, aiutati magari anche dal rivisitato Pro Stick che ci farà tracciare la traiettoria del nostro tiro sfruttando la levetta analogica, sistema più tollerante che in passato e dunque più accessibile.

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Tutte queste novità potranno essere sfruttate sul campo nelle varie modalità di gioco tipiche della serie, che fanno il loro trionfale ritorno anche in NBA 2K17, per la gioia dei fan della saga.

Solo contro tutti

La prima grande novità di NBA 2K17 è sicuramente la rivoluzionata MyCareer, che ci permetterà di creare un nostro alter-ego digitale che dovrà farsi spazio nel mondo del basket professionistico, passando da giovane promessa a campione affermato.

Rispetto al precedente capitolo infatti i ragazzi di Visual Concepts hanno abbandonato la pesante trama che coinvolgeva in grossa parte la vita al di fuori del rettangolo di parquet per concentrarsi su quello che è davvero importante. Dopo aver creato, con un ricchissimo editor, un giocatore quanto più simile a noi (o dissimile, a seconda dei nostri gusti) dovremo infatti decidere il nostro ruolo secondo una serie di archetipi: dimenticatevi i giocatori factotum adatti ad ogni ruolo, ora ogni cestista avrà uno stile di gioco ben delineato e sarà più forte in determinate situazioni, meno in altre.

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Una volta pronti all’avventura faremo, proseguendo con la storia, la conoscenza di figure più o meno importanti per la nostra carriera: il nostro agente ci proporrà contratti più o meno vantaggiosi, la nostra ragazza ci sosterrà nei momenti difficili (forse) e Justice Young sarà il nostro fido gregario che, se saremo abbastanza affini con lui, potremo anche controllare durante la partita.

Oltre a queste interessanti novità, che aggiungono pepe ad una modalità già molto ricca, troviamo conferme dalla passata stagione, come ad esempio la possibilità di usare il nostro giocatore nel MyPark, ancora più competitivo, la possibilità di eseguire allenamenti speciali per attirare l’attenzione del coach e molto altro ancora.

Adesso comando io

Squadra che vince non si cambia, ed ecco perché al fianco della MyCareer torna trionfale anche la modalità MyGM, che ci mette invece nei panni di un allenatore di basket, lasciando in disparte il campo per concentrarsi maggiormente sul lato manageriale.

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Anche in questa modalità il team ha voluto dare molte conferme, come la possibilità di gestire in maniera approfondita l’off-season ed il mercato in generale, introducendo però anche fattori “imprevisti” come ad esempio riunioni con la dirigenza, modifiche al regolamento e persino aggiunte o modifiche al numero di squadre presenti nella lega.

Proprio come accade nell’NBA “reale” infatti potrebbero essere votate modifiche al regolamento oppure aggiunte di team ai 30 già presenti inizialmente, modifica che potremo apportare anche noi fin dall’inizio, fattori che potrebbero spingerci a rivedere in toto le nostre strategie sia di gioco che di mercato. Proprio per quanto concerne le prime, poi, si è scelto di rendere più semplice la simulazione dei match, inserendo la possibilità di decidere l’esatto minutaggio di ogni giocatore della nostra squadra e persino i momenti esatti del match in cui tali cestisti dovranno entrare in campo.

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Tutto ciò rende decisamente più semplice resistere a tutte le partite della stagione ed offre una piacevole variante a tutti coloro che non si accontentano di giocare il basket sul campo ma ne vogliono vivere ogni sfaccettatura, dentro e fuori, prima e dopo.

Album di figurine

Se siete degli amanti di tutti gli sport avrete sicuramente provato la modalità Ultimate Team di FIFA, in cui potremo aprire dei pacchetti di giocatori che potranno essere schierati per creare una squadra di campioni. L’idea alla base del MyTeam è pressoché la stessa, con la possibilità di ottenere giocatori da schierare per creare il nostro quintetto ideale.

A differenza delle passate stagioni però, in cui la differenza di valori era così esigua dal rendere quasi superflue le scelte, in NBA 2K17 i valori dei giocatori sono stati completamente rivisti, così come anche le migliorie che si otterranno schierando determinati giocatori in coppia, migliorando affiatamento ed abilità.

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Come accade nel rivale calcistico di Electronic Arts sarà possibile prendere parte a tutta una serie di eventi online che ci permetteranno di competere in sfide brevi ma poco remunerative, prove speciali per ottenere determinati giocatori e completare alcune collezioni oppure giocare nelle divisioni e, dopo un lungo cammino, arrivare a premi decisamente commisurati allo sforzo, a patto ovviamente di essere sufficientemente bravi da spuntarla sui nostri avversari.

Se a questo aggiungiamo la rinnovata modalità BlackTop, che darà ora accesso a giocatori causali ma di valore minimo oro, e soprattutto un comparto online che 2K Games è finalmente riuscita a rendere stabile, possiamo senza dubbio affermare di essere davanti ad una modalità che riuscirà ad appassionare anche i più scettici ed i più restii a giocare in rete.

Furbo come una volpe

In tutto questo turbinio di modalità abbiamo volontariamente trascurato la parte forse più importante dell’intero gioco, ossia l’Intelligenza Artificiale. Pur essendo infatti fondamentale creare le giuste modalità di gioco, è anche necessario condirle con avversari che sappiano regalarci sfide impegnative non impossibile.

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Ecco perchè Visual Concepts ha lavorato a fondo sulla scalabilità del titolo, passando da una difficoltà semplice adatta a quasi tutte le tasche per arrivare a sfide all’ultimo secondo scegliendo di giocare contro l’IA settata al massimo. Il fatto che, rispetto a quanto visto in passato, gli avversari invece di diventare infallibili diventino più furbi e soprattutto dei maestri della tattica generano nel giocatore la sensazione che i rivali siano sì forti e preparati, ma non imbattibili.

Questo concetto, che sembra scontato, è invece la base per creare un titolo sportivo pressoché perfetto, visto che difficile non deve coincidere con impossibile. Se poi a questo uniamo le già citate modifiche ai tiri, una fisicità completamente rivisitata e sostanziali modifiche alla difesa, con nuove mosse per rubare il pallone all’avversario e soprattutto fattori che influenzeranno il controllo come il palleggio con mano forte o debole, è facile intuire che NBA 2K17 è un titolo che riesce a calzare su ogni giocatore come un guanto, dando modo a chiunque di trovare la sfida adatta a lui.

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A completare il tutto troviamo dei giocatori che, come già detto, sono quanto più simili possibili alle loro controparti reali, rendendo quindi perfettamente distinguibili i vari Curry, Irving e tutti gli altri campioni di questo sport. La grafica, unita ad animazioni fluide e pertinenti alla situazione, contribuiscono a rendere la simulazione ancora più veritiera, una vera gioia per gli occhi e per le orecchie, visto anche il comparto audio impeccabile.

I fanatici infine non potranno non apprezzare tutto ciò che fa da corollario ai match, come i pre e post partita, la scelta degli MVP e le statistiche complete di ogni giocatore, con l’unica pecca che i cronisti trasmetteranno le informazioni nella sola lingua inglese, il che, nonostante i sottotitoli nel nostro idioma, farà perdere un po’ di magia al tutto. Nulla ovviamente che possa far dimenticare la magnificenza del titolo ma in mezzo a cotanta perfezione anche i piccoli nei si notano.

Trofeisticamente parlando – Come MJ

Chi avesse avuto modo di provare il precedente capitolo della serie (magari ottenuto gratuitamente tramite PlayStation Plus) saprà che con il basket non si scherza. Anche la lista trofei di NBA 2K17 infatti richiederà sudore e sangue per arrivare alla tanto ambita coppa di Platino. Nulla verrà lasciato al caso, ogni modalità dovrà essere completata al meglio e si dovrà essere in grado di padroneggiare le tante meccaniche di gioco anche solo per sbloccare i più semplici bronzi. Se vi sentite pronti ad un’impresa titanica, fatta di almeno 100 ore sui campi di basket, allora potete cimentarvi nell’ottenimento del Platino di questo NBA 2K17.

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Stefano Bongiorno
Nato e cresciuto in cattività, il giovane Stefano è stato svezzato a latte in polvere e Nintendo, cosa che lo ha portato con gli anni a dover frequentare svariati osteopati a causa delle deformazioni alle mani causati dall'uso di pad rettangolari. Oggi ha una certa età e scrive per il Bit, non perché abbia una scelta, ma perché altrimenti il boss Dario lo fustiga con le copie invendute di Digimon All-Star Rumble. Nel tempo libero si dedica occasionalmente al suo lavoro di commesso di telefonia e soprattutto alla caccia al Platino, con scarsi risultati.

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