Watch Dogs – Bad Blood – Recensione

Dopo circa cinque mesi dal travagliato debutto di Watch_Dogs, finalmente arriva sul PlayStation Store la prima espansione: il nome è Bad Blood e l’intento è quello di dare un’occhiata a Chicago da un altro punto di vista.

Non è un paese per hacker

Oltre al cambio cromatico dal blu al rosso, infatti cambia anche il protagonista che non è più l’imperscrutabile Aiden Pearce, bensì la sua spalla Raymond Kenny, in arte T-Bone. Rey è un personaggio diametralmente opposto, estroverso, scanzonato e dalla battuta pronta (vi basti sapere che la prima cosa che si trova nel suo covo è una testa d’alce che, una volta hackerata, racconta barzellette). Queste sue caratteristiche sono in grado di smorzare molto le tensioni che si andranno a creare attorno al personaggio, in modo tale da non suscitare troppa ansia nel giocatore, come invece accadeva nella storia dedicata ad Aiden, nonostante i presupposti fossero, per certi versi, più blandi.
La storia è ambientata diverso tempo dopo la fine dell’avventura nel gioco base. T-Bone è come al solito nei pasticci contro la Blume, ma ha deciso di darci un taglio e staccare un biglietto di sola andata per Miami. Durante la sua fuga, però, inciampa in Tobias Frewer, lo psicopatico che ha “aiutato” Aiden ad accedere al Bunker. I due erano colleghi quando lavoravano per conto della Blume per costruire il cOS, ma quest’ultima ora li vuole morti. Gli avvenimenti porteranno T-Bone a scoprire che il suo vero nemico è in realtà Default (si, il sosia di deadmau5): in un colpo solo Ubisoft riesce a riportare sotto i riflettori due dei personaggi più interessanti del mondo di Watch_Dogs, i quali non avevano trovato sufficiente spazio nella storia originale.

Chi ha tempo non perda tempo

Le dieci missioni che compongono questo DLC si susseguono in rapida sequenza, spesso inframmezzate da strategiche galoppate da una parte all’altra della mappa al solo scopo di allungare l’intrattenimento. Non è difficile completare il tutto nell’arco di cinque o sei ore, ma lasciarsi dietro le missioni secondarie sarebbe anche in questo caso un peccato. La base di gameplay è identica alla versione base, con le sole differenze che T-Bone non ha un manganello, ma un taser e un’enorme chiave inglese che sfoggia gloriosamente sullo zaino. La più grande novità, se così la si vuol chiamare, è Eugene: si tratta di una piccola automobile radiocomandata in grado di stordire i nemici, la quale darà un leggero twist alle classiche situazioni di stallo. Un’altra introduzione significativa sono le telecamere di sicurezza collegate a mitragliatori (o anche lanciagranate): finalmente potremo difenderci durante un attacco facendo il giro delle telecamere e sparando alle spalle dei nemici. In generale il tutto viene buttato per lo più su sparatorie furibonde, lasciando in pochi spazi lo shealth più puro: il che non è un male, visto che T-Bone comunque ha le sue buone ragioni per imbracciare un fucile.

Pulizia Coop

Le missioni secondarie sono nominate “Pulizia delle strade” e vengono eseguite per conto di un contatto nella polizia. A conti fatti non sono molto dissimili da quanto visto cinque mesi fa, ma in questo caso le sfide hanno una scadenza, al termine della quale si riceverà un compenso in base alla piazzamento in classifica mondiale.

È anche possibile, finalmente, giocare queste missioni in compagni di un altro giocatore, rendendo il tutto ancora più interattivo e divertente. Per il resto si possono intraprendere alcune piccole missioni di investigazione, limitandosi giusto a quest’ultima. Purtroppo il tutto è separato a chiusura stagna dal gioco base, quindi dovrete ricominciare tutto da capo (tranne alcune Abilità che saranno sbloccate di default), quasi come se l’intera espansione fosse stata concepito come prodotto stand alone.