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NieR: Automata salvò PlatinumGames dal fallimento

NieR: Automata è certamente una delle sorprese in positivo fra i videogiochi usciti durante questo 2017 (come potete leggere nella nostra recensione ): le due milioni di copie distribuite parlano da sé, il titolo è stato un successo tale da sorprendere gli sviluppatori stessi, che senza di esso avrebbero potuto rischiare il fallimento.

Questa confessione emerge da un’intervista rilasciata a GameInformer da Yoko Taro, il quale ha innanzitutto parlato di come siano iniziati i lavori per il gioco:

Dopo che abbiamo rilasciato Drakengard 3 penso che tutti fossero stanchi dei giochi che avevo fatto sino ad allora e non volevo davvero lavorare più. Stavo pensando che sarei dovuto semplicemente andare, nascondermi fra le montagne e vivere il resto della mia vita come un eremita o qualcosa del genere. E così successe che il signor Yosuke Saito, che era ovviamente un po’ stanco dopo il suo lavoro su Dragon Quest, decise di darmi un’altra possibilità con qualcosa di simile a NieR. Ecco come avete potuto vedere alla luce un nuovo NieR; non sono ancora sicuro di come sia successo.

Yoko Taro non ha potuto fare a meno di spendere qualche parola in merito a quanto affermato dal cofondatore della società, Hideki Kamiya, secondo il quale proprio questo gioco avrebbe appunto salvato tutti dal fallimento:

Credo che in parte sia lui a essere gentile nel parlare così con noi. Credo che dovremmo ringraziare molto tutto il team di sviluppo. Era davvero una grande opportunità per loro, mostrare ciò che abbiamo e credo che questo li abbia portati a un livello due o tre volte superiore. Penso che abbiano fatto un lavoro davvero brillante.

Pertanto, in conclusione, viene da chiedersi: questo grande successo porterà allo sviluppo di un altro nuovo titolo? Ne abbiamo parlato in questo articolo al quale vi rimando per scoprire che cosa pensano gli sviluppatori stessi di questa possibilità.

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Maria Enrica
Grata dal 1994 ai videogiochi per sopperire a pigrizia e mancanza di fantasia, è stata svezzata da mamma Nintendo, allevata da Sony fin dalla prima PlayStation, cresciuta con un pad in mano e il Game Boy Advance nell'altra. Laureanda in Lettere classiche, avversa ai videogiochi in digitale, sogna per questo una casa dove custodire una collezione degna di tale nome.