Star Wars Battlefront II avrebbe dovuto confermare e rinnovare il gameplay riuscitissimo del primo capitolo, introducendo nuove modalità e diverse migliorie a partire dalla campagna giocatore singolo, passando per nuovi eroi, scenari mozzafiato e tante altre novità.
Il problema, però, è che fin dall’inizio (e ne abbiamo parlato parecchio in questi mesi) , il gioco è stato massacrato dagli utenti per le famose loot box, questione che ha contribuito allo scarso successo commerciale piazzando le vendite circa il 60% sotto quelle del predecessore, pur trattandosi inequivocabilmente di un degno seguito.
Di mese in mese gli sviluppatori hanno cercato di riparare al danno fatto, fino a rimuovere completamente le microtransazioni e a bilanciare il gameplay, aggiornamento dopo aggiornamento. Patrick Soderlund, che attualmente ricopre l’incarico di vicepresidente esecutivo di Electronic Arts, ha provato ha spiegare in breve le ragioni di quanto accaduto:
Penso che quando gestisci una grande squadra, in qualsiasi ambito, devi sapere che non tutto ciò che fai avrà successo. Quando le cose non vanno come pensavi, devi essere umile e confrontarti con te stesso per capire cosa è successo, in modo da imparare per la prossima volta. In Star Wars Battlefront II abbiamo sperimentato un cambiamento che però non ha funzionato ed è successo perché, a posteriori, abbiamo capito di aver preso decisioni che non avremmo dovuto prendere. Electronic Arts e gli sviluppatori non intendevano creare una slot machine o prendere soldi dalle persone, anche se questa era la percezione del pubblico.
[…] della lunga intervista a Patrick Soderlung pubblicata su The Guardian, si è parlato, oltre che del mancato successo di Star Wars Battlefront II, di una realtà molto interessante chiamata EA […]