Home ConsoleNews PS4Wolfenstein II: The New Colossus, tutto sull’ucronia e guida alle armi

Wolfenstein II: The New Colossus, tutto sull’ucronia e guida alle armi

Bethesda, ultimamente, ci sta dando dentro con approfondimenti, interviste e simili a proposito dei propri prodotti. Oggi ci concentriamo sull’ucronia di Wolfenstein II: The New Colossus, in uscita questa settimana; scopriremo di che cosa si tratta e su cosa si basa, strizzando l’occhio a letteratura e cinema.

Nel caso vogliate qualcosa di più… concreto, vi rimandiamo alla guida alle armi che è possibile consultare sul blog del publisher, condita da numerose immagini e curiosità (oltre a qualche piccolo spoiler). Oltre ad armi nuove di zecca, Wolfenstein II prevede la possibilità di usare liberamente due armi contemporaneamente e di personalizzarle con una serie di modifiche.

Totalmente ucronico!

“Ucronia”: etimologicamente, questa parola significa “non tempo” (particella negativa “u”, seguita da “chronos”, tempo). L’ucronia rappresenta un genere narrativo basato sulla riscrittura della storia partendo da un evento che nella realtà ha avuto esiti diversi. Questo è quanto accade anche in The New Colossus, ambientato in una realtà alternativa in cui il nazismo regna supremo sul mondo. Benvenuti in Amerika…

“E se…?”

Il mondo della fantascienza ha sempre frequentato l’ucronia. Nei videogiochi costituisce un ottimo espediente per presentare i periodi storici del passato sotto una nuova luce, suscitando l’interesse del giocatore. Ma anche nella letteratura e nel cinema l’ucronia non è affatto una novità. Ecco una serie di esempi, riguardanti il solo caso della Seconda Guerra Mondiale:

La svastica sul sole

Scritto nel 1962, questo romanzo di Philip K. Dick è ambientato in un mondo in cui le potenze dell’Asse sono emerse trionfanti dalla Seconda Guerra Mondiale. La storia si svolge nella parte degli ex Stati Uniti adesso sotto il controllo giapponese. Lì circola la voce che un misterioso autore abbia scritto un libro in cui sono stati gli Alleati a vincere la guerra! Eric Henriet: “Un’opera fondamentale per gli amanti dell’ucronia che abbiano già familiarità col genere e una buona conoscenza della storia”.

Fatherland

Film del 1994, basato sull’omonimo romanzo di Robert Harris. Il Reich tedesco ha trionfato sugli Alleati in Europa, ma gli Stati Uniti hanno sconfitto il Giappone. L’azione si svolge in piena guerra fredda tra il Reich e gli Stati Uniti. Eric Henriet: “Il romanzo perfetto per chiunque sia nuovo del genere. Tanto il libro quanto il film possono essere seguiti senza avere conoscenze particolarmente approfondite del periodo storico. È anzi possibile apprendere molto da essi”.

Bastardi senza gloria

Distribuito nel 2009, questo film di guerra del regista Quentin Tarantino narra la storia della vendetta di una giovane ebrea la cui famiglia era stata uccisa dai nazisti e del piano di un gruppo di soldati americani di origine ebraica giunti in Europa per uccidere quanti più nazisti possibile. Eric Henriet: “In questo film Tarantino non tiene i fatti storici in grande considerazione e usa anche parecchie scorciatoie. E’ un’opera basata più sull’atmosfera e sulla visceralità delle emozioni che sul concetto di ucronia vero e proprio”.

La trasformazione dei libri di storia, nei videogiochi e nei film

E se la storia avesse avuto esiti differenti? E se nel 1943 la battaglia di Stalingrado fosse stata vinta dalle forze di Hitler, o se lo sbarco in Normandia fosse fallito? Tutte le opere ucroniche partono da questa domanda: “E se…?”, ma poche affrontano conseguenze inquietanti quanto quelle di un diverso esito della Seconda Guerra Mondiale.

Sentiamo cosa ha da dire al riguardo Eric Henriet, specialista e autore di opere ucroniche.

E’ vero che le storie alternative basate sulla Seconda Guerra Mondiale intrigano le persone più di quelle basate su altri eventi storici?

Si tratta sicuramente di un periodo molto “affascinante”, tanto per gli scrittori di fantascienza quanto per gli storici. Secondo me ciò è principalmente dovuto al fatto che si tratta dell’evento bellico mondiale più vicino alla nostra generazione. Visto da un’ottica ucronica, la Seconda Guerra Mondiale è stata un conflitto basato sul movimento e sulla velocità, in cui molte cose sarebbero potute andare diversamente. L’esito della guerra dipendeva da tanti piccoli dettagli, che avrebbero potuto facilmente prendere una piega diversa. Viviamo in un’epoca particolare, in cui la morte e le ideologie come il nazismo rischiano di essere sminuite dalle giovani generazioni; per questo riscrivere la storia e il ruolo di coloro che sono usciti sconfitti dal conflitto risulta sempre affascinante, nei videogiochi come nel cinema e nella letteratura.

Come si creano ucronie di qualità?

Bisogna anzitutto comprendere che l’ucronia non rappresenta mai una forma di negazione. Per uno storico, l’ucronia deve perciò essere credibile. Storicamente parlando, dev’essere fondata. In generale, per creare una storia alternativa gli storici modificano soltanto uno dei parametri storici, indagando le conseguenze dell’impatto che quella modifica potrebbe avere nelle settimane o nei mesi successivi (raramente si spingono oltre). Naturalmente, nulla impedisce a un autore di introdurre un elemento romantico nella propria opera, andando al di là della natura prettamente storica dello scenario creato per conferire alla sua realtà alternativa una qualità narrativa.

Cosa offre allo spettatore la realtà alternativa?

Quando si tratta di fiction e non di un semplice saggio storico, al lettore, al giocatore o allo spettatore l’ucronia offre principalmente la possibilità di evadere dal mondo in cui vive. La storia alternativa dà anche molto materiale su cui riflettere a tutti coloro cui piace analizzare gli effetti della storia sui popoli e sulle persone. Se l’esito della Seconda Guerra Mondiale fosse stato differente, cosa avrebbe significato questo per me, i miei genitori, i miei nonni? L’ucronia può assumere anche una valenza molto personale. Infine, il modo in cui s’interpreta una storia ucronica dipende molto dall’individuo, dalla sua sensibilità e dalla sua conoscenza degli eventi storici.

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Dario Caprai
Non capisce niente di videogiochi ma, dal momento che non lo sa, continua a parlarne, imperterrito. Tanto è vero che il tempo preferisce passarlo a scrivere, a leggere, a vedere un film, a seguire e praticare sport, a inveire per il fantacalcio, a tenersi informato su tecnologia e comunicazione piuttosto che con un DualShock in mano. In tutto questo è, però, uno degli admin di PlayStationBit da tempo ormai immemorabile.