Bard’s Gold – Recensione

Sviluppatore: Publisher: Piattaforma: Genere: Giocatori: PEGI: Prezzo: Italiano:

Publisher: Erdem Sen Developer: Pixel Lantern
Piattaforma: PS4 (disponibile anche su PS Vita tramite Cross-Buy) Genere: Platform 2D Giocatori: 1 PEGI: 3 Prezzo: 5,99€

Ti ricordi come erano i giochi una volta? Quando i platform avevano quel nonsoché di magico? E no, non mi sto riferendo semplicemente alla grafica pixellosa o alle colonne sonore anni 90. C’era qualcos’altro. I giochi avevano un’anima che si lasciava scoprire poco per volta. Ci giocavi ancora, ancora e ancora, diventando sempre più bravo. Alla fine, diventavi capace di sconfiggere nemici, boss e superare livelli che inizialmente pensavi non saresti mai riuscito a completare.
Ecco perché abbiamo creato Bard’s Gold. Vogliamo ricreare quell’atmosfera magica e riportare i giocatori di fronte alle sfide del passato.

Queste le parole rilasciate da Erden Sen e dalla moglie Jenny alle pagine del PlayStation Blog US poco prima dell’uscita del gioco sulle console Sony. Niente male come dichiarazione d’intenti, vero? Per molti nostalgici questa citazione potrebbe, e a buon ragione, valere da sola il prezzo del biglietto. Per tutti coloro che, invece, non hanno ben presente quei cosiddetti “giochi di una volta” o semplicemente vogliono sapere qualcosa in più sul primo titolo dei Pixel Lantern, uno studio composto solo ed esclusivamente dai coniugi Sen, beh, siete nel posto giusto!

Bard's Gold 1

Alla ricerca del tesoro

Lo spunto narrativo di Bard’s Gold si consuma durante la semplice schermata iniziale: un malvagio Goblin ha rubato il tesoro che apparteneva alla famiglia del protagonista da generazioni intere. L’intrepido Bardo si lancia dunque all’inseguimento del ladruncolo, ma i due finiscono all’interno di un pozzo magico che trasporta entrambi in un pericoloso mondo popolato da mostri poco amichevoli e diaboliche trappole. Riuscirà il nostro intrepido eroe a rientrare in possesso della refurtiva? Scopritelo voi stessi!

Che il substrato narrativo sia così debole non deve stupire, considerate sia le dichiarazioni sopra, sia le fonti di ispirazione del gioco che spaziano da Rick Dangerous a Rainbow Islands, ma questo, lo sottolineiamo fin da subito, non è affatto un problema. In un periodo in cui siamo letteralmente sommersi da walking simulator, come i titoli Telltale, che puntano tutto sulla qualità della sceneggiatura, dimenticandosi spesso e volentieri a quale medium essi appartengono, la reazione dei Pixel Lantern, così come quella di altri prima di loro, è stata quella di sbarazzarsi quasi completamente della componente narrativa, per rimettere (giustamente?) sul trono il legittimo Re: sua maestà “Gameplay”.

Bard's Gold 4

Attento a dove metti i piedi! 

Bard’s Gold è un Platform 2D che combina abilmente sessioni acrobatiche/esplorative e fasi di combattimento con potenti e imprevedibili nemici. Compito ultimo di ogni livello è quello di trovare una chiave d’oro, aprire una porta e passare allo scenario successivo entro un tempo limite, al termine del quale inizieranno a cadere dal soffitto delle palle infuocate che renderanno ogni secondo extra della vostra permanenza un vero inferno.

Il tasso di sfida si assesta decisamente sopra la media di molti giochi recenti, ma senza portare mai a momenti di frustrazione tipici di altri titoli indie. E’ vero, in Bard’s Gold si muore che è un piacere e per di più non è nemmeno presente un tutorial che spieghi, almeno brevemente, le meccaniche di gioco o la funzione degli oggetti che potrete acquistare nello shop presente in alcuni livelli, ma grazie all’esperienza che acquisirete run dopo run, potrete, con grande soddisfazione, far fronte a tutte queste difficoltà. Eh sì, perché se da un lato ogni partita vi renderà più abili nel saltare un ostacolo o più attenti nel capire dove non appoggiare i piedi, dall’altra avrete anche modo di memorizzare i punti critici dei vari livelli. Il mondo di Bard’s Gold si compone, infatti, di 4 macro-aree, ciascuna delle quali prevede 6 livelli e una boss-fight finale per essere portata a termine. Ad ogni partita gli schemi che affronterete verranno scelti casualmente tra un totale di oltre 100 (25 circa per ogni area) e questo, oltre a donare ad ogni run un sapore unico, consente ai giocatori di prendere confidenza con le parti più ostiche, il che, se ci pensate, è davvero una gran fortuna se paragonato a quanto accade nei Rogue-Like duri e puri in cui i livelli sono generati proceduralmente.

Bard's Gold 3

All’interno di ciascun livello, inoltre, si nascondono decine di segreti segnalati da dei piccoli luccichii che saranno visibili solo a patto di avere nell’equipaggiamento gli occhiali magici acquistabili nello shop in-game con le gemme raccolte. Il problema degli oggetti e dei power up è che essi scompaiono ad ogni morte e questo vi metterà spesso di fronte a scelte difficili del tipo: “meglio tirare dritto verso la fine del livello dopo aver potenziato completamente un’arma o rischiare di perdere tutto pur di raggiungere un libro magico?”

Ehi, fermi tutti! Chi ha parlato di libri magici?

Giusto, ci siamo dimenticati di parlare della piccola componente GDR presente!

Rimediamo subito: ogni volta che vi ritroverete di fronte alla schermata del Game Over avrete modo di spendere le gemme raccolte (ovviamente a patto di non averle usate nel negozio) per potenziare permanentemente delle abilità attive, come la distanza e la frequenza di lancio dei pugnali, o per conferire al giovane Bardo dei bonus passivi come l’iniziare l’avventura con lo scudo attivo o con un numero maggiore di vite.

Queste 12 skills andranno però sbloccate soddisfando dei particolari requisiti mai esplicitati dal gioco e proprio per questo motivo sarete spinti ancora di più ad esplorare fino all’ultimo centimetro quadrato di ogni scenario.

Ultimo, ma non ultimo, il gioco consente di affrontare l’avventura in 3 modalità differenti: la prima è quella “Classica” in cui al termine di ogni 7 livelli si sblocca un checkpoint da cui ripartire nelle run successive. Segue la modalità “Retrò”, del tutto simile a quella precedente se non per la maggior quantità di salute dei nemici e il ridotto numero di vite nostre iniziali. Chiude il trio la voce “Rogue-Like” in cui non è presente nemmeno l’ombra di un checkpoint e in cui i colpi subiti dai nemici non ci uccidono subito, ma vanno ad intaccare un contatore di vite che se raggiunge lo 0 ci riporta direttamente all’inizio del gioco.

Insomma, Bard’s Gold è un gioco tanto divertente quanto profondo, capace di garantire, come minimo, una decina di ore di intrattenimento.

Bard’s Pixels

Costato ben 18 mesi di fatiche, Bard’s Gold si difende ottimamente anche sul fronte tecnico, omaggiando i titoli di fine anni ’80 e inizio anni ’90 con una deliziosa veste grafica in Pixel Art e una godibile colonna sonora.

Gli scenari sono ben caratterizzati e spaziano da antichi castelli a grotte marine, passando persino per l’affascinante Egitto. Discorso del tutto analogo può essere fatto per i nemici che stupiscono per varietà e cura nel design.

Se pensiamo che tutto questo è opera di due sole persone, il risultato è ancor più lodevole; molte produzioni indie che affollano il PlayStation Store dovrebbero sicuramente prendere esempio.

Bard's Gold 2

Trofeisticamente parlando: un magro bottino…

Bard’s Gold presenta solamente 13 trofei nel suo elenco, suddivisi in 9 bronzi, 3 argenti e 1 oro, le cui richieste spaziano dal completare il gioco una volta al trovare tutti i libri magici.
Certamente un bell’incentivo ad esplorare il titolo al 100%, ma nulla di troppo accattivante per i nostri cacciatori di trofei più accaniti.

VERDETTO

Difficile, ma appagante. Immediato, ma profondo. Bard's Gold è un piccolo e grazioso omaggio ai Platform 2D di vecchia scuola, senza fronzoli e orpelli inutili, che conquista i giocatori con un solido e assuefacente Gameplay. Una volta presa confidenza con il suo mondo pieno di pericoli e segreti, difficilmente riuscirete a staccarvene prima di averlo esplorato fino all'ultimo centimetro. Ore di divertimento garantite ad un prezzo davvero irrisorio, difficile chiedere di meglio. Consigliato!

Guida ai Voti

Giacomo Bornino
Sonaro dalla nascita. Muove i primi passi nel mondo videoludico all'età di 5 anni quando gli viene regalata la PS1; scoprendo Crash CTR e Rayman 2: The great escape nasce quella che diventerà la sua più grande passione: i videogiochi. Lo svezzamento passa per l'era PS2 dove il "Trittico" Jak&Daxter/Ratchet&Clank/KingdomHearts, come una freccia di Cupido, rende indissolubile il suo amore per la materia. Al fianco di queste Pietre Miliari è d'obbligo citare anche l'impareggiabile Dragonball Z: Budokai Tenkaichi 3, compagno di mille e uno battaglie con gli amici, nonché responsabile principale della sua miopia. La piena maturità viene raggiunta con il lancio di PS3, la quale gli permetterà di scoprire e apprezzare più o meno tutti i generi esistenti, da Mirror's Edge a Bayonetta, passando per Uncharted, Heavy Rain e molti altri. Tra le altre cose adora Batman e i supereroi (sì, Batman fa categoria a sé) in tutte le salse, la saga di Matrix e i libri di Chuck Palahniuk.