Color Guardians – Recensione

Sviluppatore: Publisher: Piattaforma: Genere: Giocatori: PEGI: Prezzo: Italiano:

Publisher: Fair Play Labs Developer: Fair Play Labs
Piattaforma: PS4 (cross-buy con PS Vita) Genere: Endless Runner Giocatori: 1 PEGI: 7 Prezzo: 10,99 €

C’era una volta… C’era una volta un tempo in cui i videogiochi erano colorati, brillanti, splendenti. Niente a che vedere con il marron merda militare che spopola ultimamente nelle pupille dei più giovani. Gli sviluppatori di Fair Play Labs, probabilmente delle “vecchie canaglie”, nel senso positivo del termine, ovviamente, hanno tentato, nel loro piccolo, di invertire la tendenza, con lo sviluppo di Color Guardians. A voi il piacere di scoprire di che cosa si tratta!

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Blu, rosso e giallo

Facciamo finta che un giorno Krogma, funereo spettro simile a un pipistrello con una dieta a base di McDonald, venga a casa vostra, e che vi rubi tutti i colori. Facciamo che a voi, la cosa, non sta per niente bene. Infine, facciamo anche che voi siete Rod, Lia e Grock, e che decidiate di partire per un viaggio con l’obiettivo di fare tornare le cose alla normalità. Questa è la “trama”, o come spesso accade in questo tipo di giochi dalla natura arcade, il pretesto, per cui i tre protagonisti affronteranno un livello dopo l’altro. Niente di eccitante, ne converrete, specie quando verso la fine si comincerà a ricordarvi che tanto tempo fa i Color Guardians erano quattro, ma che all’improvviso uno di essi, colpito dall’ingordigia, abbia voluto conquistare tutti i colori, fallendo miseramente. Chissà, a questo punto, chi diavolo potrà mai essere in realtà il cattivissimo Krogma… Vero?
Comunque sia, come detto, le peripezie sono poco più che un pretesto per dare il “la” a Color Guardians, sostanzialmente appartenente al genere degli endless runner, un po’ come quell’Infinity Runner recensito poco fa proprio su queste pagine. Per fortuna, in questo caso, lo sviluppo è andato decisamente meglio. Cinque mondi, composti di dieci livelli ciascuno, con un livello dedicato al boss (sempre lo stesso, il nemico, ma progressivamente più forte) e una manciata di livelli segreti da sbloccare, tre per mondo, a volere essere precisi. Questo è il quadro in cui vi troverete ad agire. Ciò che dovrete fare in questa settantina abbondante di livelli, sarà giungere alla fine degli stessi. Come?

Beh, il personaggio che avrete scelto tra i tre (anzi, quattro, contando quello segreto, purtroppo differenti tra loro solo per l’aspetto) procederà in maniera del tutto automatica, da sinistra a destra del vostro schermo. Tre sono le corsie che potrete solcare per evitare gli ostacoli che si frapporranno tra voi e il vostro arrivo, o anche per raggiungere determinati bonus. Oltre allo spostamento laterale, avrete il controllo sul colore assunto dal protagonista, che potrà diventare blu, rosso o giallo. Prescindendo dall’illogicità di premere il triangolo VERDE e diventare GIALLI, fattore che inizialmente vi manderà in confusione, probabilmente, la cosa ha pesanti ripercussioni sul gameplay, e, anzi, ne costituisce il fulcro stesso visto che differenzia Color Guardians dall’altra miriade di titoli di questo tipo che potete trovare su smartphone e tablet, soprattutto. Infatti per potere interagire con gli oggetti dello scenario utili per avanzare nel livello, dovrete assumere il loro stesso colore: siano essi funghi che vi faranno saltare più in alto, porte da aprire e così via, poco importa, il concetto rimane lo stesso. Avrete anche modo di utilizzare mezzi alternativi “di spostamento”, come una mega elica o l’immancabile carrello, nel mondo delle miniere, mentre peculiarità dei livelli dedicati ai boss rimangono le bombe, da scagliare contro il tanto odiato Krogma.

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Bloodborne è roba per bambini

Quanto detto fino ad ora vi dovrebbe avere convinto del fatto che Color Guardians possegga una buona profondità, in termini di gameplay, almeno istituendo un paragone con altri titoli dello stesso genere. La presenza di un discreto numero di fattori, che incidono sulle meccaniche di gioco, ha permesso agli sviluppatori di potere “sfornare” un titolo dalla difficoltà molto elevata, specie verso gli ultimi livelli. A tratti, Color Guardians assume nettamente la struttura del “trial and error”, e per quanto siate scaltri e di riflessi buoni andrete spesso inevitabilmente verso una fine prematura. Per fortuna gli sviluppatori hanno dotato i livelli di Color Guardians di un buon quantitativo di checkpoint ben distribuiti “strategicamente”, che eviteranno di farvi ripetere sezioni troppo lunghe.

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Nonostante questo è innegabile come si possa riscontrare una forte monotonia di fondo, sulla lunga distanza, sia per quanto riguarda il gameplay, che per quanto possa variare finisce con l’essere troppe volte simile, sia per quanto riguarda il ripetersi delle sezioni più difficili, che dovrete di fatto imparare a memoria per poterle sopravanzare.
Una colonna sonora orecchiabile e una grafica molto colorata, per quanto non dettagliatissima, non riescono a spezzare la (paradossalmente) grigia monotonia di fondo che caratterizza Color Guardians. Da segnalare è la comparsa, dopo avere completato i diversi mondi, di piccoli esseri da scovare per i livelli: una volta trovati tutti quelli di una determinata zona, sbloccherete le aree segrete di cui è parlato sopra. Quello che dovrebbe certamente essere un incentivo alla rigiocabilità, però, non verrà accolto da molti, proprio per il problema principale di Color Guardians, che la maggior parte di voi avrà certamente già dedotto: la monotonia estenuante che coglie il videogiocatore qualora questo si cimenti in una sessione di gioco troppo lunga.

VERDETTO

Color Guardians, specie se giocato su PlayStation Vita (vi ricordo il supporto del cross-buy e del cross-save), potrebbe essere il modo giusto di cominciare l'estate. Si tratta di un titolo frizzante e colorato, che strizza l'occhio al retrogamer anche e soprattutto per il tasso di difficoltà. Peccato per una forte monotonia di fondo, intrinseca al genere di appartenenza stesso, a dire il vero, che però sarà scongiurata qualora assaporiate il titolo a piccole dosi.

Guida ai Voti

Dario Caprai
Non capisce niente di videogiochi ma, dal momento che non lo sa, continua a parlarne, imperterrito. Tanto è vero che il tempo preferisce passarlo a scrivere, a leggere, a vedere un film, a seguire e praticare sport, a inveire per il fantacalcio, a tenersi informato su tecnologia e comunicazione piuttosto che con un DualShock in mano. In tutto questo è, però, uno degli admin di PlayStationBit da tempo ormai immemorabile.