Factotum 90 – Recensione

Sviluppatore: Tacs Games Publisher: Tacs Games Piattaforma: PS4 (disponibile anche per PS Vita) Genere: Puzzle Giocatori: 1 PEGI: 3 Prezzo: 5,99 € Italiano:

La presenza di enigmi e puzzle è spesso uno dei criteri di cui si tiene conto nella valutazione di giochi anche complessi come i tripla A (basti pensare a un qualunque Uncharted, a un Assassin’s Creed, a un Resident Evil). Con l’indie Factotum 90 di Tacs Games, gli amanti dei rompicapo troveranno pura sostanza senza troppo contorno, in un puzzle game vecchia scuola talmente ridotto all’osso nelle meccaniche che ne stanno alla base da configurarsi quasi, mi si passi la definizione, come un gioco mobile un tantino più evoluto. Il risultato, se si guarda agli obiettivi insiti implicitamente in un titolo del genere, è sicuramente soddisfacente, anche se lascia l’amaro in bocca per una certa mancanza di coraggio che avrebbe potuto dare una spinta decisiva verso l’alto.

Poco fumo, tanto arrosto

Factotum 90 scopre tutte le sue carte sin dall’inizio. Durante un viaggio spaziale la nostra astronave entra in collisione con un corpo estraneo. L’incidente danneggia il sistema di alimentazione e ci mette nei guai. L’unica speranza per ripristinare la situazione risiede in due robottini di forma cubica, che si muovono su quattro zampe, cosa che li fa assomigliare a ragni, supportati a distanza da un non meglio precisato personaggio identificato come TACS. Spostandosi attraverso trenta stanze disseminate di rompicapo, i robot dovranno scoprire la causa della collisione e risolvere il problema.

La trama è tutta qui, raccontata a spizzichi e bocconi proprio da TACS. Il nostro contatto di livello in livello ci aggiorna con le sue rilevazioni, arricchendo una storia che, a dirla tutta, è un mero riempitivo per giustificare la mission del gioco. La quale non è ovviamente commuoverci e vincere un premio per la miglior sceneggiatura, ma intrattenerci e costringerci a usare il cervello, cosa che rende perdonabile la fragilità del background narrativo.

L’hub di gioco ricorda un pannello su cui possiamo visualizzare due schermi principali che seguono i nostri robottini all’interno dell’astronave, uno più piccolo che ci trasmette il primo piano del signor TACS e una finestra di testo dove compaiono le sue storie e le sue istruzioni. Queste, sin dal primo livello e per tutta la durata del gioco, ci danno utili consigli per prendere confidenza con i controlli, anche se si tratta di meccaniche talmente intuitive che ben presto procederemo da soli, ignorando le parole del contatto. Lui stesso, mentre ci avviciniamo ai livelli finali, ammetterà di essere diventato inutile e fastidioso (e lo è, specie per un certo umorismo non riuscito che lo rende più che superfluo).

Enigmi, in due è meglio!

Gli enigmi che dobbiamo affrontare sono abbastanza canonici. Si va da grandi pulsanti rossi che regolano il movimento di piattaforme alla raccolta e all’utilizzo di casse (alcune esplosive e quindi di durata limitata) per tenerli premuti; dalla deviazione di raggi laser per attivare meccanismi o far esplodere barili che ostruiscono la via a portali per il teletrasporto, a sistemi di duplicazione che creano un nostro ologramma controllabile dalla distanza per raggiungere posizioni altrimenti inaccessibili.

Ciò che rende godibile il gioco è soprattutto la possibilità di passare istantaneamente da un robottino all’altro, per realizzare quell’interazione che è la sola via di uscita da ogni livello. Questa è rappresentata da una piattaforma, una sorta di montacarichi, da raggiungere con entrambi i robot per passare all’area successiva.

La progressione tra livelli è generalmente bilanciata. Esiste un crescendo, di complessità più che di vera e propria difficoltà, per cui ogni area introduce elementi e interazioni nuove, mantenendo ciò che si era già sperimentato nelle precedenti. Da qui deriva uno dei maggiori pregi del gioco, che riesce a trasmettere un costante senso di soddisfazione per la soluzione del rompicapo con l’uso coordinato dei due robot e delle diverse meccaniche a nostra disposizione. Non correrete mai il rischio di cadere nella frustrazione e di dover cercare guide online.

Avanti, mettimi alla prova!

L’altra faccia della medaglia è legata proprio al livello di sfida. Lungi dall’essere difficile, Factotum 90 rischia a volte di configurarsi come esperienza troppo amichevole. Diversi livelli sono mordi e fuggi, la maggior parte richiedono solo un minimo di attenzione. L’assenza di bivi, vicoli ciechi e tranelli riduce il tutto a un “segui il percorso – studia gli elementi a tua disposizione – combinali – completa il livello”, spesso reso più lungo dalla necessità di spostarsi avanti e indietro con le casse che da una reale difficoltà. Giusto un paio di situazioni richiedono più concentrazione e una pianificazione approfondita, ma ciò non impedisce al gioco di sparare tutte le sue cartucce in tre ore o poco più.

La rigiocabilità è nulla. Finita la storia, esiste la modalità di selezione dei singoli capitoli, ma è poco chiara la sua utilità (escludendo la ripetizione di alcune azioni legate ai trofei). Ci sono collezionabili che rappresentano flussi di dati e che spesso sono collocati su percorsi diversi da quello che conduce direttamente all’uscita del livello, ma non hanno nessuna funzione (neanche un trofeo per la loro raccolta). Un po’ di coraggio e fantasia in più avrebbero potuto partorire una o più modalità per spingere gli utenti a rigiocare i livelli e raddoppiare così la longevità del titolo: una sezione speedrun o l’impostazione di un limite ai passaggi tra robottini, per fare due esempi.

Graficamente Factotum 90 non ha grandi ambizioni, ma riesce a risultare gradevole. Le ambientazioni sono abbastanza ripetitive e si arricchiscono solo dei nuovi elementi di interazione e di qualche dettaglio di arredamento trascurabile. Il gameplay è fluido, i comandi rispondono bene, il passaggio da un robot all’altro è immediato e non si corre mai il rischio di incastrarsi (se dovesse capitare basta premere Cerchio per tornare alla posizione iniziale). Il comparto sonoro lascia un po’ a desiderare, con una musica di sottofondo ripetitiva che diventa ben presto fastidiosa ed effetti audio, compresa la voce di TACS, che sembrano registrati col microfono di un vecchio computer. Ma anche questo non è il fulcro del gioco e può essere perdonato.

Trofeisticamente parlando: un 100% facile facile

I 13 trofei di Factotum 90, che non comprendono il Platino, sono davvero semplici e veloci da ottenere. C’è solo un oro, legato alla storia, mentre tutte le restanti coppe prevedono la ripetizione di azioni. Alcune sono automatiche, altre andranno compiute appositamente, comunque nel giro di 3-5 ore avrete archiviato la pratica.

VERDETTO

Factotum 90 è un titolo che sa divertire e intrattenere e che può garantire due serate di gioco a prezzo decisamente contenuto. Spiace che non si sia spinto l’acceleratore sul numero di livelli o, in alternativa, sulla loro estensione; sul livello di sfida, almeno nei livelli finali; e su eventuali soluzioni per la rigiocabilità.

Guida ai Voti

Jury Livorati
Classe ’85, divido il tempo tra la moglie e i tre figli e le più svariate passioni. Amo la lettura, la scrittura e i videogiochi e recito dal 2004 con l'Associazione Culturale VecchioBorgo. Eterno bambino, amo la vita e guardo sempre allo step successivo, soprattutto se è più in alto del precedente. Sono grato a PlayStationBit per avermi fatto scoprire la (sana) caccia ai trofei e i Metroidvania.