Farming Simulator 18 – Recensione

Sviluppatore: Giants Software Publisher: Focus Home Interactive Piattaforma: PS Vita (disponibile anche per Mobile) Genere: Simulazione Giocatori: 1 PEGI: 3 Prezzo: 29,99 € Italiano:

Ebbene, la mascotte videoludica degli ultimi anni si ripresenta come il nuovo capitolo, immancabile come il film di Natale con Lillo e Greg (ma che paragone è, Giovanni? LOL NdD). Cosa cambia? Che il gioco non è disponibile su home console, e lo è invece per i dispositivi mobili iOS e Andoid, e per le console portatili PlayStation Vita (compatibile con PlayStation TV)  e Nintendo 3DS.

Primo impatto

Farming Simulator 18, al contrario dei suoi predecessori, si pone in modo totalmente differente, come approccio. Non esiste praticamente alcun tutorial, se non un vecchietto con la camicia a quadri (classico emblema del contadino) che espone le basi teoriche di cosa un contadino, appunto, deve fare. Veniamo letteralmente gettati sopra una mietitrebbia, con una mappa piena di icone, e capiamo che dobbiamo arare campi e sfruttare il raccolto tendenzialmente per due funzioni: la prima è la vendita al mercato, per arricchire il nostro patrimonio e poter estendere le nostre proprietà terriere; la seconda consiste nel riempire i silos per rendere la nostra proprietà più ricca di valore e avere le scorte in caso di necessità.

Procedendo con queste semplici premesse, le nostre possibilità si amplieranno molto, potendo acquistare, oltre ai nuovi terreni già citati (nei quali potremo quindi coltivare altre tipologie di frumenti o legumi e diversificare le nostre attività), nuovi macchinari – per un totale di oltre cinquanta, con qui comprese marche del gruppo AGCO – o rimorchi per macchinari; avviare un’attività di allevamento animale – mucche, pecore e, per la prima volta, suini; infine, un vero e proprio mercato di merci con tanto di bilanci e transazioni complete. Insomma, il gioco è sì rilassante, ma per nulla essenziale.

Non ci sono granchi nella fattoria

No, i granchi nella fattoria non ci sono, ma con questo titolo Giants Software ne ha preso uno bello grosso. Il motivo è più semplice di quanto si possa credere: l’obiettivo dell’azienda è cambiato radicalmente rispetto alle controparti per console casalinghe o PC. Essendo il gioco in esclusiva per console o dispositivi portatili, è stata totalmente esclusa la fase di esplorazione in prima persona, in generale della vita “contadina” in città, e l’interazione con le varie persone che popolavano le aree di gioco.

Questo videogioco somiglia più a una applicazione che a un gioco vero e proprio, e si stacca da ciò che la serie aveva sempre rappresentato. A proposito, adesso c’è solo una mappa e, no, non ci sono più NPC, di conseguenza non ci sono più nemmeno le missioni.

Il gioco quindi sarà un semplice alternarsi di fasi lavorative in sella ai vari macchinari; potremo lasciar lavorare un aiutante al posto nostro quando non abbiamo letteralmente voglia di lavorare neanche virtualmente (pagando soldi virtuali), e poi raccogliere i frutti dell’operato.

Almeno è bello da vedere?

Purtroppo, anche la nota relativa al comparto sonoro e visivo è da annoverare tra quelle dolenti di questo titolo. Noi ci concentriamo sulla versione PlayStation Vita, come da tradizione per il nostro sito, e una grafica del genere è totalmente improponibile nel 2017, soprattutto al prezzo a cui il gioco è venduto.

Texture poco curate, effetti di luce e ombre quasi assenti, modelli eccessivamente semplificati, anche per il nuovo scenario americano, e alcuni bug grafici grotteschi fanno di Farming Simulator 18 uno dei peggiori titoli su Vita dal punto di vista grafico di tutto il 2017 (non che la concorrenza sia poi molta, in realtà NdD).

Meglio, ma non troppo, il comparto audio. Le canzoni di sottofondo sono molto piacevoli e orecchiabili, ma sono poche, simili fra loro, e probabilmente troppo “folkloristiche”. Ma il fondo lo si tocca con quello che dovrebbe essere uno degli sforzi principali da parte degli sviluppatori, vale a dire i suoni della mietitura o dei motori dei vari macchinari. Sono praticamente tutti uguali e piatti (dove presenti, dunque raramente).

Nessuno pretende che durante la mietitura passino dei volatili e sporchino il parabrezza del nostro trattore con i loro bisogni, ma neanche possiamo accettare un livello così meschino di cura dei dettagli, quei dettagli che hanno reso la saga celebre in tutto il mondo. Insomma, l’hardware portatile sembra avere comportato numerosi tagli in termini di contenuto e di forma; a trarne vantaggio è stato però il sistema di controllo completamente touch, grazie al quale, con qualche tap, eviteremo di impelagarci in interminabili menù.

Quando giocare a una cosa simile?

In sostanza, Farming Simulator è un gioco pensato per passare quella mezz’ora sull’autobus, o quell’ora a scuola o all’università poco interessante, o per intrattenersi durante la pausa pranzo o ancora prima di andare a dormire. Per i fan della saga sarà una delusione, per chi cerca un passatempo in certi spezzoni della propria quotidianità, sicuramente ci sono alternative migliori, meglio realizzate e soprattutto più accessibili a un pubblico non d’èlite come teoricamente dovrebbe essere quello di un simulatore di fattoria.

Un passo indietro che speriamo possa essere un giro a vuoto senza ripercussioni per quella che comunque è una saga molto amata e giocata nel mondo.

Trofeisticamente parlando: farming, nel vero senso della parola

I trofei di Farming Simulator 18, come ampiamente prevedibile, si sbloccheranno raggiungendo traguardi numericamente importanti. Arare molto terreno, vendere guadagnando tanti soldi, preservare tante risorse, e così via. Il livello difficoltà di questo Platino è letteralmente assente, ma le ore (di noia?) richieste per raggiungerlo sono parecchie.

VERDETTO

Farming Simulator 18 rappresenta un cambio di rotta drastico rispetto allo stile originario che ha sempre caratterizzato la saga, complici i troppi tagli dovuti al porting su meno potenti console e dispositivi portatili. Poco immersivo, tecnicamente impresentabile e con sfaccettature che si assimilano più a un'app che a un videogioco gestionale. I fan della saga, ai quali comunque il gioco è rivolto vista l'assenza di qualsiasi tipo di tutorial, rimarranno delusi; per tutti gli altri, Farming Simulator 18 è un acquisto, purtroppo, sconsigliato.

Guida ai Voti

Giovanni Paolini
Catalizzatore di flame sul web e drogato seriale di fantacalcio, Giovanni vede il videogioco come un'espressione artistica piuttosto che come un mero intrattenimento privo di contenuti significativi. Per questo motivo, ripudia il 90% dei AAA e si tuffa sfacciatamente nel mercato indipendente, rimanendone il più delle volte scottato seppur senza rimorsi. Amante della musica di qualità, delle narrazioni articolate e di design ispirati, si è tuttavia mostrato fin dall'adolescenza ossessivamente attratto dai personaggi femminili antropomorfi, mistici o animati, universalmente conosciuti come waifu. Rappresenta orgogliosamente la vena toscana del Bit.