Prendete un titolo alla Super Meat Boy, spegnete la luce e date in mano al giocatore una spugna piena zeppa di colori. Quello che otterrete sarà INK, titolo indie sviluppato da ZackBellGames. Allora, che altro aspettate? Date un’occhiata alla nostra recensione per scoprire il mondo del coloratissimo gioco preso in esame oggi.
Mamma ho perso i colori
INK è un platform in 2D anche un po’ troppo minimalista, come vedremo più avanti nella recensione, in cui dovremo guidare una sorta di spugna pregna di colore tra le insidie di decine di livelli diversi (75 per la precisione, divisi in tre mondi). La vera particolarità del gioco, che incide sia sul gameplay che sul comparto artistico, è la totale assenza di qualsivoglia elemento nei livelli, almeno inizialmente. Facendo saltare la spugna infatti rilasceremo tanti diversi colori che, infrangendosi sulle varie piattaforme, ci mostreranno la vera struttura del livello.
Fatta eccezione per questa particolarità, il gameplay attinge a piene mani dal già citato Super Meat Boy; difficile che non conosciate il noto titolo di Edmund McMillen, ma due parole per rinfrescarvi la memoria le spendiamo comunque. Come già detto, parliamo di un platform in 2D, caratterizzato da un altissimo livello di sfida. La difficoltà nel controllo del personaggio/oggetto che dà la sensazione di essere sempre scivoloso e le numerose trappole sparse per i livelli accomunano i due titoli, che rimangono comunque diversi per le loro peculiarità. Super Meat Boy probabilmente tocca delle vette di difficoltà che INK non raggiunge, ma, più di tutto, il gioco di ZackBellGames non è stato capace di divertirci come altri titoli del genere, probabilmente a causa dell’eccessivo minimalismo della produzione.
Restando in tema di difficoltà, oltre al sistema di controllo non troppo semplice, una delle principali insidie del gioco sta nell’invisibilità delle pareti. Per questo motivo, dopo aver colorato buona parte del livello (che rimarrà colorato anche in caso di morte) non dovreste avere particolari problemi a passare alla sfida successiva, almeno nella prima parte del gioco. La difficoltà è infatti crescente e nelle fasi finali, tra chiavi da raccogliere ubicate in luoghi difficilmente raggiungibili (che dovrete raccogliere da capo nel caso moriste, invece) e piattaforme mobili, portare a termine i livelli sarà tutt’altro che una passeggiata. Certo, una volta acquisita una buona padronanza del sistema di controllo e dopo aver colorato il livello in questione, le sfide proposte non saranno impossibili da portare a termine, ma richiederanno comunque parecchio impegno (soprattutto se non conoscete e apprezzate già questo genere).
Nemici, extra e modalità
L’altra variabile è la presenza dei nemici, che dovremo obbligatoriamente eliminare per portare a termine il livello. Inizialmente non saranno particolarmente ostici, anzi, seguiranno sempre il loro pattern predefinito di movimento, senza mai cercare di colpirvi. Proseguendo nell’avventura, però, incontreremo anche altri tipi di nemici, come quelli che ci spareranno dall’alto (con un rateo di fuoco sempre crescente, prima puntando sempre nello stesso punto, poi spostando la mira verso di noi) o quelli, più potenti, protagonisti delle boss fight. Soprattutto negli ultimi 20-25 livelli il ritmo del gioco diventa piuttosto sostenuto, con trappole che vi colpiranno da ogni dove.
I contenuti del gioco però si limitano soltanto alla modalità principale e l’unico extra del gameplay è dato dalla presenza di monete collezionabili, nascoste all’interno dei livelli. Se consideriamo poi alcuni difetti, come il fastidiosissimo secondo di fermo che apparirà ogni volta che moriremo (cosa molto frequente, vista la natura del gioco), la morte immediata provocata anche dal tocco dei bordi laterali di ogni livello e qualche imprecisione di troppo nel sistema di controllo, non possiamo fare altro che consigliarvi di ponderare bene l’acquisto di questo gioco, soprattutto a prezzo pieno.
Mi sento ispirato
Come già detto, la vera peculiarità di INK è da ricercare nel lato artistico della produzione. Il comparto grafico e quello sonoro sono a dir poco minimali, eppure con il suo stile e la sua particolarità INK è capace di farsi apprezzare e di catturare l’attenzione del giocatore, anche in sessioni di discreta durata. L’esplosione di colori e la loro unione restituisce un ottimo risultato ed è sicuramente degna di nota, nonostante la semplicità dell’idea.
Trofeisticamente parlando: INKiostro a volontà!
INK offre ai giocatori 16 trofei, tra i quali non troviamo né ori né il famoso Platino. Nonostante l’umiltà delle coppe la difficoltà degli obiettivi sarà piuttosto alta, costringendoci a completare tutti i livelli senza morire o a collezionare tutte le monete nascoste. Per ulteriori dettagli vi rimandiamo all’elenco trofei del gioco disponibile sul nostro forum.