Last Wings – Recensione

Sviluppatore: Vertice Games Publisher: Vertice Games Piattaforma: PS4 (disponibile anche per PS Vita) Genere: Azione Giocatori: 1 (Online: 2-10) PEGI: 7 Prezzo: 6,99 € Italiano:

Da qualche tempo Sony ha cominciato ad aprire le porte della propria console di riferimento al mercato indie. Basti infatti pensare a videogiochi come Salt & Sanctuary, Inside e molti altri. Tuttavia, tra di questi, ci sono anche passi falsi. Last Wings è uno di questi. Vediamolo un po’ più nel dettaglio.

Volare e cantare

In Last Wings non abbiamo una trama, né un indizio che ci dica perché degli aerei si fanno la guerra in degli spazi a metà tra il 2D e il 3D. Appena avviato il gioco, infatti, verremo catapultati con forza nel menù principale. Nessun logo della casa di sviluppo, nessun filmato di introduzione, niente di niente. Potremmo scegliere subito tra due modalità principali: locale o multiplayer, il tutorial, le opzioni o le classifiche online. Nella modalità locale potremo fronteggiare i bot, eventualmente insieme a nostri amici. Nella modalità multiplayer potremo invece sfidare i giocatori del Nord America. Sì, perché l’unico server esistente è quello del Nord America, sebbene il gioco sia disponibile anche in Europa.

L’uomo sogna di volare… ma non così

La prima cosa che il gioco vi propone è, ovviamente, giocare una partita di tutorial. In questa partita impareremo a manovrare il nostro velivolo tramite semplici comandi: R2 per accelerare e sprintare, L2 per frenare e diminuire la velocità, X per sparare, Quadrato per il fuoco secondario, analogico sinistro o tasti direzionali per virare a destra o sinistra.

Il nostro velivolo ha a disposizione due barre: una rossa per la salute e una blu per l’energia. Venendo colpiti, la barra di salute si svuoterà ma sarà possibile ricaricarla in due modi: non facendosi colpire per del tempo oppure raccogliendo il modificatore rosso che apparirà a volte dopo aver abbattuto un aereo nemico. La barra blu, invece, serve per compiere azioni come eseguire lo sprint o sparare, anch’essa potrà essere ricaricata col tempo oppure raccogliendo un altro modificatore che apparirà, anch’esso, a volte dopo aver abbattuto nemico. Non avremo a disposizione nessuna manovra di movimento particolare, dovremmo semplicemente accelerare, andare avanti e virare.

Nonostante i comandi semplici, il gioco risulta quindi essere estremamente lento, sia nelle meccaniche sia per quanto riguarda l’esperienza e il salire di livello. I velivoli si muovono lentamente, sia quando vanno dritti che quando virano. Per salire di livello ci vuole tanto, anche all’inizio, rendendo l’esperienza estremamente frustrante, soprattutto se si vuole sbloccare tutto in fretta.

Una cosa strana è che non sarà possibile personalizzare il nostro aereo senza prima essere entrati in partita. Dovremmo aspettare che la partita inizi per poi premere il tasto Start, accedere al menù e solo adesso personalizzarlo.

Gli sbloccabili sono veramente pochi. Tre modelli di aereo, poche armi e pochi bonus. Come se non bastasse, il tutto risulta essere piuttosto sbilanciato. Alcune armi sono decisamente troppo forti, altre invece sono troppo deboli, alcuni bonus sono completamente inutili, e non recano alcun reale vantaggio in battaglia.

Le mappe sono quattro. Sono tutte anonime e piuttosto spoglie, oltre al fatto che sono tutte quasi uguali tra di loro. Le poche cose che variano, sono le posizioni degli ostacoli volanti, il loro colore e lo sfondo nel background della mappa. Non hanno effetti dinamici particolari, sono tutte statiche e sembrano essere state fatte usando (discretamente) bene paint.

Veniamo adesso alle modalità di gioco presenti. Come detto prima, ci sono quattro modalità di gioco. Il problema è che sono tutte identiche, ad eccezione dell’ultima, di cui parleremo a breve. La modalità Deathmatch è la modalità classica dei giochi d’azione. Saremo da soli, e dovremo combattere contro nove avversari comandati dall’IA, il primo che fa 20 uccisioni vince. La modalità Team Deathmatch è la stessa cosa del Deathmatch, solo che ci saranno due squadre da cinque e le uccisioni necessarie salgono a 30. Team Deathmatch a Round è la stessa cosa della modalità di prima, solo che avremo una sola vita e lo scontro si svolgerà in cinque round.

Qualcosa di diverso?

La modalità Attacca la Base ha invece una variazione. Non dovremmo solo mirare e distruggere i velivoli avversari, ma dovremo anche distruggere la base posta al lato opposto della mappa, stando attenti a difendere la nostra dagli attacchi dei velivoli avversari.

E qui c’è una delle altre cose che nel gioco è fatta male: l’intelligenza artificiale. Nessuno, né dei nostri compagni né dei nostri nemici, prenderà di mira la base, ma mireranno solo a uccidersi tra di loro, rendendo le partite in questa modalità lunghe, noiose e facili, poiché saremo gli unici a prendere di mira la base che dovremo distruggere. Ci basterà ruotare inoltre su sé stessi per tutto il tempo per confondere gli avversari, evitando così la maggior parte dei loro attacchi.

Il gioco, sebbene abbia una modalità multiplayer, si giocherà comunque in singolo, perché non ci sono giocatori nel server. Provate a immaginare il mio stupore quando ho incontrato Soul, il mio bot preferito, anche dopo aver avviato una partita multiplayer.

Trofeisticamente parlando: niente di strano

Il gioco ha a disposizione 26 trofei (25 “normali” e il Platino). Alcuni trofei richiedono di salire di livello, mentre la maggior parte chiede di realizzare determinati obbiettivi come un tot di uccisioni con un’arma, oppure vincere match nelle varie modalità, rispettando le richieste del trofeo.

VERDETTO

Sebbene l'idea di base sia interessante, il gioco non lo è. Si tratta di un gioco lento e noioso, caratterizzato da modalità uguali tra di loro, ambientazioni spoglie e prive di dettagli, con una colonna sonora composta solo da tre tracce, tutte ripetitive e che trasmettono un senso di tristezza che va a braccetto con la noia che trasmette il gioco. Assolutamente non consigliato.

Guida ai Voti

Simone Stile
Napoletano per nascita, più che per scelta, Simone baratterebbe volentieri la propria fidanzata con la limited edition di un gioco che aspetta particolarmente...se solo avesse una fidanzata da scambiare. Cresciuto a pane, Metal Gear Solid e Final Fantasy, Stile (come lo chiamavano a scuola) non è altro che un prodotto industriale creato per fagocitare ogni videogioco esistente sulla terra, appassionato di action adventure e JRPG, detesta gli sportivi e gli strategici, oltre a tutti quei generi che richiedono troppo sforzo fisico o mentale.