Primo PianoMurasaki Baby - Recensione

Murasaki Baby – Recensione

Publisher: Sony Computer Entertainment Developer: Ovosonico
Piattaforma:
PSVita Genere: Platform / Puzzle Game Giocatori: 1 PEGI: 7 Prezzo: 9,99 euro

Cosa è il Made in Italy? Stile, ossia caratterizzazione di un prodotto o servizio, che lo rendono unico, particolare, e credetemi quando vi dico che Murasaki Baby è proprio questo. Irreale, grottesco, ricco di tentacoli, psicopatici clown a molla, mucche e spille da balia volanti, che si mischiano a colori monocromatici per animare uno sfondo colmo di dettagli, creando un mondo abitato da figure umane nei sentimenti ma non nell’aspetto. Tutto questo ci riporta alle atmosfere tipiche di un Tim Burton inizio carriera, che grazie ad Ovosonico, prendono forma in esclusiva su PlayStation Vita.

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La bellezza è negli occhi di chi guarda

Una bambina con pochi sparuti capelli in testa, una sdentata bocca proprio sotto di essi (si, avete letto bene) ed un paio di occhi asimmetrici, non sembra un personaggio al quale potremmo affezionarci, eppure riesce a smuovere il nostro istinto paterno/materno, tanto da volerla proteggere ed aiutare nella sua ricerca.
Subito dopo le classiche schermate d’avvio, eccoci nella cameretta di Baby, sta dormendo nel suo lettone, ma tutto d’un tratto un brusco risveglio, quasi come al culmine di un incubo, la bambina spaventata chiama la madre: «Mommy? Mommyyy…», ma nulla, lei non c’è, quindi si parte alla sua ricerca, per quell’assurdo mondo al quale accennavo. Proprio gli incubi dell’infanzia, e non solo, sembrano prender vita fuori dalle tranquille mura domestiche, dove senza una guida, sembra impossibile che la bimba possa anche solo muoversi.

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Saremo quindi chiamati a prenderla per mano, accompagnadola con delicatezza o decisione, a seconda delle circostanze, fra numerose trappole e bizzarri assalitori, evitando di strattonarla troppo forte per non farla cadere e piangere. Le semplici cadute lontano dalle insidie, dovute per lo più alla fretta di andare avanti, non avranno come conseguenza la morte di Baby, ma la sua perdita di fiducia nei nostri confronti, con tanto di tremori e tentennamenti.

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Diventerà quindi importante (ed ecco che appare l’istinto di protezione), ricambiare la fiducia di un esserino che ripone in noi ogni speranza, creando un legame paragonabile a quello instauratosi fra Ico e Yorda, ma ancora più intimo se escludiamo la presenza di un avatar che ci rappresenti.

Un cuore viola

Se con una mano stringerà la nostra, con l’altra terrà un palloncino viola (in tinta con il fiocco) a forma di cuore, quei tipici palloncini che molti bambini in giro ammirano estasiati e che, stando alle dichiarazioni di Massimo Guerini – direttore del progetto – è stato fonte d’ispirazione durante un viaggio in treno. La forma del suddetto, apparentemente casuale, rappresenta proprio la vita di Baby; quindi guai a farlo volar via, innescando il pianto della bimba, o peggio ancora a farlo scoppiare facendoci terminare la partita (saremo riportati al “quadro” antecedente la morte).

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Diventerà immediatamente indispensabile sorvegliare e governare, sempre con il nostro dito, anche il “cuoricino volante”, allontanandolo prontamente da rovi, fiamme o acuminati nemici spilla. Ad agevolare il nostro compito ci saranno gli “stati d’animo”, ossia i dettagliatissimi sfondi che faranno da “trait d’union” fra il livello nel quale si muovono Baby e le altre creature, e le scenografie poste alle nostre spalle; gli scenari potranno essere cambiati come delle diapositive e ad ognuno corrisponderà un differente effetto che ci consentirà non solo di abbattere indesiderati nemici, ma di risolvere i puzzle che di volta in volta si presenteranno. Lo stato d’animo della pioggia spegnerà le fiamme e riempirà i corsi d’acqua, quello del vento spingerà la nostra imbarcazione, attizzerà le fiamme e dirotterà gli avversari volanti. Per ottenerne di nuovi dovremo far esplodere altri palloncini (basterà toccarli), che di volta in volta si presenteranno sullo schermo poco prima del necessario; le differenti tinte che li caratterizzano indicano il tipo di background sbloccato.

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I mondi da esplorare saranno ben quattro, tutti curatissimi, dal design molto evocativo, e vedranno la presenza non solo da crudeli avversari, ma anche di altri buffi ragazzini nostri coetanei coinvolti in situazioni fuori dal comune. Faremo la conoscenza di Tentacle Boy, un bambino antisociale che nasconde la testa in una maschera, Perm Girl, tanto fissata con i suoi capelli da rimanerne intrappolata, o ancora i gemelli Twisted Twins, la cui doppia personalità potrà venir fuori capovolgendo la console.
Nonostante l’ottimo lavoro di caratterizzazione, specie con l’ultimo personaggio, non sarà sempre facile cogliere il nesso che vi è fra le varie creature, i puzzle e le sceneggiature presenti; come se mancasse un collegamento fra le singole storie e le difficoltà che questi bambini riscontrano, dando una sensazione di spezzettamento, tipica di alcuni DLC nei confronti dell’avventura principale.

Tocca tocca quì, tocca tocca là

Chi si imbatterà per la prima volta di fronte a questo titolo, faticherà a credere che le l’autore non sia britannico, o meglio statunitense, visto le forti componenti cupe, vittoriane ed il black humor tipico dell’illustratore Edward Gorey. Stile e coinvolgimento sono senza dubbio le punte di diamante dell’opera, ma purtroppo parte della magia svanirà ben presto a causa dei comandi, che pur apparendo naturali ed intuitivi, finiranno spesso con il complicarci le cose, rendendo azioni semplici davvero caotiche.

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I passi di Baby saranno guidati dal nostro dito: muovendolo più o meno lentamente in avanti la faremo camminare, con una veloce passata la faremo saltare (solo in presenza di ostacoli) e potremo in ogni momento decidere la posizione del palloncino onde evitare di farlo esplodere; facendo scorrere le dita in orizzontale sul touch pad posteriore cambieremo gli sfondi, mentre con un tocco attiveremo il loro effetto, necessario come preannunciato, per risolvere enigmi ed abbattere nemici. Solo in un paio di occasioni ci ritroveremo ad usare gli analogici o il giroscopio della console.
Nell’atto pratico le nostre dita sullo schermo occuperanno un quarto dello stesso, mentre l’uso simultaneo di più elementi non sarà operazione semplice ed immediata; se a questo aggiungiamo che non sempre riusciremo a catturare la mano di Baby al primo colpo, parte del coinvolgimento finirà, portandoci a pensare che l’utilizzo dei tasti fisici ci avrebbe risparmiato una sorta di Twister con le dita. Nulla da dire sugli effetti audio che ben si sposano con l’atmosfera generale, e tanto di cappello alle musiche dei titoli di coda, frutto del compositore Akira Yamaoka.

httpvh://www.youtube.com/watch?v=0Y0YYHUAfbc

Commento finale

Difficilmente ci saremmo aspettati che un titolo dall’impostazione così “internazionale” potesse essere un Made in Italy: questo è senza dubbio uno dei suoi pregi maggiori, che ne faranno apprezzare lo stile e la straordinaria direzione artistica ad un pubblico eterogeneo. Ma se da una parte incanta la vista, dall’altra infastidisce il tatto. Infatti le (a tratti) irritanti meccaniche di movimento, unite alla totale assenza di sfida e ad una durata esigua, circa un paio di ore, non lo rendono un indie sopra la media ma sicuramente un ottimo trampolino di lancio, in un panorama videoludico che ci vede spesso penalizzati, se non nelle idee, senza dubbio nel supporto e negli stimoli. A conti fatti una chance a questo progetto non la si può proprio negare, quindi se ne avrete la possibilità provatelo, magari riuscirà ad emozionarvi, arricchendo il vostro bagaglio videoludico. Buon gioco a tutti!

7/10

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Pietro Cardaci
Appassionato di videogiochi e tecnologia da tanti anni, si dedica, da autodidatta, a studio, analisi e utilizzo di software e hardware. Scevro da pregiudizi, si accosta a ogni genere di titolo. Non disdegna, circostanze favorevoli permettendo, una piacevole lettura o la visione di un buon film, specie quelli che riescono a saziare il suo famelico spirito d'osservazione. Conosce un paio di barzellette niente male che sfodera nei momenti migliori...

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