One Piece: Burning Blood – Recensione

Sviluppatore: N/A Publisher: N/A Piattaforma: PS4 Genere: Action RPG Giocatori: 1 PEGI: null Prezzo: N/A Italiano:

Publisher: Bandai Namco Developer: Spike Chunsoft Studios
Piattaforma: PS4 (disponibile anche per PS Vita) Genere: Picchiaduro Giocatori: 1-2 (Online: 2) PEGI: 12 Prezzo: 69,99 € (39,99 € per PS Vita)

Dopo innumerevoli incursioni nel genere Musou, genere tanto in voga in Giappone, ma non troppo amato qui nel Vecchio Continente, gli sviluppatori di Spike Chunsoft hanno finalmente calato l’opera magna di Oda-Sensei in un genere decisamente più appetibile a noi Europei, quello dei picchiaduro 3D, ispirandosi alla saga che da anni ormai detta gli standard per quanto riguarda le trasposizioni videoludiche degli anime: l’eccellente Naruto Ultimate Ninja Storm.
Ma questo One Piece: Burning Blood sarà all’altezza del nome che porta e in grado di soddisfare le immense schiere di fan al pari dei soli amanti dei picchiaduro? Scopriamolo insieme!

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All’assalto di Marineford!

La prima modalità in cui si viene catapultati una volta inserito il disco si intitola Guerra Suprema e ripercorre l’arco narrativo dell’epica battaglia di Marineford che vede scontrarsi la ciurma di Barbabianca con la Marina nel disperato tentativo di salvare Ace. Tra queste due potenze pronte a darsi battaglia si inserisce come un ciclone anche Cappello di Paglia, mosso dall’amore nei confronti del fratello condannato a morte.
Guerra Suprema vi consentirà di vivere gli eventi narrati dagli occhi di 4 personaggi: Rufy, BarbaBianca, l’ammiraglio Akainu ed Ace. L’idea sarebbe potenzialmente buona, ma per quanto sia ogni volta una stretta al cuore vedere con quanta fierezza e onore lo statuario Edward Newgate esali l’ultimo respiro, non possiamo che storcere il naso di fronte al ripetersi delle medesime cut-scene più volte nel corso dei vari capitoli.
Archiviata la campagna in un paio d’ore con inclusi i capitoli extra accessibili solo dopo aver soddisfatto determinate richieste nelle missioni principali, quello che ci si para di fronte al naso è un discreto ventaglio di possibilità su cui spendere le nostre ore.
Il comparto offline si compone della modalità “VS Ricercato”, una raccolta di missioni di difficoltà crescente, e del classico “Scontro Libero” in cui è possibile sfidare la CPU o un altro giocatore su schermo condiviso.
Un’ulteriore voce recita “Base Pirata”, una sorta di negozio all’interno del quale potrete acquistare con la valuta in-game, ottenuta al termine di ogni incontro, la quarantina di personaggi giocabili e gli oltre sessanta di supporto che non avete ottenuto con il semplice completamento della campagna e delle missioni.

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A fianco di tutto ciò troviamo anche 2 modalità online: “Bandiera Pirata” e “Online”.
La prima ricorda un po’ il sistema delle fazioni visto in Mortal Kombat X, declinato in salsa piratesca: qui dovrete scegliere per quale ciurma combattere e viaggiare alla conquista di tutte le isole dell’universo di One Piece con una classifica mondiale che si aggiorni di settimana in settimana. La navigazione costa un determinato quantitativo di punti “Log Pose” che vengono ricaricati giorno per giorno, mentre la conquista dei territori passa attraverso lo scontro con la CPU o con altri giocatori (nelle nostre sessioni purtroppo però non siamo riusciti ad incontrare avversari fisici in questa modalità).
La voce “Online”, invece, vi porterà a disputare i più tradizionali “Match Classificato” e “Match giocatore”, ma attenzione, perché il primo riserva una grossa sorpresa! Ebbene, forse a fronte del forte sbilanciamento che contraddistingue il gioco, gli sviluppatori hanno optato per una scelta, se vogliamo anche abbastanza furba, ma che siamo certi scontenterà molti di voi, per equilibrare i match classificati: la scelta dei 3 personaggi della squadra sarà, sempre, casuale.

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Da grandi poteri derivano grandi responsabilità…

Come dicevamo? Ah sì, sbilanciamento… uno dei due problemi che, insieme ad una certa “legnosità” di fondo del sistema di combattimento, avevamo riscontrato già nel nostro Hands-On.
Ma facciamo un passo indietro.
Burning Blood è un picchiaduro 3D incentrato su combattimenti 3VS3 in cui, proprio come nel già citato Naruto, si eseguono tutte le combo tramite la pressione del tasto quadrato. Con il tasto L1 seguito dall’opportuno comando si attivano le mosse speciali (3 per ogni personaggio), mentre con il tasto R1 si attivano, a seconda del personaggio scelto, o i poteri del frutto del diavolo, che rendono invulnerabili ai normali attacchi, o l’Haki che permette di superare la difesa data appunto da questi poteri. A tutto questo vanno aggiunti due tipi di Break Guard, una barra che se riempita consente di attivare la modalità “Furia” in grado di trasformare, o potenziare semplicemente, il nostro personaggio, e la possibilità di attivare i bonus dei personaggi di supporto che è possibile portare in campo. Il tutto a patto di non superare i 9000 punti squadra messi a disposizione: ogni personaggio, infatti, ha un suo valore predefinito che vi costringerà ad effettuare delle scelte in fase di creazione della squadra. Meglio avere in campo Mihawk o contare sul supporto di Roger? – A voi la scelta!

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Insomma la carne al fuoco è davvero molta e siamo rimasti piacevolmente colpiti nel vedere come in questi mesi trascorsi dalla nostra prova della Beta il gioco sia stato reso più fluido (complice anche un comparto grafico più solido) e dinamico. Certo, siamo molto lontani dalla spettacolare frenesia dell’ultimo Ninja Storm, ma la direzione intrapresa per questa saga è quella giusta: il gioco nel complesso diverte abbastanza e scagliare un “Red Hawk” in faccia a Doffy ha sempre il suo perché.
I problemi però di certo non mancano e rischiano molte volte di vanificare gli sforzi fatti nel costruire un gameplay discretamente vario: a cominciare dalla presenza di 2 sole combo di base, per passare alla ben più grave altalenanza della cura e dell’utilità con cui sono state inserite le mosse speciali dei vari personaggi e per finire con uno sbilanciamento di fondo che rende alcuni personaggi davvero troppo forti (Ehi, Zoro, Rufy, datevi una regolata con una bella patch, intesi?). Insomma non poter usare uno dei propri personaggi preferiti negli scontri online perché il suo potere è stato reso in modo totalmente inefficace lascia davvero l’amaro in bocca.

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Luccicante come un tesoro

Nella versione per PlayStation 4 da noi provata, sotto il profilo tecnico One Piece Burning Blood si difende abbastanza bene: i modelli dei personaggi sono resi con molta cura e sono estremamente fedeli alla controparte animate. Gli effetti delle esplosioni, del fuoco e in generale di tutti i poteri dei frutti del diavolo non fanno gridare al miracolo e non raggiungono la sontuosità di ciò che abbiamo apprezzato qualche mese fa in Naruto, ma non sono nemmeno inguardabili, anzi. Il frame rate inoltre regge quasi sempre, salvo incespicare in qualche rara occasione davvero molto concitata in cui imperversa il caos sullo schermo con, ad esempio, Marco che svolazza in giro con le sue ali fiammeggianti ed Ace che lancia un Henkai a tutto campo.
Discorso a parte va fatto per i 12 scenari presenti dei quali almeno la metà avrebbe necessitato di un bell’intervento di chirurgia estetica. (ROOOOOOOM!)
Il comparto audio regala invece grandi gioie a tutti i fan mantenendo le voci originali dell’anime: ammirare Sanji e Zoro che si insultano negli eventi che si generano pre-partita in base ai personaggi presenti nelle due squadre strappa sempre qualche sorriso (così come vedere Sanji che molesta Nami, o  Sanji che fa Sanji, ma questa è un’altra storia..). I motivetti musicali presenti nei vari menù, inoltre, calzano perfettamente con lo stile spensierato della ciurma di Rufy.
Promozione su questo fronte!

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Trofeisticamente parlando… Facile come rubare il cuore a un bambino

La lista trofei di One Piece è discretamente corposa e presenta 32 coppe di bronzo, 16 d’argento, 1 d’oro e l’immancabile platino.
Le richieste spaziano dal completare la campagna al 100% fino al guadagnare 100 milioni di Berry e sbloccare tutti i personaggi presenti. Il tutto, essendo facilmente completabile in meno di una quindicina di ore, rende questo platino un’occasione davvero ghiotta per ogni cacciatore di trofei!

VERDETTO

Al netto di una modalità campagna eccessivamente corta e ripetitiva e di alcuni problemi che affliggono pesantemente il bilanciamento dei personaggi, ci sentiamo di consigliare One Piece: Burning Blood solo ai fan dell'opera di Oda (non una ristretta schiera di persone, dunque), i quali sapranno certamente chiudere un occhio sulle pecche del gameplay in cambio di ore di divertimento in compagnia dei loro personaggi preferiti che compongono un roster davvero notevole con più di 40 facce note. Le idee di base sono senz'altro buone anche se talvolta vanificate ingiustamente dai problemi citati. Tutta la struttura necessita di alcuni accorgimenti che ci auguriamo possano essere messi in pratica in un ipotetico secondo capitolo, condito magari anche da una corposa modalità storia che ripercorra gli eventi principali del (bellissimo) manga. Quindi forza Spike Chunsoft, sotto col prossimo che siete sulla strada giusta per rivaleggiare almeno con i ninja di Konoha!

Guida ai Voti

Giacomo Bornino
Sonaro dalla nascita. Muove i primi passi nel mondo videoludico all'età di 5 anni quando gli viene regalata la PS1; scoprendo Crash CTR e Rayman 2: The great escape nasce quella che diventerà la sua più grande passione: i videogiochi. Lo svezzamento passa per l'era PS2 dove il "Trittico" Jak&Daxter/Ratchet&Clank/KingdomHearts, come una freccia di Cupido, rende indissolubile il suo amore per la materia. Al fianco di queste Pietre Miliari è d'obbligo citare anche l'impareggiabile Dragonball Z: Budokai Tenkaichi 3, compagno di mille e uno battaglie con gli amici, nonché responsabile principale della sua miopia. La piena maturità viene raggiunta con il lancio di PS3, la quale gli permetterà di scoprire e apprezzare più o meno tutti i generi esistenti, da Mirror's Edge a Bayonetta, passando per Uncharted, Heavy Rain e molti altri. Tra le altre cose adora Batman e i supereroi (sì, Batman fa categoria a sé) in tutte le salse, la saga di Matrix e i libri di Chuck Palahniuk.