Stranger of Sword City – Recensione

Sviluppatore: Publisher: Piattaforma: Genere: Giocatori: PEGI: Prezzo: Italiano:

Publisher: NIS America Developer: Experience Inc.
Piattaforma: PS Vita Genere: RPG – Dungeon Crawler Giocatori: 1 PEGI: 16 Prezzo: 39,99 €

I videogiochi in cui il protagonista viene catapultato in un mondo parallelo, si sa, sono sempre molto suggestivi. Se si aggiunge una buona trama e un pizzico di innovazione si potrebbe realizzare un videogame di alto calibro. I ragazzi di Experience hanno provato ad ottenere proprio questo risultato con il loro gioco Stranger of Sword City però, ahimé, senza riuscirci. Le idee di fondo sono senz’altro ottime ma l’aggiunta di alcune caratteristiche alquanto discutibili rendono questo gioco poco godibile e a tratti irritante. Per fortuna Experience ha optato per una grafica pulita anche se un po’ povera e un comparto audio appassionante. Ovviamente non mancheranno delle piccole innovazioni che aiutano il gioco ad essere più longevo e volendo anche più semplice, ma a questo ci arriveremo dopo…

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Il triangolo delle Bermuda?

In tutto il mondo si sta venendo a conoscenza di un fenomeno sconcertante e misterioso che sta colpendo molteplici aerei di linea. Questo fenomeno consiste nella sparizione nel nulla di questi aerei compresi tutti i passeggeri e l’equipaggio. Ed è proprio su uno di questi voli che si trova il nostro protagonista quando all’improvviso l’aereo inizia a precipitare. Dopo lo schianto sembrano essere tutti deceduti tranne noi che, miracolosamente, siamo riusciti a sopravvivere. Scopriremo ben presto di non trovarci più nel mondo che conosciamo e che lì, così come tutte le persone che “cadono dal cielo” (chiamate dagli abitanti “Stranger”), siamo considerati quasi come delle divinità avendo una forza fuori dal comune anche grazie alla forza di gravità decisamente più bassa rispetto al nostro mondo. Il capo degli “Stranger” ci spiegherà quindi che per tornarci sarà necessario dare la caccia a dei mostri particolari chiamati “Lineage Types” che, alla loro morte, rilasceranno un “Blood Crystal” che contiene il potere degli dei in persona. Questo potere sarà poi necessario per aprire un portale per condurci nel nostro mondo. È dunque con queste prerogative che inizierà la nostra avventura nel regno di Escario, un regno con uno stile fantasy e popolato da creature di ogni genere.

Un classico innovativo

Questa trama però, anche se ben strutturata, non è altro che superficiale visto che la cosa più importante di questo gioco è il gameplay. Il gioco è un Gioco di Ruolo con uno stile da Dungeon Crawler, genere molto diffuso nei giochi di ruolo da tavola come Dungeons & Dragons. Questa componente è un toccasana per questo gioco in quanto viene resa l’esplorazione fondamentale per il progresso della storia. In questi dungeons possiamo incontrare e confrontarci con numerosi nemici che vanno da degli altri umani a dei mostri di ogni tipo.

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Questi nemici possono essere affrontati grazie alla nostra squadra (o “Party” come chiamato nel gioco) che può essere composta da un massimo di sei elementi che possono essere scelti tra quelli già presenti in game o essere creati da zero. Proprio la creazione dei personaggi è un punto a favore di questo gioco in quanto è possibile scegliere tra una grande quantità di artworks, si può decidere il sesso, l’età e la specie. I ragazzi di Experience hanno però deciso di farci sbizzarrire dandoci la possibilità di creare personaggi maschili ma con la voce femminile, di scegliere come specie quella umana ma con l’aspetto di un nano o di un elfo e di creare un personaggio con un età bassa ma un aspetto da anziano. Gli scontri sono i classici combattimenti a turno dove nella prima fase sceglieremo cosa fare mentre nella seconda vedremo gli esiti di queste scelte. Le azioni da fare in combattimento sono varie, si passa dai semplici attacchi corpo a corpo alle magie, dalle abilità o “skills” dei personaggi all’uso degli oggetti ma, una possibilità da tenere molto in considerazione, sono le “Divinities” che sono delle abilità speciali da utilizzare all’inizio del turno e che possono avere diversi effetti come quello di far recuperare determinate quantità di HP ai personaggi alla fine di ogni turno o di attaccare con una forza maggiore i nemici. Per utilizzare queste abilità bisogna tener conto della statistica chiamata “Morale” che aumenta semplicemente attaccando i nemici e quindi ci consente di eseguire in maniera rapida più abilità.

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Come già detto in precedenza l’esplorazione dei dungeons è fondamentale in quanto ogni dungeon è più complesso del precedente con l’implemento di porte nascoste, di scale per andare nei piani inferiori o superiori e, talvolta, di teletrasporti. In questi dungeons poi ci saranno numerose “Lineage Types” da cacciare per ottenerne i cristalli e progredire con il gioco. Proprio i dungeons sono protagonisti di una delle principali innovazioni inserite in questo gioco ovvero la possibilità di tendere agguati ai nemici nascondendosi in determinate zone e ottenendo, se battuti, degli scrigni che potrebbero contenere sia armi che pezzi di equipaggiamento.

Un’avventura sfortunata

Ogni rosa ha le sue spine e questa ne ha davvero tante. Ogni GDR che si rispetti ha la prerogativa del sistema a livelli dei personaggi. Voi, giustamente, direte che è sempre un aspetto affascinante il vedere il livello dei propri personaggi progredire e sbloccare nuove abilità o magie, ma qui hanno davvero esagerato. Vi basti sapere che per aumentare di livello occorreranno molti punti esperienza già nelle fasi iniziali e che, col proseguire della storia, occorrerà fare numerose ore di livellaggio per affrontare nemici molto spesso più forti del previsto.

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Proprio durante questi periodi di livellaggio potremmo dover riavviare più volte il gioco. Vi state chiedendo perchè? Semplice, nel gioco è presente il permadeath che, per chi non lo sapesse, consiste nella morte definitiva dei personaggi. Ogni personaggio può avere un massimo di 3 “Life Points” che, una volta esauriti, ci faranno perdere per sempre il personaggio, a patto che non si tratti del nostro personaggio principale che non può esaurirli. Questi “Life Points” dipendono dall’età del personaggio, i più giovani ne avranno tre mentre i più anziani solo uno. Un altro tasto dolente è la grafica che alla lunga stanca in quanto è si pulita, ma non presenta nessun elemento significativo, basti pensare che i dialoghi tra i personaggi sono composti da un semplice textbox mentre i dungeons non hanno differenze evidenti risultando monotoni. L’ultima pecca riguarda ovviamente la lingua che è completamente inglese in quanto la maggior parte dei giochi di questo tipo non sono tradotti in italiano visto che non sono molto popolari nel nostro paese. In contrapposizione i ragazzi di Experience hanno realizzato un comparto audio molto interessante con un doppiaggio giapponese abbastanza buono e una colonna sonora di tutto rispetto.

Trofeisticamente parlando: trofei di caccia!

Experience ci regala un platino relativamente semplice con questo titolo. Molti trofei sono legati al finire la storia, cosa lunga da fare ma non impossibile e nemmeno difficilissima. Altri sono dei “trofei di caccia” legati all’uccisione delle “Lineage Types” mentre solo pochi riguardano l’ottenimento di determinati oggetti. In generale è un platino molto lungo ma non difficilissimo una volta capito come funzionano i combattimenti e una volta livellato abbastanza anche se grazie alla presenza del permadeath finirete con l’irritarvi non poco.

VERDETTO

Stranger of Sword City è un gioco basato sui classici GDR con l’innovazione dello stile Dungeon Crawler che però non aggiunge quel tanto che basta per rendere questo gioco di un livello superiore. La trama è sì bella e coinvolgente ma è fine a se stessa visto che finisce per essere marginale rispetto al gameplay. Se volete sperimentare questo tipo di gioco resterete tutto sommato soddisfatti, provando grande orgoglio se doveste riuscire a prendere il platino.

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