The Banner Saga – Recensione

Sviluppatore: N/A Publisher: N/A Piattaforma: PS4 Genere: Action RPG Giocatori: 1 PEGI: null Prezzo: N/A Italiano:

Publisher: Versus Evil Developer: Stoic
Piattaforma: PS4 (Disponibile anche per PS Vita) Genere: GDR Tattico Giocatori: 1 PEGI: 16 Prezzo: 19,99 €

The Banner Saga arrivò nell’ormai lontano 2014 su PC e piattaforme Android e iOS sorprendendo pubblico e critica, che lo premiò con ottimi voti. A due anni di distanza, grazie a Versus Evil, questa piccola perla sviluppata da Stoic (studio composto da sole tre persone, tra l’altro ex-dipendenti Bioware) giunge finalmente anche su PlayStation 4. Senza indugiare ulteriormente scopriamo insieme cosa è cambiato, ma soprattutto se e come è invecchiato The Banner Saga negli ultimi due anni.

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La fine del mondo

The Banner Saga ci porta in un mondo fantasy, fortemente ispirato alla tradizione e alla mitologia nordica, che per svariati motivi sta per giungere alla sua fine. Il Sole si è spento rendendo la Terra gelida e inospitale, gli Dei sono morti (o almeno così pare) e come se non bastasse i Distruttori, creature ancestrali completamente fatte di pietra, sono tornati all’attacco dopo essere stati confinati nel sottosuolo da umani e Varl. Un tema ricorrente dell’avventura è proprio il rapporto tra razza umana e Varl (una sorta di giganti con un grosso paio di corna sulla fronte), uniti per scacciare i Distruttori ma divisi nel modo di vedere le cose: in ogni caso, entrambi dovranno appianare ancora una volta le loro divergenze per sopravvivere alle ostilità. La storia, oltre a trattare questi macro temi, si concentra su due viaggi facendoci vivere contemporaneamente la storia di due gruppi: in ognuno di essi troveremo diversi personaggi, caratterizzati in maniera superba e uniti da legami di sangue e non.

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Tra le varie sottotrame spicca il rapporto tra Rook e sua figlia Alette, sviluppatosi all’ombra della morte della moglie di Rook. Poi c’è il passato tenebroso di Iver, un Varl che ha deciso di schierarsi dalla parte degli umani, il misterioso Riparatore Eyvind e la sua relazione con l’altrettanto oscura Juno. La trama di The Banner Saga è matura e profonda, perfetta nella calibrazione tra momenti riflessivi e fasi d’azione, piena di personaggi ottimamente caratterizzati e colpi di scena sorprendenti. Inoltre, parte degli eventi cambieranno durante la narrazione anche attraverso le nostre scelte morali, mai scontate e sempre più difficili da compiere vista la graduale immedesimazione nelle vicende e nei personaggi. Siamo certi che la produzione ideata dai ragazzi di Stoic vi terrà incollati senza alcun problema per tutta la durata del gioco (che si aggira intorno alle dodici ore circa) come è già riuscita a fare nel 2014.

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Non solo tattica

Il gameplay di The Banner Saga si divide sostanzialmente in due fasi: quella dedicata ai combattimenti, e quindi al tatticismo puro, e quella relativa alle decisioni e alla gestione del gruppo. Partiamo con ordine, approfondendo innanzitutto la sezione dedicata alle battaglie: ci troviamo davanti a un gioco di ruolo tattico, in cui dovremo muovere le nostre “pedine” su una sorta di “scacchiere”. Ogni movimento ovviamente dovrà essere fatto tenendo conto delle statistiche dei personaggi, che in particolare ci offriranno due possibilità d’attacco: con la prima colpiremo mirando semplicemente ai punti vita dell’avversario, con la seconda indeboliremo l’armatura rendendo il nemico più esposto a danni diretti. Ovviamente, ogni personaggio avrà le proprie abilità speciali a seconda della propria classe, attivabili attraverso i punti Volontà, che ci permetteranno anche di aumentare la potenza dei nostri attacchi o di muoverci di qualche casella in più sullo scacchiere. Tutti i personaggi hanno le loro statistiche, migliorabili uccidendo nemici e utilizzando punti Fama (di cui parleremo meglio in seguito): dai più potenti Varl, con statistiche molto alte in attacco e difesa, agli umani specializzati nel tiro con l’arco, in possesso di più punti Volontà per sfruttare al meglio le proprie abilità.

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Il sistema di sviluppo invece, non è esattamente il punto forte del gioco a causa della sua estrema semplicità: da un punto di vista questo significa accessibilità a più giocatori, è vero, ma gli utenti più esperti non potranno dirsi del tutto soddisfatti per il quantitativo di opzioni a disposizione. Un altro punto da analizzare è legato all’intelligenza artificiale e alla difficoltà generale: a livello normale, il gioco offre un grado di sfida orientato verso l’alto e non perdona errori grossolani del giocatore, nonostante ciò giocare risulta sempre gradevole e quasi mai frustrante. The Banner Saga non è di certo esente da problemi, legati in particolare alla giocabilità. Niente di serio, ma soprattutto all’inizio i comandi risultano non semplicissimi da gestire (benché l’adattamento da mouse a pad sia più che riuscito) e la telecamera fissa finisce per ostacolarci più di una volta, portandoci a pensare di controllare un personaggio piuttosto che un altro in caso distogliessimo, anche per un attimo, la concentrazione dal campo di battaglia.

La scelta giusta, non è sempre la migliore…

Come abbiamo già accennato, il gameplay offre anche sezioni in cui dovremo compiere delle scelte, in stile avventura testuale e per rendere meglio l’idea restando in tema, ispirate al celebre gioco di ruolo dal vivo Dungeons&Dragons. In sostanza ci troveremo di fronte a eventi casuali e dovremo scegliere una tra le varie opzioni offerte dal gioco, potendo solo immaginare le conseguenze delle nostre decisioni. Potremo guadagnare nuove reclute, trovare o perdere provviste e addirittura vedere morire uno degli eroi e causa di una manovra troppo affrettata. In tutto ciò, dovremo anche tenere conto del morale della carovana al nostro seguito, composta da guerrieri e semplici popolani, che influenzerà l’esito delle battaglie e non solo.

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Altro importante fattore da tenere in considerazione è quello delle provviste: le risorse di cibo per la nostra tribù sono limitate e ogni giorno che passa diminuiscono: per questo sarà fondamentale dosare in modo giusto le soste, in modo da non rallentare troppo la marcia e finire senza scorte. Scorte acquistabili nei vari paesi grazie ai punti “Fama”, anch’essi da gestire con il contagocce: infatti, oltre ad essere necessari per l’acquisto di cibo e oggetti nei vari mercati, serviranno per potenziare i personaggi ogni qualvolta saliranno di livello. Questo aspetto gestionale arricchisce ulteriormente l’offerta del titolo sia in termini di gameplay che di coinvolgimento nel mondo di gioco: preferite salvare vite innocenti o lasciarle morire per risparmiare sulle scorte? Fidarvi di sconosciuti che vogliono allearsi a voi promettendovi uomini e cibo o evitarli, con il rischio di essere traditi? Saranno tante le decisioni da prendere e altrettante le conseguenze da affrontare.

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Tecnicamente incantevole

Uno degli aspetti più affascinanti di The Banner Saga è senza dubbio legato alla realizzazione tecnica: disegni e animazioni sono splendidi e utilizzano uno stile che non si vede spesso nei videogiochi. I ragazzi di Stoic hanno dimostrato che anche un progetto Kickstarter, senza budget faraonici alle spalle, può dire la sua con un comparto tecnico non “pompato” ma capace di surclassare il design di molte produzioni artisticamente piatte ma considerate “tripla A”. Certo, nelle battaglie forse i personaggi sono troppo piccoli e le animazioni possono risultare a volte imperfette, ma sono elementi che passano in secondo piano rispetto all’impressionante lavoro svolto con The Banner Saga. Anche la colonna sonora riesce a stupire, con temi epici e sempre coerenti con ciò che accade sullo scenario. Dopotutto, Austin Wintory non è nuovo al mondo dei videogiochi: Journey, The Order e Assassin’s Creed Syndacate sono solo alcune delle produzioni a cui ha partecipato con le sue splendide composizioni, e di certo in The Banner Saga non è stato da meno ai suoi lavori passati. Ricordiamo infine che il gioco, pur non essendo doppiato in italiano, è completamente localizzato per quanto riguarda la parte scritta.

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Un mondo da scoprire

Come abbiamo accennato inizialmente, in The Banner Saga ci troveremo in un mondo fantasy ispirato a miti e leggende nordiche: i Varl stessi, sono chiaramente ispirati ai guerrieri vichinghi; le ambientazioni, i mostri e le leggende (nonché nomi di città e personaggi) sono fortemente legate all’antica cultura norrena. Questo aspetto non è assolutamente da sottovalutare, poiché avendo creato un mondo credibile, il giocatore può appassionarsi e immedesimarsi ancor più facilmente nell’avventura. Ogni città, personaggio e luogo ha la sua storia, riportata nelle apposite sezioni: non è qualcosa di cui si avverte il bisogno o almeno non fin da subito, dato che con il passare del tempo vorrete saperne sempre di più sui vari aspetti di background. La storia del mondo con le grandi guerre passate, le antiche civiltà e tutti i miti legati alle divinità: giocando vi si aprirà un vero e proprio universo, che verrà arricchito in futuro da altri due episodi già in programma per la saga.

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Trofeisticamente parlando… un viaggio non basterà!

The Banner Saga possiede ben 40 trofei, Platino compreso. Il massimo trofeo in realtà non è poi così difficile da raggiungere: il problema sarà dover completare il gioco più di una volta, almeno tre se tutto va bene. Per la maggior parte gli obbiettivi sono legati a uccisioni con le diverse classi di eroi o semplicemente alla storia, quelli più impegnativi invece implicano il completamento dell’avventura in modalità difficile, il mantenimento del morale della carovana o il raggiungimento di un determinato luogo entro un certo numero di giorni. L’incompatibilità di alcuni obbiettivi, vi costringerà a ricominciare il gioco: in ogni caso, per i cacciatori più esperti, questo Platino dovrebbe essere solo una questione di tempo. Per ulteriori dettagli, in attesa della guida ai trofei, vi consigliamo di consultare l’elenco trofei in italiano, già disponibile sul nostro forum.

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VERDETTO

The Banner Saga è tra dei titoli più ispirati disponibili su PlayStation 4: un gioco di ruolo brillante sia nel gameplay, che unisce strategia, tattica e gioco di ruolo, che dal punto di vista artistico, grazie ad un design davvero originale, realizzato in maniera magistrale. Entusiasmante anche la trama, che trattando in maniera perfettamente equilibrata tematiche adulte, riesce a coinvolgere completamente il giocatore permettendogli di immedesimarsi nei carismatici protagonisti dell'avventura. La produzione Stoic non è però esente da difetti riscontrabili soprattutto in dettagli, (telecamera fissa, comandi non proprio immediati, sistema di sviluppo dei personaggi poco profondo) che comunque influenzano in maniera superficiale la splendida esperienza offerta da The Banner Saga.

Guida ai Voti

Gennaro Favatà
Detto anche Giovanni, dagli amici di Ubisoft. Newser, inviato, grafico e se sei fortunato lo trovi anche sul forum di PlayStationBit. Ama alla follia fumetti, cartoni animati, videogiochi e quanto di più colorato e nonsense ci sia, non disdegnando però generi più dark come l'horror e il noir. Inoltre, come ogni eroe che si rispetti, sa trattenere il fiato per dieci minuti.