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Toukiden 2 – Recensione

Dopo un ottimo primo episodio, Omega Force ci riprova portando su PlayStation 4 e PlayStation Vita toukidenden 2. Dopo che Monster Hunter è diventato esclusiva Nintendo, è stato di Toukiden il compito di riportare gli appassionati a casa PlayStation: nella recensione del primo capitolo esaltammo il titolo, stupiti dalla sua formula a metà tra un action e un hunting game, condito dall’inconfondibile stile di Omega Force che abbiamo ormai imparato ad apprezzare nei vari Musou che si sono susseguiti negli ultimi anni – Berserk, Attack on Titan, One Piece, Dragon Quest Heroes e così via.

Toukiden 2 prende quanto di buono visto in passato, aggiungendo tante novità, a partire dall’introduzione dell’open world. Riuscirà a ripetere il successo ottenuto dal primo capitolo, o resterà sempre e comunque una buona alternativa al già citato Monster Hunter?

Demoni, viaggi nel tempo e amnesie

Appena avviata una nuova partita la prima cosa che ci verrà richiesta è la creazione del nostro personaggio, attraverso il solito editor povero e piuttosto rozzo. Dopodiché verremo subito chiamati alle armi, nella splendida Yokohama feudale, a causa di un’invasione di demoni. Alla fine di questa breve fase, che funge da tutorial al sistema di combattimento, verremo misteriosamente proiettati nel futuro di dieci anni, privi di memoria e in un’altra zona del Giappone. Faremo quindi la conoscenza di una scienziata che studia nuove armi e stratagemmi per combattere i demoni, del suo assistente androide e di altri cacciatori di demoni del villaggio.

Durante l’avventura, cercheremo risposte alle domande sul passato del nostro protagonista, senza mai perdere di vista la minaccia che incombe sul futuro dell’umanità. La trama, considerata nella sua totalità, è discreta: non eccelle in nessuno ambito, a causa di un cast in cui non tutti i personaggi sono caratterizzati a dovere e una storia che, in fin dei conti, scade spesso in situazioni già viste, ma che comunque riesce a mantenere vivo l’interesse del giocatore fino alla fine con alcuni sorprendenti colpi di scena.

La caccia è aperta

Come avrete capito, non è di certo la narrazione il punto forte di Toukiden 2: la verità è che la trama ha lo scopo di guidare il giocatore verso un obiettivo, ma quello che conta (e che davvero diverte) è il gameplay. Come abbiamo già accennato nell’introduzione, Toukiden 2 pur avendo una sua identità ben precisa prende spunto da altre produzioni di successo; in particolare ci ha ricordato Soul Sacrifice per la componente action del gameplay e, ovviamente, Monster Hunter per le meccaniche di gioco. Quello che ne viene fuori è un titolo meno strategico rispetto all’hunting game di Capcom, e più votato a combattimenti adrenalinici e movimentati.

Restano però tutte quelle caratteristiche che hanno reso famoso Monster Hunter: il dover accumulare materiali e risorse per creare armi e armature sempre più potenti, la caccia alle taglie dei demoni più temibili e le classiche missioni secondarie, presenti in maniera massiccia all’interno del gioco. La natura open world del titolo, favorisce la presenza di incarichi secondari, assegnati da personaggi sparsi per il mondo di gioco: dallo sconfiggere determinati mostri, in determinati posti, al ritrovare persone, fino al recupero di oggetti, queste missioni saranno fondamentali per accumulare soldi e risorse, da impiegare poi per migliorare l’equipaggiamento del nostro cacciatore.

Chiudendo la parentesi relativa al paragone con Monster Hunter, possiamo affermare che Toukiden 2 è stato reso molto più accessibile rispetto al suo concorrente diretto, con meccaniche di crafting e di looting molto più semplici da padroneggiare, ma non per questo meno ricche di opzioni e funzionalità.

Anche con le fasi action Omega Force ha svolto un ottimo lavoro: oltre ai vari attacchi base, il nostro personaggio avrà la possibilità di utilizzare potenti abilità con i Mitama, spiriti di grandi guerrieri grazie ai quali potremo potenziarci e sferrare potenti attacchi speciali, e alla Demon Hand, che ci permetterà di agganciare e raggiungere posti altrimenti irraggiungibili (come la testa o le braccia dei demoni più grandi).

Proseguendo con l’avventura sbloccheremo nuovi Mitama e potremo potenziare quelli già in nostro possesso, ottenendo nuove abilità passive o attive. La Demon Hand invece, è una delle novità di questo nuovo Toukiden e sarà un’arma fondamentale per combattere i demoni: grazie ad essa, oltre a poterci spostare ed eseguire attacchi dall’alto, potremo strappare via arti o altre parti deboli dal corpo dei nemici, rendendoli ancora più vulnerabili ed infliggendogli un quantitativo di danni non indifferente. Molto vasto anche l’arsenale a nostra disposizione, grazie al quale potremo intercambiare tattiche e stili di combattimento: dalle classiche spade, a bastoni, martelli e lance, fino alle armi a distanza come archi e fucili. Una varietà non indifferente, utile anche a spezzare le ripetitive fasi di grinding che un po’ caratterizzano questo genere di giochi.

Aggiungi un posto a tavola

Durante ogni caccia è fondamentale il supporto dei compagni, che siano controllati dal computer o da un altro giocatore. Formare un team equilibrato, con personaggi offensivi e di supporto, è molto importante al fine di vincere anche le battaglie più ostiche. Giocato in multigiocatore online, che sia con amici o sconosciuti, Toukiden 2 si fa ancora più bello e piacevole da giocare. L’assenza di una componente strategica approfondita, favorisce partite spensierate che non prevedono l’uso di particolari strategie o attacchi coordinati. Anche a livello tecnico, la qualità dell’online ci ha soddisfatto, grazie ad una buona stabilità e alla possibilità di giocare in cross-play con la versione PlayStation Vita del titolo.

Dallo schermo portatile al televisore in salotto

Il lato tecnico di Toukiden 2, soprattutto su PlayStation 4, è tra i difetti principali del gioco. La natura multipiattaforma del titolo (uscito anche su PlayStation 3 in Giappone) mette in evidenza tutti i limiti grafici del gioco: partendo da un set di animazioni legnose e piuttosto obsolete, passando per un mondo di gioco molto scarno di dettagli, concludendo con dei modelli poligonali realizzati in maniera non sempre impeccabile. Omega Force in effetti non si è mai fatta notare per cura nei particolari (come dimenticare i mitici musou, infarciti di personaggi identici) e Toukiden 2 non fa assolutamente eccezione.

In definitiva sarebbe decisamente meglio giocare questo titolo su una console portatile, che su una fissa: ottime a tal proposito le feature di supporto (cross-save e cross-play) che sarebbero perfette con l’introduzione del cross-buy, assente ingiustificato anche nell’episodio precedente. Capitolo audio: musiche gradevoli, con lo scopo di accompagnare i giocatori durante l’avventura, e buon doppiaggio in lingua giapponese. Come però capita ormai spesso di recente, il gioco non è stato localizzato in lingua italiana e quindi è sottotitolato solo in inglese.

Trofeisticamente parlando: farming estremo

No, con la parola “farming” non ci riferiamo (purtroppo) al celebre simulatore dedicato all’agricoltura, ma al termine del gergo videoludico che indica quella pratica per la quale dovrete dedicare decine di ore, al fine di ottenere materiali, soldi e oggetti. La difficoltà di questo Platino non è elevatissima, anzi, ma dovrete armarvi di pazienza e affrontare più di 100 ore (anche fino a 200) di caccia ai mostri. Sul nostro forum comunque, abbiamo già provveduto ad inserire l’elenco trofei completo del gioco.

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Gennaro Favatà
Detto anche Giovanni, dagli amici di Ubisoft. Newser, inviato, grafico e se sei fortunato lo trovi anche sul forum di PlayStationBit. Ama alla follia fumetti, cartoni animati, videogiochi e quanto di più colorato e nonsense ci sia, non disdegnando però generi più dark come l'horror e il noir. Inoltre, come ogni eroe che si rispetti, sa trattenere il fiato per dieci minuti.