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VALKYRIE DRIVE -BHIKKHUNI- – Recensione

Sono ormai rari (se non rarissimi) i videogame che vengono “bloccati” in determinate regioni. Successe a Manhunt così come a Canis Canem Edit, traduzione italiana di Bully, che a causa dei particolari messaggi comunicati non vennero commercializzati in Australia. VALKYRIE DRIVE -BHIKKHUNI- fa parte di questa ristretta cerchia di sfortunati titoli, dato che il gioco di PQube non ha visto gli scaffali di Germania e Australia. Ma si tratta davvero di un titolo così scandaloso?

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Ormoni impazziti

VALKYRIE DRIVE -BHIKKHUNI- è un titolo decisamente strano, a cominciare da quello che concerne la trama di gioco. In un futuro non molto prossimo infatti pare che un particolare virus che può essere contratto solo da studentesse liceali sia in grado di trasformarle in delle vere e proprie armi di distruzione di massa.

Per prevenire questa incresciosa situazione in varie parti del mondo, tra cui l’isola di Bhikkhuni in cui hanno luogo gli eventi di gioco, sono state create delle scuole per giovani dotate (in tutti i sensi) che verranno addestrate a utilizzare e soprattutto controllare il loro immenso potere.

Queste ragazze infettate dal terribile V-Virus e soprannominate valchirie vengono spinte a continuare i loro studi in questi luoghi appartati per riuscire a tenere sotto controllo nella maniera meno violenta possibile questa terribile malattia, combattendo molto spesso contro orde di avversari robot così da “scaricare” la tensione accumulata.

Solo sull’isola di Bhikkhuni però alcuni scienziati stanno mettendo a punto una cura per questo terribile morbo, anche se l’arrivo di alcuni soggetti sperimentali affetti da una nuova forma del disagio, ossia il VR-Virus, potrebbe sconvolgere i loro piani. Queste nuove valchirie infatti hanno lo straordinario potere di trasformarsi in armi utilizzabili da altre ragazze affette dallo stesso morbo, diventando imbattibili.

Questa, per quanto confusionaria e molto particolare, è la ragione che si cela dietro l’incredibile serie di combattimenti che dovremo affrontare in missioni sempre più difficili vestendo i panni di procaci lottatrici dotate ognuna di abilità uniche.

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Terapia di gruppo

La narrazione di VALKYRIE DRIVE -BHIKKHUNI-, presentata come una visual novel, fa da contorno a una serie di missioni di combattimento che prenderanno luogo sulla già citata isola, in cui affronteremo sia avversari robotici, sia le nostre compagne d’avventura, spinti sempre di più dagli impulsi del virus.

La formula scelta da PQube è quella di un beat ‘em up che richiama, anche se in maniera molto ridotta, lo stile dei titoli d’azione stile musou, con il nostro personaggio che si potrà muovere a suo piacimento in scenari tridimensionali affrontando ondate e ondate di avversari fino ad arrivare alla battaglia finale contro un potente nemico, solitamente una giovane fanciulla.

Il sistema, in apparenza semplice da gestire, si rivela invece molto profondo e ben strutturato, con la possibilità di utilizzare i vari tasti di scatto e di attacco, tutti delegati ai quattro tasti frontali della console, per inanellare una serie devastante di combo per spezzare la resistenza delle fila nemiche, raggiungendo un moltiplicatore davvero vertiginoso, soprattutto se riusciremo a caricare e attivare la modalità Drive.

Come detto infatti alcune ragazze potranno trasformarsi in armi, utilizzabili dalle loro compagne; il meccanismo di accesso è semplice, una volta caricata la già citata barra Drive ci sarà possibile “smanacciare” una delle due fanciulle che faranno parte del nostro team per far sì che si trasformi in uno strumento d’attacco e possa essere utilizzata dalla sua compagna per decimare i nemici.

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Esplosioni intime

Se i combattimenti contro ondate di minion saranno già di per sé tattici e intensi, il tutto verrà amplificato durante gli scontri con i vari boss , perlopiù altre abitanti dell’isola mosse dall’istinto di dar battaglia a qualsiasi cosa respiri, spesso spinte allo scontro dai presunti dottori che studiano il V-Virus.

Concentrazione e abilità saranno requisiti minimi, soprattutto giocando a difficoltà elevate o molto semplicemente in missioni avanzate, per uscire più o meno illesi da questi scontri. Più o meno, appunto, perché nel momento in cui la nostra lottatrice oppure la sua avversaria subiranno un certo quantitativo di danni a farne le spese saranno… i vestiti.

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Come già visto in titoli quali Senran Kagura e simili infatti le formose ragazze, strizzate in completini che poco lasceranno all’immaginazione, potrebbero improvvisamente ritrovarsi in lingerie a causa di attacchi troppo violenti o comunque di un eccessivo ammontare di danni, il tutto accompagnato da un intermezzo animato.

Questo tipo di fan service “invasivo” fa il paio con la possibilità offerta dal negozio, che non ci darà accesso a equipaggiamenti più potenti bensì a una serie di costumi alternativi per personalizzare le ragazze che compongono il nostro gruppo e decidere abbigliamento e intimo che indosseranno.

Tutta questa ostentazione sarà però divertente solo per i primi minuti di gioco, superati i quali potreste iniziare a sperimentare un certo “boobs sickness” (parafrasando il malessere da troppa realtà virtuale), dato che abbonderanno le scenette messe in piedi apposta per generare situazioni a forte carica sessuale.

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Servizietti agli ammiratori

Come abbiamo accennato all’inizio della nostra recensione, VALKYRIE DRIVE -BHIKKHUNI- è stato colpito da un ban che lo ha estromesso dai mercati tedesco e australiano a causa dei suoi contenuti molto spinti, cosa che in effetti si può notare in diversi momenti di gioco.

L’ottimo titolo di PQube infatti si cela dietro un fan service fin troppo invadente che fa da collante all’intera struttura di gioco e punta a utilizzare sia la trama che i combattimenti come uno strumento per mostrare sul piccolo schermo di PlayStation Vita quante più forme femminili possibili. Un lampante esempio viene dalla trasformazione delle ragazze in armi, evento scandito sempre da cut scene che definire piccanti è dire poco, o dal semplice menu di interazione fuori dai livelli di gioco con le ragazze.

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Il nostro personaggio infatti verrà catapultato in una sorta di bar in cui l’interattività touch della console portatile Sony farà per la prima volta la sua comparsa, dato che potremo toccare le ragazze per guadagnarci il loro affetto. Se a questo aggiungiamo che troveremo uno store dedicato alla sola lingerie più tante piccole chicche qua e là, è facile capire come ci si potrebbe far prendere la mano (in tutti i sensi).

Tutto questo fan service, così come anche i combattimenti, sono supportati da un’ottima grafica tridimensionale che ben figura sul piccolo schermo di PlayStation Vita, così come anche i disegni che sono ormai tradizione dei dialoghi in questo tipo di giochi e che ci mostrano le ragazze in tutto il loro splendore digitale. Ottimo anche il comparto audio, con musiche coinvolgenti ed un doppiaggio sempre molto ben realizzato, seppur non nel nostro idioma.

Trofeisticamente parlando: io ho il P-Virus!

Una delle cose più curiose ed interessanti nel vasto elenco trofei di VALKYRIE DRIVE -BHIKKHUNI-  è sicuramente il fatto che le immagini delle coppe in sequenza ci mostreranno le protagoniste del gioco in tutto il loro splendore. Detto questo, i 50 trofei del titolo spaziano dal semplice completamento del gioco al potenziamento al livello massimo delle caratteristiche delle ragazze, tra cui quello che viene chiamato Boobs Rank. Il Platino comunque richiederà, come da consuetudine in questo tipo di giochi, svariate ore e molto molto farming.

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Stefano Bongiorno
Nato e cresciuto in cattività, il giovane Stefano è stato svezzato a latte in polvere e Nintendo, cosa che lo ha portato con gli anni a dover frequentare svariati osteopati a causa delle deformazioni alle mani causati dall'uso di pad rettangolari. Oggi ha una certa età e scrive per il Bit, non perché abbia una scelta, ma perché altrimenti il boss Dario lo fustiga con le copie invendute di Digimon All-Star Rumble. Nel tempo libero si dedica occasionalmente al suo lavoro di commesso di telefonia e soprattutto alla caccia al Platino, con scarsi risultati.