35MM, titolo sviluppato da Sergey Noskov e da Sometimes You, è sbarcato su PlayStation 4 dopo la pubblicazione su PC nel 2016. Benché l’ambizioso indie susciti un certo fascino grazie all’ambientazione post-apocalittica, non tutto è andato per il verso giusto.

Una Russia post-apocalittica
35MM ci immerge in un mondo spietato, in cui soltanto i più forti possono sopravvivere. L’intero intreccio è semplice e piuttosto lineare, ma i tratti crudi e realistici della narrazione vengono raccontati in maniera davvero efficace.
L’opera ci porterà a vestire i panni di Petrovich, uno dei pochi sopravvissuti a una pandemia che ha annientato gran parte dell’umanità. Assieme al nostro compagno di viaggio, dovremo attraversare i resti di una Russia ormai in rovina e affrontare numerosi pericoli per arrivare alla città natale del protagonista, ritenuta l’unica possibilità di salvezza del genere umano. Le peripezie che affronteremo durante il nostro viaggio, ci porranno di fronte a delle scelte che capovolgeranno ogni nostra moralità per il bene della sopravvivenza.
Il comparto narrativo è, senza ombra di dubbio, la parte più riuscita del titolo. I dialoghi e le interazioni tra i personaggi risultano quasi sempre interessanti e ben strutturati. In particolare, i due protagonisti racconteranno spesso con nostalgia dei tempi andati, e ricorderanno con tristezza le proprie famiglie perdute. Durante le lunghe camminate attraverso le lande desolate della Russia, il nostro compagno ci fornirà preziose informazioni sul passato e sulla caduta dei luoghi che visiteremo, fattore che dona tridimensionalità a dei personaggi in fuga da un mondo ostile.
I destini riservati ai personaggi che incontreremo durante il nostro viaggio ci sbatteranno in faccia le infauste conseguenze di una società ormai al collasso. I rapporti che stringeremo con senzatetto, persone infette e predoni ci condurranno a uno dei tre finali, i quali ci colpiranno dritti al cuore e costituiscono un buon pretesto per rigiocare il titolo.

Tante idee, ma confuse
Contrariamente a quanto detto sul comparto narrativo, il gameplay di 35MM rappresenta una delle diverse note dolenti dell’opera. Di fatto, esso costituisce un confuso mix di generi mal amalgamato. La sensazione è che l’autore abbia messo troppa carne al fuoco avendo a disposizione un budget, del tempo e un personale davvero limitati e che ciò abbia condotto a una cattiva gestione della parte ludica.
Il gioco si presenta come un’avventura grafica stile Telltale Games, ma con tratti da survival horror in prima persona. Oltre alla risoluzione di diversi enigmi ambientali, dovremo anche procurarci delle risorse per sopravvivere alle lunghe camminate. Questi due tratti del gameplay ci permettono di esplorare aree piuttosto vaste, seppur davvero spoglie. La desolazione in cui ci immergeremo potrebbe essere parzialmente giustificata dall’ambientazione post-apocalittica, anche se ciò sottrae qualsiasi interesse reale all’esplorazione.
La ricerca di provviste risulta poco convincente, poiché davvero di rado saremo costretti a consumare del cibo o altre risorse. A tal proposito, alcuni oggetti di sopravvivenza non sono mai stati utilizzati durante tutto il corso della run. Pertanto, avremmo preferito che il tratto da survival horror venisse limitato o, addirittura, cancellato del tutto, in favore di un maggior numero di puzzle ed enigmi ambientali.
Il protagonista è inoltre dotato di una fotocamera con cui poter immortale ciò che si desidera. Sfortunatamente, quest’azione risulta totalmente inutile ai fini del gameplay, se non come semplice Photo Mode. Ci saremmo aspettati che lo strumento ricoprisse un ruolo più rilevante all’interno dell’opera, poiché il titolo del gioco prende il nome da un particolare tipo di pellicola fotografica.
La confusione dello sviluppatore diventa palese quando, nelle fasi avanzate dell’opera, vengono introdotte delle sezioni sparatutto che semplicemente non funzionano. I movimenti legnosi di Petrovich mal si prestano a tale genere. La rigidità e la lentezza del protagonista, specialmente in rapporto alla rapidità di certi nemici, rendono l’utilizzo delle bocche da fuoco davvero impreciso, sgradevole e talvolta frustrante. Dunque, le sezioni da sparatutto in prima persona appaiono davvero fuori contesto.
Un tuffo nella settima generazione
Se le atmosfere cupe e inquietanti costituiscono uno dei punti di forza di 35MM, lo stesso non si può dire per un comparto tecnico davvero insufficiente. I modelli grafici sviluppati con lo Unity Engine risultano davvero datati anche per un titolo pubblicato nel 2016. Graficamente, infatti, 35MM pare provenire direttamente dalla settima generazione di console.
Gli ambienti appaiono spogli e mostrano texture ripetute e a bassa risoluzione, sebbene negli spazi aperti la nebbia e le tonalità di grigio aiutino a fornire nel complesso un buon colpo d’occhio. Di fatto, uno dei pregi più grandi è sicuramente la tetra atmosfera, che dona una costante sensazione di disagio e inquietudine. Sfortunatamente, le pessime animazioni e la totale inespressività dei personaggi rovinano l’immersione all’interno di un mondo ostile, così come non convince mai la rappresentazione delle bestie. In particolare, quelli che dovrebbero essere lupi somigliano più a degli opossum. Inoltre, non sono mancati dei problemi relativi ai bug. In due occasioni, degli oggetti fondamentali per la risoluzione di enigmi ambientali non sono comparsi sul luogo designato, costringendoci a ricaricare la partita.
Il comparto sonoro regala gioie e dolori. Se da una parte le musiche angoscianti si sposano bene con l’ambente desolante e nelle fasi più concitate pongono una discreta agitazione, alcuni effetti sonori risultano mal integrati nell’avventura. È capitato che certi suoni in lontananza si ripetessero all’infinito e che risultassero, al contrario, molto vicini al protagonista.
I dialoghi sono esclusivamente in russo e ciò aiuta nell’immedesimazione, mentre abbiamo riscontrato alcuni difetti nei sottotitoli in italiano. All’interno di alcune frasi abbiamo trovato lettere mancanti, errori di posizionamento e, più di una volta, una strana discordanza tra la persona del verbo ausiliare e quella del participio passato. In un dialogo particolare i sottotitoli sono addirittura passati alla lingua inglese.

Trofeisticamente parlando: viaggio nella desolazione
La lista trofei di 35MM conta un totale di ventuno trofei, suddivisi in quattro bronzi, otto argenti, otto ori e un immancabile trofeo di Platino. Oltre a dover svolgere delle attività secondarie spesso non legate al proseguimento della trama principale, i giocatori dovranno ottenere tre finali diversi per guadagnare il platino, attraverso delle specifiche scelte morali. Completare il titolo al 100% dovrebbe richiedere circa otto ore.