La nostra recensione di Dating Life: Miley X Emily ci porta ad analizzare a fondo una visual novel di stampo classico. Il team di Gamuzumi ci svela cosa può succedere quando due ragazze si incontrano quasi per caso.
I can’t get no satisfaction
Dating Life: Miley X Emily mette nei panni di una giovane e prosperosa ragazza, chiamata appunto Miley. La donna, rimasta lontana per lungo tempo dal mondo degli appuntamenti, decide di appoggiarsi a una famosa applicazione.
La versione senza copyright di Tinder però, a causa di un errore, crea un match con un’altra ragazza, Emily. Entrambe le donne sono eterosessuali, ma decidono di vivere l’avventura e procedere con l’incontro combinato dal destino. Quello che succederà alla fine dipenderà solo dalle scelte del giocatore.
Dating Life: Miley X Emily è una visual novel che offre ben cinque finali diversi, raggiungibili operando le giuste scelte di dialogo. Si tratta anche della classica struttura del genere, qui ripreso in chiave yuri, termine usato per le relazioni tra due donne nei manga.
Donne, dududu
Se non siete familiari con le visual novel, allora sappiate che ciò che vi attende in Dating Life: Miley X Emily è una corposa mole di dialoghi. L’intera avventura non presenta nessun filmato e propone gli unici due personaggi del gioco, ossia Miley ed Emily, statici a schermo con sfondi fissi variabili.
La realizzazione dei modelli è molto buona, con il classico stile manga in cui la protagonista fa la parte della donna formosa e un po’ sbadata. Le immagini aiutano anche a far trasparire le emozioni dei personaggi, altrimenti di difficile comprensione dai dialoghi.
Decisamente anonimi invece i fondali, che vanno dal classico bar, al ristorante, per concludere con scene all’aperto. Niente d’inedito o di clamoroso, solo ordinaria amministrazione che contestualizza le scene.
I just can’t get enough
Come avrete notato non abbiamo praticamente parlato della trama, se non per il breve accenno iniziale. Questo perché, a dispetto dei suo cinque finali, Dating Life: Miley X Emily è una visual novel brevissima e dalla trama scontata.
Chi dovesse soffermarsi a leggere ogni striscia delle interazioni tra le due giovani impiegherà una ventina di minuti circa per giungere alla conclusione. In questo lasso di tempo, le scelte multiple che dovrebbero essere cuore pulsante del gioco si contano sulle dita di una mano. Delle poche presenti, inoltre, alcune opzioni saranno totalmente casuali, come la scelta tra bere vino o bourbon.
Se poi non masticate l’inglese, sappiate che Dating Life: Miley X Emily non propone una traduzione in italiano. Buona invece la composizione generale dei dialoghi, sempre sufficientemente intriganti. Il menu opzioni si offre comunque ricco di tutte le funzioni tipiche del genere. Oltre a poter impostare l’avanzamento automatico potremo modificare la velocità del testo e persino la sua risoluzione.
Tell me why
Giunti a questo punto della nostra recensione vi starete chiedendo se, nella sua brevità, Dating Life: Miley X Emily sia in grado di regalare emozioni.
La risposta è un sì solo parziale: la storia non decolla mai, salvo quei momenti in cui prende piede la storia d’amore. Le immagini di fan service regalano qualche piccola emozione (che non vi sveliamo) senza mai essere troppo spinte. Gamuzumi ha comunque deciso di osare, seppur rinunciando alla volgare nudità che avrebbe stonato, visto anche lo stile generale della novel.
A livello grafico il gioco invece non si spinge mai oltre l’ordinario. I testi in giallo, inoltre, stancano abbastanza gli occhi, nonostante sia possibile modificarli dalle opzioni. Valida la colonna sonora, forse uno dei pregi più grandi di un gioco che altrimenti si sarebbe perso all’ombra di migliaia di altre opere simili.
Trofeisticamente parlando: che male c’è?
Se chiedete ai giocatori il motivo per cui hanno acquistato questa visual novel, il 90% vi risponderà “per i trofei”. La lista di Dating Life: Miley X Emily è semplicissima, comprende uno scintillante Platino e può essere completata in tre minuti netti. Centottanta secondi di piacere e di sonori “pling” con una difficoltà di sblocco pari a zero.