Deliver Us The Moon Next Gen – Recensione

Sviluppatore: KeokeN Interactive Publisher: Wired Productions Piattaforma: PS5 Genere: Avventura Giocatori: 1 PEGI: 12 Prezzo: 24,99 € Italiano:

Abbiamo realizzato per voi la recensione della versione next gen di Deliver Us The Moon. Il titolo di KeokeN Interactive e Wired Productions arriva su PlayStation 5. Il rompicapo di avventura del team olandese punta ad avvantaggiarsi della potenza delle nuove console per offrire una Luna ancora più realistica.

Da grande voglio fare l’astronauta

Come vi abbiamo svelato nella recensione della versione PlayStation 4 del titolo, Deliver Us The Moon ha avuto un sviluppo decisamente travagliato. Nonostante questo, nel mese di aprile 2020, il gioco ha visto la luce su PlayStation 4, ricevendo recensioni incredibilmente positive. Le ambientazioni spaziali, unite a una trama complessa e ben studiata e a un comparto tecnico di prim’ordina, hanno permesso a quest’avventura di emergere dall’anonimato.

Vogliamo partire proprio dalla trama, prima di concentrarci sulle novità della versione next-gen, per affrontare un tema incredibilmente attuale. La storia di Deliver Us The Moon racconta di un futuro non molto lontano in cui, tra appena trent’anni, le risorse energetiche della Terra si esauriranno. L’unico modo per sopravvivere è trovare una nuova fonte di energia, identificata nell’Helium-3. Questa particolare risorsa, però, è presente solo sulla Luna. Ecco perché le menti più brillanti dell’umanità studiano un sistema di trasmissione a microonde, l’MPT, che riesce a trasportare l’energia e mantenere in vita la Terra.

Tutto sembra andare per il meglio, ma la stazione lunare si guasta, bloccando l’afflusso di Helium-3 e mandando il pianeta blu in rovina. Tutte le speranze del’umanità vengono quindi riposte in un individuo pronto a viaggiare sull’ultimo razzo funzionante. Se riuscirà a ripristinare l’MPT, la Terra tornerà a vivere. Se fallirà, tutto sarà perduto. Con queste premesse inizia Deliver Us The Moon, una storia carica di colpi di scena e costruita per intrattenere e coinvolgere il giocatore. Atterriamo quindi sulla Luna e proviamo a completare la missione.

La Luna come non l’avete mai vista

Lo sbarco (termine decisamente calzante, parlando di avventura lunare) su PlayStation 5 di Deliver Us The Moon ha permesso ai ragazzi di KeokeN Interactive d’introdurre una serie di novità. La più rilevante è ovviamente legata alla qualità grafica: il gioco implementa ora il famoso ray tracing. Tramite questa tecnica, è stata introdotta la gestione delle ombre dinamiche e dei riflessi prodotti dalle superfici a specchio delle installazioni spaziali da esplorare.

Inutile quindi dire che attraversare i corridoi silenziosi e deserti dell’hub lunare Copernicus o di Tombaugh risulta ancora più affascinante e coinvolgente. Tutto sembra vivo e quasi reale, alzando ulteriormente l’asticella di quanto proposto dal team e dimostrando che questi ragazzi saranno sicuramente in grado di regalarci soddisfazioni in futuro. Se non vi basta questo per tornare a visitare la Luna (o farlo da zero, magari), sappiate che la nuova versione di Deliver Us The Moon include anche una risoluzione in 4K dinamici.

Sotto l’aspetto grafico, il gioco cerca di sfruttare in pieno la qualità della nuova generazione di console, spingendo PlayStation 5 a pieno regime e cercando di mostrare che, pur non raggiungendo la qualità dei prodotti sviluppati solo per nuova generazione, anche le opere della old-gen sanno ancora regalare grandi emozioni.

Nello spazio, bisogna adattarsi

Il passaggio su PlayStation 5 di Deliver Us The Moon non è solo un mero esercizio grafico. KeokeN Interactive si è infatti impegnata per tenere alta anche la qualità di un sonoro che è stato elogiato nella stragrande maggioranza delle recensioni. Il silenzio assordante che aleggia sulla stazione parziale viene infatti spezzato da effetti sonori ottimamente realizzati. Tutto sembra galleggiare, proprio come in assenza di gravità, lasciando al giocatore l’ansia di un esplorazione circondato solo dal nulla cosmico, pareti della stazione spaziale e un taciturno robot aiutante.

A spezzare questi vuoti ci pensano gli audio, doppiati sfortunatamente solo in lingua inglese (sebbene i sottotitoli vengano in soccorso ai giocatori meno pratici della lingua) che raccontano in maniera egregia e ben scandita la trama a cui abbiamo accennato nel nostro primo capitolo. Tutto rimane ben congegnato, sebbene il passaggio su console next-gen in questo caso non abbia portato reali innovazioni, solo qualche piccola correzione.

Ciò che stupisce è invece la decisione di sfruttare i trigger adattivi del DualSense, per regalare ai giocatori un’esperienza ancora più immersiva pad alla mano. Non aspettatevi anche qui innovazioni clamorose come visto in AstroBot, ma piuttosto una miglioria che fa sentire un passo o due più vicini a un vero viaggio sulla Luna.

Lo spazio non vibra di energia?

Nonostante tutte queste migliorie, la versione PlayStation 5 di Deliver Us The Moon presenta una sanguinosa dimenticanza che non siamo riusciti a digerire. Gli sviluppatori si sono dati un gran da fare per riuscire a tirare fuori il meglio dalla nuova console Sony, tralasciando però l’elemento che sarebbe stato in grado di portare l’avventura lunare degli appassionati di fantascienza su un altro livello.

Stiamo parlando, purtroppo, del feedback aptico: la vibrazione, quanto meno in fase di recensione, è infatti pressoché assente. Il pad, per quanto ben calibrato sull’utilizzo dei trigger e sempre pronto a rispondere ai comandi, rimane sostanzialmente fermo, salvo rari e minimi sussulti. L’unica vera botta di vita la si ha quando Deliver Us The Moon sfrutta gli speaker per trasmettere i messaggi, regalando la sensazione di avere all’orecchio una vera trasmittente.

La mancanza di tremiti e di effetti quando si affrontano le situazioni più concitate o quando si manovrano i macchinari lunari è però davvero frustrante. Non si tratta comunque di un elemento che danneggia l’intera esperienza, ma sicuramente la rende come detto meno coinvolgente di quanto potrebbe essere. La speranza, inutile a dirlo, è quella di una piccola patch che possa portare la vibrazione anche sulla Luna (anche senza bisogno di MPT) per spingerci a completare le cinque ore abbondanti di campagna ancora una volta.

Trofeisticamente parlando: Luna di Platino

Trattandosi di una versione migliorata di un gioco pubblicato su PlayStation 4 due anni fa, la lista trofei di Deliver Us The Moon non ha subito alcun tipo di variazione. Le richieste sono tutte molto semplici e dirette, e portano all’ottenimento di un trofeo di Platino facile e veloce. La presenza di una funzione di selezione capitolo permette inoltre di accedere alle aree in cui avessimo mancato delle coppe per evitare problemi di completamento o run aggiuntive.

VERDETTO

La recensione della versione PlayStation 5 di Deliver Us The Moon valuta solo le migliorie che i ragazzi di KeokeN Interactive hanno apportato alla loro eccellente opera, pubblicata ormai più di due anni fa su PlayStation 4. L'avventura nello spazio trae un grande giovamento dal passaggio alla next-gen, sfruttandone la potenza per proporre una grafica con risoluzione in 4K e un ray tracing in grado di rendere ancor più vive e coinvolgenti le ambientazioni lunari. Anche il comparto audio, già eccellente, trae giovamento dal cambio. Ottima anche la scelta di sfruttare i trigger adattivi, mentre troviamo davvero sanguinosa la decisione di non implementare il feedback aptico per regalare ulteriori emozioni ai giocatori. Questo neo non permettere a Deliver Us The Moon di ottenere un voto ancora più alto, ma anche così vi suggeriamo non farvi scappare l'ultima navetta per la Luna. Volate nello spazio per salvare la Terra: vi assicuriamo che non ve ne pentirete.

Guida ai Voti

Stefano Bongiorno
Nato e cresciuto in cattività, il giovane Stefano è stato svezzato a latte in polvere e Nintendo, cosa che lo ha portato con gli anni a dover frequentare svariati osteopati a causa delle deformazioni alle mani causati dall'uso di pad rettangolari. Oggi ha una certa età e scrive per il Bit, non perché abbia una scelta, ma perché altrimenti il boss Dario lo fustiga con le copie invendute di Digimon All-Star Rumble. Nel tempo libero si dedica occasionalmente al suo lavoro di commesso di telefonia e soprattutto alla caccia al Platino, con scarsi risultati.