Frogun – Recensione

Sviluppatore: Molegato Publisher: Top Hat Studios Piattaforma: PS4 (disponibile anche per PS5) Genere: Platform Giocatori: 1 PEGI: 7 Prezzo: 14,99 € Italiano:

Abbiamo vestito i panni di una giovane archeologa per la recensione di Frogun. Il team di Molegato, supportato da Top Hat Studios, ha portato a termine con successo una campagna Kickstarter per dare alla luce un platform tridimensionale che strizza l’occhio ai classici del passato. Con un occhio alla nostra adorata PlayStation One e una spolverata alle mitiche Memory Card, siamo pronti a lanciarci in quest’avventura.

Giovane e intrepida

La trama di Frogun è incredibilmente semplice ma, nonostante questo, perfettamente funzionale al tipo di esperienza proposta. I genitori della giovane protagonista, Renata, sono archeologi rinomati in tutto il mondo. Questa però non è la loro unica peculiarità: i due sono infatti degli eccellenti esploratori, oltre che degli inventori di tutto rispetto. La figlia li ha sempre accompagnati nelle loro avventure intorno al mondo, o almeno l’ha fatto fino a oggi. Le rovine di Belzebù sono infatti un luogo troppo pericoloso per la giovane, tanto che i genitori decidono di lasciarla al campo base.

Qualcosa però non va per il verso giusto. Per un po’ Renata si rintana nella sua tenda, ferita nell’orgoglio. In breve capisce però che qualcosa non va: dopo tre giorni, i due archeologi non hanno infatti ancora fatto ritorno da lei. La decisione è immediata: Renata prende l’ultima invenzione della coppia, la Frogun, e si avventura verso le rovine per cercare di salvarli da chissà quale misteriosa minaccia. Il tutto viene raccontato per mezzo di una serie di disegni realizzati a mano di ottima fattura, accompagnati da testo a schermo. Quest’ultimo è sfortunatamente solo in inglese, ma non così complicato da dare problemi di comprensione.

Abbiamo così delineato il “pretesto” che porta i giocatori ad affrontare un platform tridimensionale che ricorda da vicino opere come Super Mario 64 e simili.Renata si trova a muoversi infatti in una serie di livelli di difficoltà crescente, divisi in sei diverse location. Alla fine di ogni sessione, troviamo l’immancabile boss da affrontare, scoprendone i punti deboli tentativo dopo tentativo. Andiamo però con ordine e mettiamo piede cautamente nelle rovine di Belzebù, onde evitare di rimanere vittima delle sue terribili minacce.

Lingua appiccicosa

Se avete passato la vostra gioventù giocando al mitico Crash Bandicoot (o magari sfruttato la recente raccolta), allora vi sentirete subito a casa con Frogun. La protagonista si muove in ambienti tridimensionali in cui è possibile ruotare la visuale utilizzando la levetta analogica destra. Questo consente al giocatore di analizzare l’ambiente circostante, scoprendo magari passaggi segreti e aree piene di tesori. Per raggiungerle, è possibile sfruttare le due abilità che contraddistinguono la giovane Renata.

La prima è l’immancabile salto, che permette di superare agilmente baratri non troppo ampi e scavalcare gli ostacoli. La seconda è rappresentata dall’arma inventata dai genitori della giovane, la già citata Frogun. Quella in mano alla protagonista è infatti una pistola molto particolare, che non utilizza alcun tipo di proiettile. Come il nome lascia intendere, lo strumento è di fatto una rana, che può sparare la sua lingua appiccicosa in linea retta. Quest’abilità può essere utilizzata in vari modi: alcuni oggetti e nemici possono essere afferrati e successivamente lanciati. Parliamo ovviamente di elementi di piccole dimensioni, che Renata può sollevare senza fatica.

Quando viene afferrato qualcosa di più grande, l’effetto che si ottiene è l’opposto. Con una presa salda sulla Frogun, Renata viene infatti trascinata verso l’oggetto o il nemico colpito. Questa funzione può essere utilizzata anche per colpire pareti, superando così senza fatica enormi strapiombi che causerebbero la morte. Tutto è comunque integrato alla perfezione, oltre che spiegato abilmente al giocatore per mezzo di alcuni tutorial testuali sparsi nei primi schemi. Nulla è lasciato all’intuizione, rendendo così Frogun accessibile a qualsiasi tipologia di giocatore.

Rapido ma doloroso

Nonostante i numerosi elementi messi in campo dai ragazzi di Molegato, Frogun si rivela un gioco incredibilmente rapido e immediato. I primi livelli hanno una durata e una dimensione davvero esigue, tanto che potranno essere completati agilmente in meno di un minuto. La situazione cambia man mano che si prosegue nell’esplorazione delle rovine, che mettono il giocatore davanti a pericoli sempre più grandi. Le aree esplorate da Renata infatti pullulano di guardiani pronti a farci la pelle, così come di possibilità di morire. Oltre ai baratri troviamo punte retrattili, corsi d’acqua impetuosi, massi rotolanti e molto altro. In buona sostanza, tutto l’arsenale di trappole che ogni Indiana Jones potrebbe trovarsi di fronte.

Non mancano nemmeno piccoli enigmi, che chiedono al giocatore sforzi mentale per scoprire leve o pulsanti da attivare. A volte sarà necessario anche un piccolo backtracking, per scoprire che aree prima inaccessibili possono essere esplorate. La maggior parte delle sfide si basa comunque sul try and error, con la richiesta di apprendere specifici pattern così da superare più o meno indenni le varie aree. Questa sensazione si amplifica contro i boss che, come da tradizione dei platform, hanno un set prestabilito di mosse da imparare. Una volta capiti gli attacchi, diventa possibile sconfiggerli senza troppa fatica.

A rendere tutto più interessante ci pensano alcune varianti sul tema. In alcuni momenti, il cacciatore di tesori Jake e il serpente Snatch sono pronti a sfidare Renata in gare di velocità. Non manca nemmeno un negozio in cui acquistare oggetti cosmetici e collezionabili, investendo le monete raccolte nei vari livelli. Proprio le monete sono uno dei tesori che Renata può ottenere: ogni schema infatti offre una serie di sfide opzionali che rendono tutto più piccante. Oltre a trovare tutte le monete, i completisti possono cercare le due gemme, raccogliere note dei passati esploratori e cercare di ottenere la pietra maledetta in aree segrete. Riuscire a completare queste richieste e terminare il livello entro un dato tempo permette di completare gemme libellula, utili per aprire forzieri e sbloccare potenziamenti.

Vola come una farfalla, pungi come un’ape

Come avrete intuito arrivando a questo punto della recensione, Frogun è un titolo con tantissimi elementi positivi, che si ispira ai platform tridimensionali del passato per offrire un’esperienza fresca e divertente. Ad essere molto curato è anche il comparto tecnico, con comandi precisi e facili da assimilare. Renata si muove agilmente tra le varie piattaforme e i salti sono sempre precisi, con assenza totale di una scivolosità che spesso contraddistingue questa tipologia di opere. L’unica pecca, in questo senso, è un’eccessiva velocità di movimento del personaggio, che a volte rende difficile mirare per sparare con la Frogun. Si tratta comunque di un elemento che non danneggia eccessivamente il gameplay, complice anche la possibilità di riprovare all’infinito qualsiasi livello.

Parlando di gameplay, è doveroso sottolineare che l’impegno del team non si è fermato a una campagna in singolo comunque dalla buona longevità. Chi non è sazio dell’avventura di Renata e della raccolta spasmodica dei vari collezionabili può infatti affrontare le modalità Boss Rush e Brutal Rush, per sfide decisamente più intense adatte ai “piattaformisti” esperti. Presenti anche tante piccole chicche, come la modalità foto con tanto di selfie, un bestiario e i già citati oggetti cosmetici per personalizzare l’aspetto di Renata.

In tutto turbinio di elementi, i ragazzi di Molegato non si sono dimenticati di curare il lato tecnico della loro creatura. La grafica di Frogun ricorda volutamente i platform anni Novanta, offrendo ambientazioni colorate e molto dinamiche, piene di piattaforme che crollano, cascate e torce. Anche l’aspetto scelto per i personaggi e i mostri è volutamente cartoon, una scelta decisamente azzeccata. Altrettanto di qualità una colonna sonora che, pur non risultando eccessivamente invadente, accompagna in maniera corretta l’intera avventura. Unica nota stonata, l’effetto di dialogo legato alla pistola (che fa da tutorial), che ha un volume forse un po’ troppo elevato. Niente di eccessivamente fastidioso, comunque, e in ogni caso limitato a pochi istanti in un numero ridotto di livelli.

Trofeisticamente parlando: rospi, mosche e trofei

L’elenco trofei di Frogun racchiude al suo interno un totale di trentuno coppe, Platino compreso. Per agguantare la massima ricompensa sarà però necessario impegnarsi a fondo, dato che oltre a sbloccare tutti i collezionabili bisognerà completare sia la modalità Boss Rush che quella Brutal Rush. Come se non bastasse, sono presenti anche alcune richieste di miscellanea. Gli appassionati di platform non dovrebbero comunque avere problemi, i cacciatori meno abili, invece, potrebbero trovare qualche ostacolo in più.

VERDETTO

Se state cercando un platform tridimensionale che vi faccia rivivere le gioie del passato, allora Frogun è il gioco che fa al caso vostro. L'opera di Molegato e Top Hat Studios trasuda amore per le piattaforme da ogni poro, offrendo meccaniche semplici ma divertenti con l'aggiunta di una sfida mentale aggiuntiva legata all'utilizzo della pistola gracchiante. Pazienza poi se alcune texture non sono pulitissime e se a volte la mira risulta un po' imprecisa: la gioia che si ha nell'esplorare ogni ambiente, scoprirne i segreti e abbattere nemici e boss di ogni tipo è davvero grande. Al mondo ci vorrebbero più avventuriere come la simpatica Renata.

Guida ai Voti

Stefano Bongiorno
Nato e cresciuto in cattività, il giovane Stefano è stato svezzato a latte in polvere e Nintendo, cosa che lo ha portato con gli anni a dover frequentare svariati osteopati a causa delle deformazioni alle mani causati dall'uso di pad rettangolari. Oggi ha una certa età e scrive per il Bit, non perché abbia una scelta, ma perché altrimenti il boss Dario lo fustiga con le copie invendute di Digimon All-Star Rumble. Nel tempo libero si dedica occasionalmente al suo lavoro di commesso di telefonia e soprattutto alla caccia al Platino, con scarsi risultati.