Kingdom of Arcadia – Recensione

Sviluppatore: Ratalaika Games Publisher: Eastasiasoft Piattaforma: PS4 (disponibile anche per PS5) Genere: Action RPG Giocatori: 1 PEGI: 3 Prezzo: 5,99 € Italiano:

Oggi andremo a recensire Kingdom of Arcadia, un action in stile metroidvania realizzato da Ratalaika Games che sia aggiunge alla lista dei trofei di Platino facili e veloci. Un vero e proprio marchio di fabbrica per lo studio di sviluppo spagnolo. Vale la pena giocarlo? Scopritelo nella nostra recensione.

Inghiottito

La narrazione è molto semplice, impersoneremo Sam, un ragazzino molto curioso con la passione per i videogiochi. Un giorno, ritrovatosi da solo in casa, decide di provare l’arcade machine, un cabinato situato in garage di proprietà del padre. A detta del genitore, questo cabinato potrebbe far provare a Sam l’esperienza videoludica migliore della sua vita. Il protagonista, incuriosito dalle sue parole, decide di accendere il cabinato e iniziare a giocare, ma all’improvviso una misteriosa luce verde lo avvolge trasportandolo all’interno del gioco, nel regno di Arcadia.

Arrivati nel pixelloso regno, ci ritroveremo in quella che sembra essere la sala d’udienza del re, che rivolgendosi al protagonista, gli  assegnerà una missione molto importante: raccogliere i cinque scettri per evitare che il malvagio mago Draken possa impadronirsi del mondo. 

Saltelli e arma bianca

Nei venticinque livelli a disposizione avremo modo di ritrovarci in variegate sezioni di combattimento e platform. Se le situazioni dove il nostro Sam dovrà saltellare da una piattaforma all’altra ci hanno soddisfatto, non possiamo dire lo stesso di quelle in cui dovremo brandire le armi. Queste ultime risultano troppo identiche e limitate a eccezione delle boss fight, sempre diverse, che sono sicuramente la cosa più interessante del titolo.

Per quanto riguarda appunto le armi, Sam avrà a disposizione soltanto una spada (utilizzabile con il tasto quadrato), un’armatura e dei pugnali da lancio (assegnati al tasto cerchio), tutti potenziabili grazie all’utilizzo di monete che potremo trovare in giro per gli stage e dopo aver sconfitto i nemici.

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Pixelato

La grafica, realizzata in pixel art ci è sembrata artisticamente soddisfacente. I nemici che andremo a incontrare purtroppo non sono molto variegati e quei sei o sette modelli disponibili subiscono un recolor delle skin con il progredire del gioco. Un plauso viene fatto invece ai modelli dei boss, tutti diversi e ben realizzati, con pattern d’attacco graficamente distintivi. I livelli appaiono abbastanza ispirati e tutti diversi fra loro, mentre una nota dolente va alle animazioni, davvero troppo poche e statiche.

Durante la nostra avventura avremo soltanto una colonna sonora in loop per ogni livello. Essendo molto leggera non l’abbiamo trovata eccessivamente fastidiosa. Le campionature sonore relative agli effetti invece sono poche e poco originali. Ultima considerazione: Kingdom of Arcadia è disponibile solo in lingua inglese.

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Trofeisticamente parlando: a un’ora dal trofeo di Platino

Il trofeo di Platino di Kingdom of Arcadia è davvero semplice e potrà essere ottenuto nel giro di un’oretta scarsa. Con le monete acquisite dovremo potenziare i tre pezzi di equipaggiamento soltanto una volta, scoprire dieci segreti su venti disponibili e completare tutti i livelli del primo e del secondo capitolo. Un trofeo di Platino facile e veloce, non trovate? Al solito, per tutte le informazioni vi rimandiamo all’elenco trofei.

VERDETTO

Kingdom of Arcadia è uno di quei videogiochi che ci piacerebbe consigliare come riempitivo fra una sessione di gioco e l'altra. Un trofeo di Platino veloce, il prezzo irrisorio e l'esperienza tutto sommato positiva rendono questo titolo un must per tutti i cacciatori che hanno voglia di mettere nuovi trofei in bacheca e provare una sfida abbastanza interessante.

Guida ai Voti

Gianfrancesco Maturo
Fin da piccolo ho sempre avuto una curiosità immane per i videogiochi. Nel 1999 ho ricevuto come regalo di compleanno (dopo vari capricci) la mia prima PlayStation. Sono passati gli anni, sono passate le generazioni, ma la passione è sempre qui, e probabilmente mi accompagnerà ancora a lungo.