Klonoa Phantasy Reverie Series – Recensione

Sviluppatore: Monkey Craft Publisher: Bandai Namco Entertainment Piattaforma: PS5 (disponibile anche per PS4) Genere: Platform Giocatori: 1-2 PEGI: 7 Prezzo: 49,99 € Italiano:

Dopo il rinfrescante tuffo nel passato con Pac-Man Museum +, torniamo indietro negli anni con la recensione di Klonoa Phantasy Reverie Series. Bandai Namco continua infatti a riproporre ai giocatori vecchie glorie del passato. Per farlo, ha sfruttato questa volta l’aiuto del team di Monkey Craft. Vestiamo i panni del mitico Viaggiatore dei Sogni, per rivivere le emozioni provate sulle prime due PlayStation e non solo.

La porta fantasma

Se siete dei profani, è indispensabile una piccola infarinatura prima di lanciarci nella recensione di Klonoa Phantasy Reverie Series. L’opera infatti include la versione rimasterizzata dei due capitoli di una saga diventua rapidamente un classico. Klonoa: Door to Phantomville venne pubblicato nel 1997 (ossia venticinque anni fa) sulla mitica PlayStation One. Il gioco fu seguito quattro anni dopo da Klonoa 2: Lunatea’s Veil su PlayStation 2. La storia originale ruota attorno a Klonoa, una sorta di gatto antropomorfo, e al suo amico Huepow, un piccolo e amichevole spirito. La coppia vive a Phantomville, terra la cui esistenza di basa sui sogni degli umani. Uno spirito oscuro chiamato Ghadius minaccia però di trasformare Phantomville in un mondo d’incubi. I nostri eroi partono quindi all’avventura per fermare lui e le sue emanazioni.

Il seguito delle avventure di Klonoa si svolge invece a Lunatea, un regno da esplorare in compagna di Lolo. Questa sacerdotessa in formazione dovrà muoversi tra quattro aree, evitando la pirata Leorina. Questa infatti è desiderosa di ottenere il potere degli dei e farà di tutto per riuscirci. Questa, molto in breve, è la trama dei due capitoli di questa saga di platform in 2.5D. I giocatori controllano Klonoa e cercano di superare ostacoli, abbattere mostri e sconfiggere terribili boss. La struttura è dunque quella classica dei giochi dell’epoca, da Tombi a Crash Bandicoot. L’idea di fondo di creare un’icona facilmente riconoscibile da qualsiasi giocatore. L’impresa, in questo senso, è più che riuscita. Klonoa è infatti diventato rapidamente uno dei platform più apprezzati di PlayStation, tanto da meritarsi nel 2008 un primo remake su Nintendo Wii (soltanto però di Door to Phantomville).

Il team di Monkey Craft è partito proprio da questa versione riveduta e corretta per dar vita alla Phantasy Reverie Series. Fatte le dovute premesse, possiamo infatti iniziare a parlare della nuova versione. Quella del 2022 ha la funzione di celebrare i venticinque anni del personaggio. La raccolta include, come detto, entrambi i capitoli della saga, migliorati per l’occasione e adattati alla potenza di PlayStation. Il nostro eroe gatto si mostra fin da subito in tutto il suo splendore, con una grafica pulita in grado di girare a 60 fps e di raggiungere i 4K di risoluzione. Niente che non ci si aspettase dal team di Banda Namco, da sempre attento a proporre rimasterizzazioni in grado di utilizzare al meglio le nuove tecnologie. Vediamo però se, pad alla mano, le sensazioni regalate dalle avventure di Klonoa sono paragonabili a quelle vissute tanti anni fa.

Non ci sono più le mezze stagioni

Uno dei sintomi della vecchiaia (che io stesso sento sulle spalle) è quello di ricordare con piacere la prima versione di molte remastered che appaiono su PlayStation. Non parliamo ovviamente di The Last of Us, ma piuttosto di titoli come Syphon Filter, che solo una parte degli attuali utenti della console Sony hanno avuto la fortuna di giocare in versione originale. Tra questi non possiamo non annoverare Klonoa: Door to Phantomville, capitolo da cui parte la nostra recensione. Il titolo ha ormai accumulato vari anni dal quel lontano 1997.

Come detto nella nostra lunga introduzione, Klonoa si trova nella sua Phantomville, cercando di fermare il malvagio Ghadius. Il piano del cattivo di turno è sfruttare un pendente lunare per riempire il mondo di incubi. Le meccaniche sono quelle tipiche dei platform vecchia scuola, con il nostro eroe pronto a percorrere una serie di schemi di difficoltà crescente. Lo scorrimento è orizzontale, con spostamenti d’inquadratura e una grafica che danno l’illusione di tridimensionalità. Dimenticatevi però gli enormi open world o la libertà di un Crash Bandicoot qualsiasi. Klonoa: Door to Phantomville ricorda infatti più da vicino opere come Sonic e Super Mario (con le dovute proporzioni). L’unica aggiunta è che il nostro eroe può sfruttare un particolare “proiettile di Eolo” per catturare i nemici. Una volta fatto, potrà lanciarli o usarli come trampolino, per superare baratri e simili.

La grafica, in questo primo capitolo (come anche nel secondo) è colorata e sgargiante, segno della spiccata volontà di proporre un’esperienza adatta a tutti. Proprio per questo motivo, Bandai Namco ha deciso d’introdurre una modalità semplificata, per permettere a qualsiasi tipologia di giocatore di completare l’avventura. I livelli non nascondono però solo insidie, ma anche una serie di abitanti da salvare che rappresentano di fatto i collezionabili del gioco. Tutto è comunque ben amalgamato: un mix classico in cui l’accento è posto sulle battaglie con i boss. Non aspettatevi però, almeno in questo primo capitolo, clamorose evoluzioni del personaggio. Il nostro Klonoa infatti non acquisisce particolari abilità, rimanendo sempre fedele a se stesso. Lanci di nemici e salti precisi sono quindi sufficienti a “portare a casa la pagnotta” e salvare Phantomville dalla minaccia.

Non voglio mica la Luna

Arriviamo così, dopo la nostra roboante vittoria, al secondo capitolo della serie. Klonoa 2: Lunatea’s Veil si apre con l’apparizione in sogno al nostro eroe di misteriose figure che chiedono il suo aiuto. Lolo, un’aspirante sacerdotessa, e il suo amico Popka volgiono salvare la terra di Lunatea da una Quinta Campana. Questa minaccia l’equilibrio del mondo, retto da quattro Campane dell’Armonia, i cui rintocchi rassicurano gli abitanti.

La seconda avventura di Klonoa non porta però particolari innovazioni al gameplay. La struttura è sempre in 2.5D, con il protagonista pronto a spostarsi da destra a sinistra sfruttando le sue abilità. Torna il già citato proiettile di Eolo, indispensabile per sbarazzarsi dei nemici. Presenti anche in questo capitolo una serie di collezionabili, identificati questa volta in una serie di bambole. Il cambio di ambientazione permette però di modificare la struttura di gioco, che passa dalla gestione di visioni all’esplorazione dei quattro regni di Lunatea. Nonostante queste modifiche, Klonoa 2 rimane fedele alla sua struttura. L’unica novità sono alcune sezioni a bordo di una sorta di tavola da surf ad aria.

Tutto è squisitamente retro, con le immancabili sequenze platform da padroneggiare e una serie di boss da sconfiggere. Si può amare oppure odiare, senza possibilità d’appello. Quasi totalmente assente, anche in questo caso, un’evoluzione dell’eroe o l’ottenimento di poteri aggiuntivi che possano modificare il gameplay. L’intera storia scorre senza sorprese, regalando però una serie d’interessanti scambi di battute tra personaggi che contestualizzano i salti e i combattimenti a cui il giocatore va incontro.

Siamo nel nuovo millennio

Le innovazioni più grandi apportate ai due capitoli della serie Klonoa non sono, ovviamente, legate al gameplay. Trattandosi di una versione rimasterizzata e non di un prodotto rivisitato, quella fatta da Bandai Namco e Monkey Craft è sicuramente una scelta condivisibile. I comandi sono rimasti come detto pressoché invariati. La precisione dei controlli è stata invece affinata e resa più fluida, per garantire un’esperienza adatta al nuovo millennio. La pubblicazione su PlayStation 5 ha inoltre permesso, come già anticipato, d’inserire in Klonoa Phantasy Reverie Series i celeberrimi 60 fps e una risoluzione 4K. Questo rende, manco a dirlo, il mondo di gioco ancora più scintillante e affascinante.

La pulizia grafica e lo smussamento dei personaggi e delle ambientazioni è sotto gli occhi di tutti. Klonoa non è mai apparso così in forma, con tante piccole lavorazioni che danno vita a un prodotto che pur mostrando i suoi anni si mantiene giovane. Una sorta di lifting, per usare un termine estetico, che non trasforma i due capitoli in una macchietta. La rivisitazione li rende piuttosto appetibili anche a un pubblico giovane di nuovi potenziali fan. La scelta si ripercuote anche su una colonna sonora che rimane sostanzialmente invariata rispetto a quella dei capitoli visti sulle prime due PlayStation. Anche qui una passata di spugna permette comunque di apprezzare maggiormente le sfumature musicali e la qualità generale delle tracce.

Invariata, come è giusto che sia, la longevità. Il primo Klonoa richiederà circa quattro o cinque ore per essere completato. La durata del secondo capitolo si attesta invece sulla decina di ore. Una buona durata generale, quindi, senza esagerare. Quello che invece cambia rispetto alla versione classica dei giochi è legata al multiplayer. Bandai Namco ha infatti deciso d’introdurre una funzione di cooperativa locale. Sfruttandola, due utenti possono divertirsi contemporaneamente interpretando Klonoa e il suo amico spirito. Una scelta dettata dalla volontà di rendere condivisibile l’esperienza e che riesce a non snaturare lo stile di Klonoa. Si tratta anche di un ottimo pretesto per riaffrontare queste avventure, pur avendole già completate anni e anni fa.

Trofeisticamente parlando: trovato tutto?

Bandai Namco ha deciso di fare un grande regalo agli appassionati di trofei. La lista di Klonoa Phantasy Reverie Series include infatti soltanto sfide legate al completamento della storia e al ritrovamento dei collezionabili. Nessuna richiesta di miscellanea, nessuna speedrun a ostacolare i piani dei cacciatori. Tutto quello che è necessario fare è finire i due giochi e raccogliere tutto. Nonostante questo, aspettatevi qualche sudata per trovare ogni gemma. La nostra completissima guida trofei è pronta ad aiutarvi in questa impresa, alla portata comunque della maggior parte dei giocatori.

VERDETTO

Dopo aver regalato ai giocatori nostalgici tante emozioni con Pac-Man Museum +, Bandai Namco strizza l'occhio anche agli amanti dei platform. Klonoa Phantasy Reverie Series è una raccolta realizzata con amore, che ammoderna due titoli classici senza stravolgerne le meccaniche e senza inserire modalità che avrebbero rotto l'armonia. Il comparto tecnico è di prim'ordine, con grafica e sonoro puliti e di gran qualità, mentre la potenza di PlayStation garantisce una fluidità e una risoluzione senza pari. La scelta d'introdurre un selettore di difficoltà e una modalità cooperativa per entrambi i capitoli sono sicuramente grandi leve di vendita, in grado di attirare sia i neofiti che i nostalgici. Se non sapete cosa fare quest'estate, vi suggeriamo una vacanza a Phantomville, con tappa successiva nel regno di Lunatea: vi assicuriamo che non ve ne pentirete.

Guida ai Voti

Stefano Bongiorno
Nato e cresciuto in cattività, il giovane Stefano è stato svezzato a latte in polvere e Nintendo, cosa che lo ha portato con gli anni a dover frequentare svariati osteopati a causa delle deformazioni alle mani causati dall'uso di pad rettangolari. Oggi ha una certa età e scrive per il Bit, non perché abbia una scelta, ma perché altrimenti il boss Dario lo fustiga con le copie invendute di Digimon All-Star Rumble. Nel tempo libero si dedica occasionalmente al suo lavoro di commesso di telefonia e soprattutto alla caccia al Platino, con scarsi risultati.