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Marsupilami: Hoobadventure – Recensione

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I Marsupilami, per chi non li conoscesse, fanno parte dell’immaginazione e della fumettistica europea. Creati dal belga André Franquin nel 1952, hanno avuto che la benedizione di Disney nel 1993. Pur non essendo estremamente famosi, sono decisamente caratteristici. Per la recensione di Marsupilami: Hoobadventure ci siamo arrampicati e abbiamo volato in lungo e in largo su livelli ispirati e pieni di colore.

Una maledizione? Hooba!

Punch, Twister e Hope sono tre Marsupilami che conducono una pacifica vita a Palombia. Quando i tre amici aprono un sarcofago maledetto, giocando con i rottami su una spiaggia, inavvertitamente liberano un misterioso fantasma che getta una terribile maledizione su tutti gli animali. Fortunatamente per loro, i Marsupilami ne sono immuni. I nostri tre eroi dovranno partire per un’avventura alla caccia del fantasma, per poter spezzare l’incantesimo.

Questo è l’incipit narrativo che, in maniera piuttosto prevedibile, ci porta agli inizi del gioco sviluppato da Ocellus Studio. Siamo di fronte a un platform d’avventura in due dimensioni, con tre mondi differenti (spiaggia, foresta e tempio) e un totale di ventotto livelli. La missione è chiara fin dall’inizio, andare a caccia del fantasma senza nome passando attraverso tutto quello che ci si para di fronte per spezzare la maledizione.

Salta, rotola, vola e oscilla

Pur utilizzando uno schema controlli piuttosto basilare ed essendo rivolto a un pubblico generalmente giovane, Marsupilami: Hoobadventure riserva, soprattutto verso la fine, un tasso di sfida abbastanza arduo. Sarà possibile scegliere tra tre livelli di difficoltà, il più facile con invulnerabilità ai nemici, il secondo con tre colpi subiti a disposizione, il terzo con due. I livelli sono intervallati da numerosi checkpoint, circa quattro o cinque, dai quali si ripartirà in caso di morte.

Ogni livello è affrontabile in due modi: la prima semplicemente per il suo completamento e l’eventuale ricerca dei collezionabili, la seconda come prova a tempo. Gli oggetti da raccogliere (piume, e biglietti) sono facoltativi, ma aiuteranno a sbloccare livelli bonus che altrimenti saranno preclusi. In ogni stage è presente anche un micro anfratto nascosto, nel quale andare a raccogliere degli anelli luminosi per ottenere un biglietto. Quest’ultimo sarà necessario per sbloccare dei livelli bonus senza nemici e difficoltà, da utilizzare solamente come abbuffata di vite aggiuntive.

Complessivamente il titolo non si rivela essere troppo ostico, soprattutto nei primi due mondi, ma la storia cambia (e di molto) nel terzo. Verrà richiesta una notevole precisione, tempismo e capacità d’improvvisare, tenendo un occhio sui numerosi nemici a schermo che son lì per farci perdere l’attimo. Alcune sezione finali sono davvero impegnative, ma con un po’ di allenamento possono venire superate senza troppa frustrazione.

In alto stile e level design

Quello su cui brilla Marsupilami è sicuramente un comparto artistico di prim’ordine. I mondi appaiono vividi, pulsanti e ricchi di spunti interessanti a un osservatore esperto. Scalate, doppi salti, corde oscillanti e anelli a cui appendersi sono sempre ben calibrati e difficilmente troppo concentrati. I livelli sono ben realizzati con possibilità di scegliere dove e come procedere, grazie alla realizzazione di passaggi segreti e piccole deviazioni. Queste sono particolarmente utili durante le prove a tempo, in cui anche pochi secondi possono fare la differenza. Non esistono molti tipi di nemici, giusto una manciata, ma la combinazione di questi ultimi fa sì che possano essere create situazioni in cui diventa problematico gestire tutto senza un minimo di precauzione e studio del livello.

Ukulele e sonagli a profusione

Le musiche si Marsupilami Hoobadventure sono qualcosa di meraviglioso e semplicissimo allo stesso tempo, con temi che spaziano dalle sonorità centro americane fino a quelli più cupi e tetri delle prime sezioni del tempo che trasmettono brividi grazie a violoncelli e contrabbassi. Nelle prove a tempo il ritmo viene accelerato e incalza l’azione mentre nelle sezioni più tranquille la musica riesce a concedere dei momenti di serenità. Di pregio anche gli effetti sonori, mai fastidiosi e sempre puntuali, belli da ascoltare per tutta la durata dell’azione.

Nessun salto è perfetto

Di fronte alle richieste di precisione verso l’endgame, quello che più infastidisce è l’aspetto tecnico. Il frame rate non è stabile, specie nei momenti più concitati. Unito a una generale sensazione d’input lag e di recepimento arbitrario dei comandi, si viene a creare una difficoltà artificiale, dettata da una scarsa ottimizzazione del titolo. È qui che letteralmente il gioco cade sotto il suo stesso peso, in quanto un platform, per quanto ben realizzato a livello estetico e di level design, non può andare in nessun caso ad avere problemi tecnici minando l’esperienza di gioco.

Trofeisticamente parlando: il Platino è quasi regalato

La lista trofei di Marsupilami: Hoobadventure conta ben cinquantuno trofei, i quali sono piuttosto facili da ottenere. La difficoltà maggiore risiede negli ultimi tre livelli, i quali sono tecnicamente difficili e i controlli a volte imprecisi non aiutano la faccenda. Nonostante tutto, questi solo gli unici scogli che separano da un Platino sostanzialmente regalato e che può essere ottenuto anche da una persona non avvezza ai platform.

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