Resident Evil 4 – Recensione

Sviluppatore: Capcom Publisher: CE Europe Limited Piattaforma: PS4 (disponibile anche per PS5) Genere: Horror Giocatori: 1 PEGI: 18 Prezzo: 69,99 € Italiano: Audio + Sottotitoli

Resident Evil 4 fu, nel 2005, un’enorme rivoluzione, sia per la saga in sé, per come veniva proposto questo nuovo capitolo, sia in ambito commerciale. È indubbio che, data la diffusione di PlayStation 2, molti dei videogiocatori scoprirono la serie horror cult partendo dal quarto capitolo, salvo poi recuperare gli episodi precedenti. Il pacchetto, confezionato ad honorem da Shinji Mikami, aveva ridato nuova vita alla saga, modificandone il gameplay certo, ma restando fedele alla sua natura horror e survival. Cutscene più cinematografiche, azione e orrore che si fondevano a pennello, personaggi amati dal pubblico ancora più carismatici e un ampliamento della lore della serie, decretarono Resident Evil 4 come capolavoro assoluto, senza scomodare gli ottimi capitoli precedenti.

Gli anni avanzano, ma nel frattempo arrivano, sempre da parte di Capcom, i remake dei primi tre episodi. Menzione d’onore all’ottimo Resident Evil 2, totalmente rivisto e modificato nella parte giocata, ma senza alterazioni alla sua anima da cult dei videogiochi horror. Consapevoli della volontà del publisher, i fan iniziarono a chiedere a gran voce anche un restauro del quarto capitolo, che Capcom prontamente ha soddisfatto. Resident Evil 4, questa volta diretto da Yasuhiro Anpo, ritorna in forma smagliante, pronto a ergersi, di nuovo, come punta di diamante dell’intera serie.

Un forastero!

Proprio come l’originale titolo del 2005, Resident Evil 4 si apre con un pensieroso Leon S. Kennedy, accompagnato dalla polizia spagnola, in quella che sarà la sua nuova missione. Dopo gli eventi di Raccoon City, il nostro eroe si addestrerà ed entrerà a far parte degli agenti fidati del Presidente degli Stati Uniti.

Il suo compito sarà quello di salvare la figlia del Presidente, Ashely, rapita da una setta di fanatici per chiedere un riscatto. La giovane sarà portata in Spagna, epicentro della storia e di questo strano culto religioso. Arrivato nel villaggio locale, Leon si ritroverà a vivere la peggiore delle sue missioni. Forse anche più pericolosa degli eventi vissuti a Raccoon City durante il disastro della Umbrella.

Nelle prime cutscene si assiste a un vero e proprio rifacimento 1:1 di quello che fu il titolo originale, pronto a virare in un attimo verso un’esperienza nuova. Leon sarà comunque accolto dal cacciatore, ma il protagonista avrà subito modo di capire che negli abitanti locali c’è qualcosa che non va. Non sono più sicuramente semplici umani. La differenza col titolo principale è lampante: il giocatore scoprirà subito che gli abitanti sono infetti da qualcosa di surreale, capace di modificarne i comportamenti.

Si perderà subito la sensazione di sentirsi “uno straniero in terra straniera”. Sensazione tipica di Goksung, film diretto da Na Hong-ji, o nel più recente videogioco horror Saturnalia. Il titolo avrebbe potuto lasciar pensare al giocatore di essere semplicemente un corpo estraneo da eradicare, incapace di capire le strutture sociali locali, come avveniva nel gioco originale.

In questo remake, invece, il team di sviluppo ha focalizzato il tutto sulla comprensione dei riti locali. O anche di come Lord Saddler sia una figura già ben presente dall’inizio, anche se avvolta dall’ombra e dal mistero. Superata, dunque, la sorpresa di (ri)trovarsi in quei luoghi nefasti e lugubri, ma con una nuova e terrificante veste grafica, è arrivato il momento, per Leon di mettersi in moto e salvare la giovane Aquila Reale.

One man army

Se per la parte narrata non si può far altro che decantare le enormi lodi del lavoro svolto da Capcom, il primo feedback da parte del controller, per quanto riguarda la parte giocata, non sarà subito il migliore. Probabilmente dovuto ad una sorta di operazione nostalgia, appena inizieremo a controllare Leon è possibile percepire una sorta di scomodità nei comandi e nei movimenti. Il protagonista, infatti, sarà un po’ lento e robotico, facendolo sembrare goffo e veramente poco in forma. Diversamente, le azioni scriptate saranno fluide e rapidissime.

Procedendo nei primi capitoli del gioco, e quindi nei primi combattimenti, è impossibile non notare la pesantezza del gunplay, reso anch’esso lento e scomodo. Ma, per dar comunque modo al gioco di esplodere nella grandissima esperienza che in realtà offre, è giusto rendere noto che questa scomodità tenderà a sparire appena si entrerà totalmente in quello che è Resident Evil 4.

Il giocatore, grazie ai cursori direzionali, riuscirà a muoversi rapidamente tra le varie armi, anche durante i combattimenti, permettendo di variare le sue strategie in base ai vari strumenti, presenti in grandissimo numero anche in questo remake. Tra le novità del titolo, è possibile trovare anche una sorta di meccanica stealth, per eliminare in modo rapido e silenzioso i nemici con il coltello. Quest’ultimo, compagno fidato di Leon, permetterà anche di deviare i colpi nemici.

Queste novità, daranno non solo modo ai nuovi giocatori di sopravvivere al meglio durante l’avventura, ma saranno anche un ottimo alleato dei veterani contro nemici come i Garrador, per esempio. Assolutamente approvato, dunque, questo sistema astratto di crescita, che permetterà al giocatore di abituarsi al meglio con i nuovi comandi, eliminando le fasi di spaesamento iniziali.

Leon, aiutami!

Proprio come nel titolo originale, sarebbe stato praticamente impossibile non riportare fedelmente una delle massime esclamazioni di Ashley in questo remake. Ma, a differenza del titolo che fu, qui ci ritroveremo davanti ad una coprotagonista meglio strutturata e meno fastidiosa nel comparto ludico.

Fatte le dovute presentazioni, in questa versione di Resident Evil 4 potrete dare degli ordini alla figlia del Presidente, chiedendole di stare più vicina o più lontana da voi, per permettervi di gestire al meglio i conflitti con i nemici. La ragazza potrà comunque essere ferita e catturata e sarà quindi compito di Leon quello di aiutarla e salvarla, pena il game over.

Oltre alle sezioni giocabili con lei, poi, potrete utilizzarla per raggiungere punti inaccessibili al protagonista, per recuperare preziosi o altre utilità. Questa volta, però, senza sbirciare sotto la gonna, poiché gli sviluppatori l’hanno resa a prova di telecamera (tanto sappiamo che ci proverete lo stesso, n.d.R.).

Resident Evil 4, certo, ma ancora più bello

Come dicevamo all’inizio di questa recensione, Resident Evil 4 è indubbiamente bello perché è Resident Evil 4. Per quanto questa possa sembrare una banalità, è palese che questo remake non poteva assolutamente essere sbagliato dagli sviluppatori. La base di partenza era un titolo già dichiarato capolavoro da pubblico e critica, con un sistema di gioco già ben strutturato e definiti.

Sarebbe potuto bastare un rifacimento 1:1 della parte ludica, con un aggiornamento delle texture, per ritrovarsi in mano un pacchetto dalla bellezza unica. Ma il team di Yasuhiro Anpo, ha ben pensato di modificare, senza alterare, alcune sequenze, aggiungendo a, e non snaturando, tutte le caratteristiche già presenti nell’originale, elementi di ampliamento.

Superato lo shock di non scoprirsi, di nuovo, “stranieri in terra straniera”, sarà facile perdersi in questa nuova visione del gioco. Con la Umbrella già subito menzionata nelle prime fasi, i vari excursus sulla setta degli Illuminados leggibili nei documenti di gioco e le aggiunte alla lore stessa. Da rendere note anche le aggiunte alla lore dei singoli personaggi. Come già detto con Ashley, ma anche con Louis e Ada, che saranno molto più di semplici spalle e comparse nel gioco.

Questo remake presenta aggiunte non solo nella parte scritta, ma anche in quelle giocate. Enigmi, fasi di esplorazioni, punti della mappa volutamente di struttura sandbox che permetteranno al giocatore di muoversi come meglio crede, una maggiore interazione con il mercante e le sue richieste. Tutte queste aggiunte al gioco non saranno il classico “allungamento di brodo” ma un’aggiunta, anche corposa, all’esperienza di esso.

Scoprire i luoghi del gioco, i tesori che nasconde, i misteri, o una semplice deviazione per raggiungere comunque l’obiettivo fissato, non saranno azioni time-wasting, ma azioni che si fondono tra loro e che sfociano tutte insieme nella grandezza, e nella bellezza, del lavoro svolto da Capcom.

Atmosfere da paura

Grazie all’audio 3D di PlayStation 5 e al feedback aptico del DualSense, è impossibile non entrare totalmente nei meandri oscuri di Resident Evil 4. I suoni, le musiche e le atmosfere create da Capcom dimostrano ancora una volta quanto, per gli abitanti del Paese del Sol Levante, il pacing e la costruzione degli ambienti sia parte fondamentale di un’esperienza horror.

È facile, certo, perdersi negli orrori visivi del gioco. Sarà ancora più facile e inquietante ascoltare i suoni naturali degli ambienti ostili in cui il giocatore si muoverà. Il controller, poi, farà il resto, facendovi sentire la sensazione della pioggia, le vibrazioni dell’acqua al passaggio in zone paludose, esplosioni, vento e colpi subiti.

Degno di nota, nella parte sonora, anche l’ottimo doppiaggio in italiano. Esso permetterà anche ai videogiocatori che non approvano il leggere sottotitoli o impegnarsi con un altra lingua durante le proprie sessioni di svago, di godersi il gioco. Menzione d’onore al nostro Gianluca Iacono, doppiatore storico di Vegeta in Dragon Ball Z, che in questo remake darà la sua voce al mercante, pronto a farsi beffe del povero Leon.

La grafica, ricostruita grazie al RE Engine, gli effetti di luce e ombra, le texture, sarà impossibile non notare tutti i dettaglia e la minuzia spesa dagli sviluppatori nel ricostruire un titolo così importante per l’industria stessa. Ma, purtroppo, ad oggi, ancora non risulta essere stato risolto da Capcom un piccolo problema di flickering nella parte bassa dello schermo, nella versione PS5. Il gioco, infatti, presenterà delle piccole luminescenze colorate, risolvibili temporaneamente solo riavviando l’app di gioco. Oltre questo, però, preparatevi ad una delle esperienze di gioco più importanti che possiate mai (ri)vivere.

Platino in pieno stile Resident Evil

Eccoci, alla sezione più amata dai nostri lettori. Conquistare il Platino di Resident Evil 4 non sarà assolutamente una passeggiata, ma grazie alla nostra guida ai trofei sarà impossibile non sbloccare questa coppa. Preparatevi a dover rigiocare almeno 6 volte la storia principale, tra varie difficoltà e modalità, speedrun comprese, per sbloccare i relativi trofei. Poi ancora, siate pronti a destreggiarvi tra i vari collezionabili presenti nell’avventura, come i Castellani meccanici da distruggere, o i tesori da raccogliere obbligatoriamente in un’unica run. Ovviamente, non mancheranno i trofei legati alla storia e quelli di miscellanea, che vi permetteranno, alla fine, di sbloccare una delle coppe di Platino più prestigiose che potrete sfoggiare in bacheca. DING!

VERDETTO

Sarebbe stato difficile sbagliare il remake di Resident Evil 4, e infatti Capcom centra di nuovo il bersaglio e confeziona un capolavoro che non le manda a dire. Praticamente identico nell'animo ma differente nella resa su schermo e giocata, questo remake è probabilmente la dimostrazione d'amore più grande verso la storica serie horror e Resident Evil 4 in generale. Un'occasione unica per i nuovi giocatori di scoprire un titolo che ha segnato la storia dei videogiochi. Se amate gli horror, non fatevelo sfuggire!

Guida ai Voti

Raffaele Verde
Anche se i videogiochi sono la sua passione, fin dalla tenera età, continua, ancora oggi a cercare di capirci qualcosa, ovviamente senza riuscirci.