Dopo un periodo di early access su PC, Shadows of Doubt sbarca su console: l’abbiamo analizzato per voi in una recensione Speedrun. Il titolo di ColePowered Games, pubblicato da Fireshine Games, promette di offrire agli appassionati di immersive sim l’opera noir definitiva. Una premessa accattivante che pone l’asticella delle nostre aspettative decisamente in alto. Non ci resta che mettere un impermeabile spesso e lanciarci nelle indagini.
Un noir sempre diverso
Ultimamente il mondo dei videogiochi ha visto un proliferare di titoli noir: da Blacksad a Nobody Wants to Die, gli investigativi hanno ripreso decisamente piede. Queste opere sono caratterizzate però da un elemento chiave: una volta terminata la storia, difficilmente tornerete a rivivere il caso ormai chiuso. Partendo da qui il team di ColePowered Games ha realizzato il suo Shadows of Doubt, un immersive sim noir ambientato in una versione distopica degli anni Ottanta. I giocatori interpretano un detective desideroso di fuggire da una tetra città dominata da una multinazionale. Per farlo, dovrà accumulare denaro risolvendo i numerosi casi che agitano la città.
La caratteristica del gioco è quella di essere però generato proceduralmente: avviando una partita tutto verrà creato in maniera inedita, dando vita a storie, crimini e background unici nel loro genere. In questo modo, l’elemento prevedibile dei videogiochi noir viene completamente annullato, lasciando i giocatori in balia degli eventi. Si creano così i presupposti per un vero investigativo, in cui sarà necessario parlare con chiunque e osservare ogni dettaglio per arrivare alla soluzione dei casi. Come però vedremo, la forza di Shadows of Doubt è anche la sua debolezza. Il mondo di gioco è anch’esso randomico, con palazzi, negozi e diner da esplorare. Il nostro detective dovrà imparare a conoscere ogni zona, orientandosi proprio come in una vera città.
Nel creare l’atmosfera, Shadows of Doubt fa un lavoro egregio, complice anche un’ottima scrittura dei testi, riportati però esclusivamente in lingua inglese. Questo è al momento un grosso limite, considerata anche la necessità di metabolizzare tantissime informazioni e digerire una serie di meccaniche non esattamente lineari. Il gioco di ColePowered Games propone comunque un caso-tutorial, per aiutare i neofiti del genere a orientarsi e non sentirsi spaesati nei panni del detective. In questo modo si impareranno a usare gli strumenti, si capirà come fuggire da occhi indiscreti e ovviamente come fermare ladri e serial killer.
Il gameplay di Shadows of Doubt
Shadows of Doubt è un titolo simil-Minecraft che si svolge interamente in prima persona. La grafica a immagini vettoriali riesce comunque a restituire un’ambientazione noir convincente e immersiva, ben supportata da effetti piacevoli. Questo aiuta sicuramente i giocatori a calarsi nei panni dell’investigatore e sentirsi rotella di un ingranaggio che funziona anche senza il nostro intervento. Le città sono vive, pulsanti e ricche di eventi da tenere d’occhio (o da ignorare volutamente). L’idea funziona bene, almeno fino a quando non ci si avventura nei casi avanzati: nelle prime fasi, Shadows of Doubt scorre bene, spingendo il giocatore a fare deduzioni logiche. Man mano che i casi diventano più intricati, il tessuto perde di coesione, rendendo complesso arrivare a un punto.
Nonostante questo, le meccaniche pensate da ColePowered Games consentono di immedesimarsi nel ruolo: dovremo raccogliere impronte, leggere note e usare la classica lavagna per collegare gli indizi. Tutto funziona discretamente bene su console, anche se alcuni processi risultano particolarmente scomodi e legnosi. Su PC, dove il gioco è stato testato e rodato, Shadows of Doubt risulta molto più fluido e immediato, guadagnando punti. Gli sviluppatori sono però costantemente al lavoro per migliorare il proprio titolo e renderlo a prova di qualsiasi critica, dunque ci aspettiamo miglioramenti. Tornando però alle meccaniche, è doveroso sottolineare che Shadows of Doubt lascia tutto nelle mani dei giocatori: potremo scegliere approcci più violenti, sfondando porte e pestando chiunque ci capiti a tiro, oppure essere stealth e agire nell’ombra. In quanto immersive sim, il titolo lascia totale libertà agli investigatori.
Nonostante questo, qualcosa non è riuscito a convincerci. Come detto, la generazione procedurale è un grande punto di forza, ma anche una potenziale debolezza. L’assenza di una storia preimpostata può portare a caos e paradossi, senza contare che i giocatori meno deduttivi si sentiranno spaesati. Inoltre, nonostante le premesse, Shadows of Doubt tende a ripetersi dopo una decina di ore di gioco, presentando situazioni che diventano ridondanti. Chi ama i noir e riuscirà a superare l’impatto con questo mondo cupo inizierà a sentirsi davvero a casa tra le vie e gli angoli delle città piene di crimini.
Il Platino di Shadows of Doubt
Se siete alla ricerca di un Platino facile, allora non siete incappati nel gioco giusto. La lista di Shadows of Doubt, oltre a essere legata alla generazione procedurale delle città, nasconde una serie non indifferente di insidie. Dovrete infatti completare tante sfide di miscellanea, alcune semplici, altre decisamente complesse. Dovrete cadere nella tromba dell’ascensore, lanciare un’arma rubata nel mare e persino mettere KO ogni abitante della città almeno una volta. Per riuscire a completare l’impresa, dovrete passare parecchie ore nei panni del detective, senza contare che molte sfide potrebbero non essere alla portata di tutti i giocatori.