Tails of Iron – Recensione

Sviluppatore: Odd Bug Studio Publisher: CI Games S.A. t/a United Label Piattaforma: PS5 Genere: Gioco di Ruolo Giocatori: 1 PEGI: 16 Prezzo: 24,99 € Italiano:

Al giorno d’oggi nel regno di Tails of Iron essere dei topi non è facile! In questo spietato mondo le rane minacciano la vita pacifica dei piccoli roditori e il giovane Redgi sarà chiamato a combattere gli spaventosi nemici. Scontri all’arma bianca e una grafica accattivante ci condurranno nell’epica impresa del giovane topo. Se volete saperne di più non vi resta che leggere la nostra recensione.

tails of iron rece

Anche se giovane, un sovrano deve saper difendere il proprio popolo

La narrazione di Tails of Iron viene affidata in larga parte alla parte visiva del gioco. I dialoghi sono stilizzati in fumetti riportanti dei disegni che sostituiscono le parole e una voce narrante fuori campo fa il resto. Tutto il gioco è stato disegnato a mano e la scelta di evitare praticamente qualsiasi scritta pone ancora più enfasi sull’ottimo lavoro artistico fatto.

La storia è piuttosto semplice e un grande classico della letteratura epica. Dopo aspri conflitti con il popolo delle rane, un re topo riesce a portare la pace la prosperità nel regno. Invecchiando però il re non è più in grado di proteggere i suoi sudditi e decide di passare la corona a uno dei figli, scegliendolo quello che si dimostrerà più capace in duello. Colui che vince il torneo e riesce a guadagnare il titolo è Redgi, il più giovane dei pretendenti. Purtroppo mentre sta per essere incoronato le rane assaltano il castello e il villaggio uccidendo il re e portando devastazione e morte ovunque. Fortunatamente Redgi si salva e così inizierà il viaggio per ricostruire il suo regno e vendicare la morte del padre. I pericoli saranno molti e ancora di più gli avversari da sconfiggere ma il piccolo topo è veramente agguerrito!

Tails of iron

Spada, ascia, lancia scegli la tua arma e usala saggiamente

Se la storia è un ottimo sottofondo e una valida motivazione per trafiggere le rane, il punto forte di Tails of Iron è il gameplay. L’azione si sviluppa in 2D e il combattimento è piuttosto complicato e punitivo ma è sicuramente una grande soddisfazione uscirne vincitori. Le cose da fare sono tante: parare, schivare, rotolare, utilizzare il parry e naturalmente attaccare a più non posso. Per prendere confidenza con i comandi servirà un po’ d’esperienza, ma, una volta acquisita, ogni scontro sarà interessante e divertente. Non dovremo sottovalutare nessun nemico, anche i più piccoli, perché ognuno di loro sarà in grado d’infliggere un notevole danno e, anche se le cure non mancheranno, potrebbe essere piuttosto pericoloso. Sono presenti numerosi checkpoint quindi morire non sarà una tragedia greca ma un bel modo per dirci di tenere alta l’attenzione.

Un altro paio di maniche sono i boss sparsi per il mondo, non basterà essere molto attenti ma dovremo anche impegnarci parecchio. Infatti alcuni di essi sono particolarmente ostici. Per batterli sarà indispensabile, come prima cosa, imparare i pattern d’attacco e, come se non bastasse, i loro attacchi cambieranno a seconda della salute residua. Attenzione perché, in alcuni casi, ci saranno anche quattro o cinque fasi diverse. Con queste premesse è inutile dirvi che l’intero videogioco avrà un alto livello di sfida ma vi garantiamo che con un po’ d’impegno nessun ostacolo sarà insormontabile.

Che altro c’è da fare oltre che combattere?

Beh a dir la verità non molto. Essendo un gioco di ruolo Tails of Iron offrirà la possibilità di personalizzare il proprio personaggio con un notevole numero di armi, armature e suppellettili varie ma non potremo creare una vera e propria build. Piuttosto ci limiteremo a equipaggiare i pezzi con le migliori statistiche senza dover compiere particolari scelte.

Mentre è interessante l’evoluzione del combattimento che ci porterà, con una lenta aggiunta di armi e abilità, a circa metà del gioco a poter esprimere tutte le potenzialità di lotta presenti. Ad esempio dopo alcune missioni verremo dotati di un arco in grado di colpire a distanza, poi sarà la volta dell’arma a due mani e poi ancora la possibilità di cospargere di veleno l’acciaio delle nostre lame.

Tails of iron recensione

È tutto disegnato a mano?

Quello che salta subito all’occhio a proposito della grafica di Tails of Iron, è lo stupendo lavoro fatto con i disegni dei personaggi e dei fondali. Il tutto è stato creato interamente a mano. Odd Bug Studio ha fatto un marchio di fabbrica questa tecnica e i suoi giochi risultano particolarmente affascinanti e intriganti. Tails of Iron non fa eccezione e ogni schermata è ricca di particolari e minuziose attenzioni che faranno felici gli appassionati di arte e non solo.

Anche il reparto sonoro si difende benissimo e le musiche sono originali e belle, anche se relegate ai pochi momenti narrativi. Inoltre gli effetti sonori presenti sono fantastici e, se utilizzerete le cuffie Pulse di PlayStation 5, avrete difficoltà a capire se il gocciolio che sentite sia quello dei tubi nelle fogne o il vostro rubinetto in cucina che perde.

Trofeisticamente parlando: basta uccidere tutti

I ventisette trofei di Tails of Iron saranno all’insegna del sangue di rana e bestie varie. Sconfiggendo tutti i nemici e finendo la storia riusciremo facilmente a conquistare il trofeo di Platino, metterlo in bella mostra sarà la riprova delle nostre abili capacità combattive! Dovremo anche terminare tutte le missioni secondarie ma, data la lunghezza complessiva del gioco, non sarà un’impresa che richiederà molto tempo.

VERDETTO

Tails of Iron è un esigente gioco di combattimento in 2D con una bellissima grafica disegnata interamente a mano. Gli scontri non saranno mai banali e padroneggiare i comandi donerà una notevole profondità al gameplay. Un gioco consigliato a chi piacciono le sfide e non ha paura di mettersi in gioco!

Guida ai Voti

Daniele Citerio
Lo zio "citte", avete presente quello zio strano che fa cose strane in posti strani? Arrampica pareti di roccia su alte montagne, scala le cascate di ghiaccio, fa yoga in mezzo alla spiaggia e poi, ve lo trovate in salotto attaccato alla play a giocare senza manco considerarvi? Ecco, sono io!