Tanuki Sunset – Recensione

Sviluppatore: Rewind Gamess Publisher: Digerati Piattaforma: PS5 (disponibile anche per PS4) Genere: Arcade Giocatori: 1 PEGI: 7 Prezzo: 14,99 € Italiano:

Siamo saliti su una longboard in compagnia di uno strano procione per la recensione di Tanuki Sunset. Il team canadese di Rewind Games, in collaborazione con Digerati, porta su console Sony questa interessante opera. Tra autostrade infinite e un bel sole pulsante, siamo pronti a dimostrare le nostre abilità sulla tavola.

Trash talking

Per chi non lo conoscesse, il tanuki è una creatura del folklore giapponese, basata sul procione. Non stupisce quindi che il protagonista del gioco sia proprio uno dei buffi animali mascherati. Le premesse di Tanuki Sunset sono però diverse da quelle di titoli come AWAY: The Survival Series e simili, in cui gli animali mantengono comunque le loro caratteristiche di base. Il nostro procione infatti è appassionato di tavole su ruote e, per la precisione di longboard. Queste tavole sono più veloci e stabili, con minore sforzo si raggiungono velocità maggiori.

Con queste premesse si viene rapidamente catapultati nel mondo creato da Rewind Games, composto da una serie di mappe su cui fare skate e dal negozio del bradipo Bob. I giocatori si alternano tra questi due ambienti, correndo su lunghe autostrade e utilizzando poi lo skate shop come hub principale. Andiamo però con ordine, perché prima di muovere i nostri primi passi (letteralmente) Tanuki Sunset mette i corridori subito sulla strada. Non appena avviata la campagna parte infatti un tutorial che spiega i semplicissimi comandi.

Sdraiato sulla sua longboard, il nostro procione deve infatti percorre delle lunghissime autostrade a due corsie, costellate di ostacoli e di curve. Ai due lati della striscia d’asfalto il vuoto: sbagliare una manovra comporta una caduta rovinosa e la necessità ricominciare il livello da zero o dall’ultimo checkpoint. Fortunatamente il nostro eroe peloso può sfruttare le sue abilità per vendere cara la pelle e dimostrarsi il miglior corridore su longboard di Sunset Island e arrivare sulla copertina della rivista FISH.

Muto come un pesce

Pur trattandosi di un gioco di skateboard, per certi versi Tanuki Sunset è strutturato come un racing game. Come detto il nostro procione corre su piste molto strette, piene di veicoli da schivare e tornanti da gestire. L’hub di gioco presenta perfino una barra della velocità, che fa capire quanto rapidamente la nostra creatura sta viaggiando. Inclinando in avanti e indietro la levetta analogica è possibile regolare l’andatura, così da gestire i vari tratti del percorso.

Muovendo lo stick lateralmente è invece possibile curvare, sfruttando anche una derapata affidata ai grilletti dorsali. Si tratta di una soluzione molto pratica e immediata, che richiede però una discreta abilità. Dosare la derapata farà la differenza tra curve rapide e agili e un volo nel vuoto. A chiudere il cerchio delle abilità troviamo la possibilità di ruotare di 180 gradi e quella di eseguire trick in salto, in caso si riesca a salire sulle rampe sparse per gli schemi. Tutto molto semplice e immediato sulla carta, meno all’atto pratico.

Correre sulle piste comporta fin da subito numerose “morti” del nostro povero procione: questo permette anche di apprendere che Tanuki Sunset non perdona, con checkpoint risicatissimi e la necessità di ripetere lunghe sezioni delle mappe. Fortunatamente la pratica aiuta a diventare meno irruenti, soprattutto con le curve a gomito, e a dosare al meglio il drift per superare i vari ostacoli. Anche così, comunque, la frustrazione spesso è dietro l’angolo.

Mi dicono che sono lento

Per certi versi, Tanuki Sunset è tutto nella descrizione che abbiamo fatto nel precedente capitolo. Oltre a correre sulle varie autostrada raccogliendo triangoli gialli, i Tanuki Bits che fanno da moneta del gioco, cercando di arrivare alla fine, si farà poco altro. Alcuni schemi includono la presenza di un gabbiano che ci sfiderà in velocità e ogni livello offre sfide secondarie che ricompensano con una serie di adesivi. Nel negozio di Bob è invece possibile il denaro faticosamente raccolto per acquistare capi di vestiario e personalizzazioni della tavola.

Questi accessori non forniranno però nessun tipo di bonus al giocatore, modificando solo esteticamente l’aspetto del nostro procione. Mettere un cappellino e un paio di occhiali da sole alla creatura ha indubbiamente il suo fascino, ma qualche statistica in più forse avrebbe giovato e spinto ad acquistare più oggetti. A cercare di dare un pizzico di pepe in più ci pensa il cabinato presente nell’hub principale. Qui è possibile prendere parte a giochi arcade e affrontare una serie di sfide di difficoltà crescente. Si tratta di piccole variazioni sul tema che risultano comunque apprezzabili.

L’intera esperienza offerta da Tanuki Sunset rimane comunque molto lineare per tutta la durata della breve campagna. Le tre porzioni in cui è diviso il mondo di gioco si rivelano comunque molto simili tra loro. Portare a termine la storia inoltre richiede una manciata di ore, lasciando poi al giocatore gli unici compiti di prendere i vari sticker e completare le prove secondarie. Anche così, comunque, le corse del procione riescono a stimolare il giocatore.

Metti quel pezzo che mi piace

L’aspetto senza dubbio più affascinante di Tanuki Sunset è la sua realizzazione tecnica. La grafica strizza infatti pesantemente l’occhio alla fantascienza anni Ottanta, con un’abbondanza di tonalità neon e un uso smodato di colori come il rosa, l’azzurro e il giallo. L’insieme è davvero piacevole, tanto da ricordare da vicino opere come Far Cry 3: Blood Dragon. In tutto questo il procione non stona per nulla, così come gli strani personaggi che circondano il nostro peloso corridore.

Curatissimi anche tutti i dettagli, come le magliette e gli accessori pieni di citazioni. Non mancano anche dei frangenti in grado di strappare un sorriso, come le divertentissime telefonate con la mamma di Tanuki. Ricevere in omaggio una tavola con l’hashtag #No1Mom oppure un casco rosa per proteggersi dai colpi non ha prezzo. Riceverle poi da un vecchio cellulare in pieno stile retro è una vera ciliegina sulla torta.

Nonostante questo, l’elemento che più ci ha colpito di Tanuki Sunset è un altro. Si tratta della colonna sonora, piena di pezzi incredibili che mischiano tracce chillout ad altre più dinamiche. Accompagnate dal pulsare del sole e dagli effetti di velocità e delle derapate, ogni partita è una vera e propria esperienza sensoriale. Non ci stupiremmo se qualcuno decidesse di caricare qualcuna di queste canzoni sul suo lettore, dopo qualche discesa in autostrada.

Trofeisticamente parlando: questione di abilità

La breve lista trofei di Tanuki Sunset nasconde una serie d’insidie non da poco. Oltre a dover completare tutti i livelli del gioco, sarà necessario superare tutte le sfide. Finire gli schemi senza mai morire, raggiungere il gabbiano e persino terminare al primo posto tutte le sfide. Per riuscire a completare questa lista, mettetevi in testa che dovrete diventare dei veri e proprio campioni della longboard. Astenersi cacciatori alla ricerca di coppe facili e veloci.

VERDETTO

Vestire i panni di un procione corridore è stata un'esperienza particolare e decisamente divertente. Tanuki Sunset è un opera realizzata con cura, che strizza l'occhio agli anni Ottanta offrendo però un gameplay fresco e moderno. La vera ciliegina sulla torta è però il comparto tecnico messo in piedi dai ragazzi di Rewind Games, con una grafica che colpisce l'occhio e una colonna sonora in grado di stregare gli appassionati del genere. Peccato solo per una generale penuria di checkpoint e per la brevità della campagna, nonostante le prove e gli adesivi riescano comunque a tenere impegnati un po' più a lungo. In ogni caso, visto anche il prezzo contenuto, vi suggeriamo di non perdere l'occasione di fare qualche corsa sulla longboard in compagnia di questo procione.

Guida ai Voti

Stefano Bongiorno
Nato e cresciuto in cattività, il giovane Stefano è stato svezzato a latte in polvere e Nintendo, cosa che lo ha portato con gli anni a dover frequentare svariati osteopati a causa delle deformazioni alle mani causati dall'uso di pad rettangolari. Oggi ha una certa età e scrive per il Bit, non perché abbia una scelta, ma perché altrimenti il boss Dario lo fustiga con le copie invendute di Digimon All-Star Rumble. Nel tempo libero si dedica occasionalmente al suo lavoro di commesso di telefonia e soprattutto alla caccia al Platino, con scarsi risultati.