Abbiamo fatto un salto nell’aldilà per realizzare la spettrale recensione di The Outbound Ghost. I ragazzi di Conradical Games, in collaborazione con Digerati e Merge Games, hanno dato vita a un gioco di ruolo che stempera le tinte cupe con un po’ di umorismo. Fate un salto con noi in quest cittadina per scoprirne tutti i segreti e, magari, passare davvero a miglior vita.

Il ricordo della morte
La storia di The Outbound Ghost è decisamente particolare e interessante. L’intero villaggio di Outbound, il mondo in cui ci muoveremo, è infatti morto in circostanze misteriose. Tutti i suoi abitanti si sono trasformati in fantasmi che, come ci ha insegnato il mitico Casper, sono ancora sulla Terra perché hanno delle questioni in sospeso da sbrigare. In tutto questo pandemonio spirituale irrompe il nostro protagonista (a cui daremo noi stessi il nome), affetto da un problema ancora più grave di una dipartita prematura.
L’eroe della situazione è infatti, come spesso accade in varie storie, totalmente privo di memoria. L’amnesia non gli permette di ricordare né come siamo morto, né quale possa essere la questione in sospeso che lo tiene ancorato al mondo dei viventi. Molto presto, nel suo peregrinare, il protagonista incontrerà una giovane che deciderà di dargli fiducia e aiutarlo, nonostante gli altri fantasmi siano spaventati da un pericoloso serial killer.
Inizia così una lunga avventura, in cui il nostro eroe dovrà guadagnarsi la fiducia degli abitanti di Outbound aiutandoli dove possibile a risolvere i loro problemi, così da permettergli di “passare oltre” e accedere a qualsiasi cosa ci sia dopo la vita. Le premesse sono decisamente ottime e sublimano in un gioco di ruolo dalle meccaniche classiche, in cui però non manca anche un pizzico d’inventiva.

Meglio usare la sofferenza o la frustrazione?
Il gameplay di The Outbound Ghost si divide essenzialmente in due momenti distinti. Il primo è quello dell’esplorazione della città di Outbound e dei suoi dintorni: qui sarà possibile cercare oggetti nascosti, entrare nelle abitazioni e utilizzare dei grimaldelli per aprire porte chiuse. Il nostro fantasma non potrà tuttavia saltare o fare particolari azioni, se non eseguire scatti per muoversi più rapidamente.
Il secondo ramo del gameplay entra in gioco quando s’incontreranno le creature malvagie che popolano le varie aree di Outbound. Le battaglie vedono infatti contrapposti i mostri a una serie di creature chiamate Fidgments (letteralmente finzioni), che altro non sono se non emanazioni dell’anima del protagonista. Dispetto, rimorso e insensibilità sono solo alcuni degli aspetti che potranno essere evocati per difenderci dai nemici, donando un’aura quasi filosofica all’avventura.
Tutto viene proposto in “salsa Pokémon”, con creature stilizzate che si danno battaglia a colpi di attacchi e mosse speciali. A differenza del titolo Game Freak, però, il team di Conradical Games ha creato una meccanica di attacco basata sul timing. Per eseguire mosse più potenti bisognerà fermare una barra sull’indicatore verde, con il rischio anche di fallire e perdere così il turno.
Un party di emozioni
All’inizio dell’avventura, il nostro eroe sarà dotato di una sola emozione a difenderlo. Con il passare del tempo, però, gli eventi di cui sarà protagonista gli permetteranno di sbloccare nuove emanazioni dotate di diversi poteri e abilità speciali. Questo consente al giocatore di creare un team composto da un massimo di quattro creature da schierare in combattimento. Non mancano ovviamente forme segrete da trovare e tante variabili.
A dare un pizzico di tattica extra ci pensano poi delle speciali gemme chiamate Aspects, che permettono di donare alle nostre emanazioni dei modificatori oppure delle abilità uniche. Scegliere quelle corrette al momento giusto sarà fondamentale per avere successo contro ogni tipologia di mostro. Le variabili sono tante, così come i boss che sono pronti a sbarrarci la strada. Fortunatamente, un modificatore di difficoltà permette di regolare l’avventura sulle proprie capacità.
In tutto questo, l’elemento che forse si perde di più è la trama: nonostante le buone premesse, la narrazione risulta un po’ confusionaria ed eccessivamente frammentata, rendendo difficile seguire al meglio gli eventi. Questo purtroppo fa perdere d’interesse al giocatore, che potrebbe scoprirsi interessato solo a rendere più forte e competitivo il suo team. Interessante invece la scelta di far salire l’intera squadra di livello, così da poterne scambiare i membri a proprio piacimento e senza particolari problemi di potenza o debolezza.

Fantasmi di carta
Nonostante le variabili, The Outbound Ghost si rivela relativamente ripetitivo e, per questo, semplice da padroneggiare. Una volta scoperte le mosse più forti, sarà una discreta passeggiata abbattere qualunque avversario. A dare un po’ di respiro a questa monotonia ci pensa l’aggiunta di qualche meccanica aggiuntiva, che spinge anche il giocatore a un discreto backtracking. Le ricompense comunque non sono quasi mai fondamentali per proseguire, rendendo quindi l’esplorazione approfondita un elemento secondario.
Quello che ci ha sicuramente stregati maggiormente di The Outbound Ghost è il suo comparto tecnico. Lo stile scelto per il gioco è quello cartaceo, che richiama opere come il blasonato Super Paper Mario. Gli sprite dei personaggi sono piatti e bidimensionali, dunque cambiando direzione si avrà l’impressione di girare un foglio di carta. Affascinante anche il contrasto con le ambientazioni, più realistiche e “terrene”, che in un certo senso evidenziano l’opposizione tra regno dei vivi e degli spiriti.
Altrettanto piacevoli le colonne sonore, che a un ascolto disattento richiamano immediatamente alla mente le musiche del già citato Pokémon, di Disgaea e di tante altri giochi di ruolo sui generis. Sfortunatamente anche qui l’elemento ripetitività è dietro l’angolo: dopo alcune ore di gioco ci si accorgerà che le musiche raramente cambiano, così come gli effetti che sono spesso replicati. Vista la cura riposta nel comparto grafico, ci saremmo aspettati di più. Ottima invece la longevità: per terminare l’avventura serviranno infatti tra le quindici e le venti ore totali.
Trofeisticamente parlando: gotta evoke them all!
Per completare la lista trofei di The Outbound Ghost e sbloccare così uno scintillante Platino non sarà necessario eseguire azioni clamorose, almeno sulla carta. La maggior parte dei trofei è legata alla storia o quasi, tanto che nelle prime ore si otterranno coppe a pioggia. I veri ostacoli al Platino sono la necessità di sbloccare dieci aspetti segreti, che potranno essere recuperati esplorando ogni angolo della mappa, e soprattutto fare team con un partner segreto. Al momento, infatti, nessun cacciatore è riuscito a scoprire quale sia il modo di sbloccare questa coppa: sarete voi i primi a portare a casa il Platino?