Unusual Findings – Recensione

Sviluppatore: Epic Llama Games Publisher: Buka Entertaiment Piattaforma: PS4 Genere: Punta e Clicca Giocatori: 1 PEGI: 12 Prezzo: 19,99 € Italiano:

Riavvolgete le musicassette e preparate il videoregistratore per la recensione di Unusual Findings. I ragazzi di Epic Llama Games, in collaborazione con Buka Entertaiment, scrivono una lettera d’amore agli anni Ottanta con un punta e clicca vecchia scuola, in cui affrontare tanti misteri. I protagonisti si ritrovano infatti invischiati, loro malgrado, in un’avventura dove trovano spazio persino gli alieni.

Benvenuti nel Sottos… Ah, no

Se pensiamo ai fenomeni mediatici più rilevanti degli ultimi anni, un posto d’onore lo occupa il celeberrimo Stranger Things. La serie televisiva dei fratelli Duffer è infatti riuscita, raccontando un’intensa storia fantascientifica, a riportare in auge i favolosi anni Ottanta. Tra una traccia musicale di Kate Bush e una citazione o due ai film dell’epoca, sono tantissimi i giovani (e non solo) che si sono scoperti fan di questo periodo storico. Questa introduzione fa da trampolino per lanciarsi a dovere in Unusual Findings, un titolo che più 80’s non si può.

Andiamo con ordine, scoprendoci fin da subito nei panni del giovane Nick, intento a completare un livello avanzatissimo di Space Invaders. Tutto sembra andare per il meglio, fino a quando irrompe il padre per ricordargli di una punizione “ottenuta” dopo aver dato fuoco al giardino della vicina. Fin da subito si possono notare le statue che richiamano Star Wars, un poster che inneggia a Ritorno al Futuro e tante altre piccole citazioni. Come vedremo, Unusual Findings è costellato di tantissimi rimandi alla cultura degli anni Ottanta, compresi personaggi che sembrano usciti dai Goonies.

Vinny e Tony, gli amici storici di Nick, sono esattamente come ce li si aspetterebbe in un film  dell’epoca. Lo stesso dicasi per tutti i numerosi personaggi secondari, dagli sceriffi al terribile Toro. Quest’ultimo, su tutti, spicca per simpatia, ma in generale la scrittura del gioco, peraltro localizzata con testi in italiano, risulta sempre brillante e mai banale. In tutto questo c’è però un evento che sconvolge la tranquillità della cittadina di stampo americana: una sorta di meteorite cade nella foresta. Il nostro trio, indagando, scoprirà che un alieno è sbarcato sulla Terra, pronto a decimare la popolazione.

La cosa venuta da lontano

Con la comparsa dell’extraterrestre, l’avventura di Unusual Findings entra nel vivo. L’escalation di eventi non rende comunque il gameplay troppo complesso, trattandosi come detto di un punta e clicca vecchia scuola. I giocatori sono infatti chiamati a esplorare una serie di location, raccogliendo oggetti nel borsone e combinandoli tra loro o con l’ambiente per risolvere enigmi ambientali. Tutto come da tradizione di grandi classici quali Monkey Island e Broken Sword, con però la costante presenza delle citazioni.

La scelta di Epic Llama Games è comunque stata quella di non snaturare il gioco inserendo troppi elementi, concedendosi però qualche piccola licenza poetica. Affrontare un’avventura grafica all’interno del gioco, ad esempio, regala una piacevole sensazione d’Inception. Persino la semplicità delle prove, che richiedono solitamente di combinare due elementi tra loro o selezionare la giusta linea di dialogo, non riesce a smorzare un’atmosfera piacevole da retrogaming di qualità.

Da evidenziare l’assenza di qualsivoglia suggerimento, dunque a differenza di altri prodotti sui generis sarà necessario spremersi al meglio le meningi. Come detto, comunque, la maggior parte degli enigmi ambientali è di rapida soluzione, dunque anche l’assenza di aiuti non dovrebbe pesare eccessivamente. Nonostante questo, un piccolo supporto per i giocatori sarebbe sicuramente stato gradito (e non è detto che non arrivi con una patch successiva).

Tanto testo, poco altro

Come tutte le avventure punta e clicca in circolazione, anche Unusual Findings difficilmente prova a uscire dal seminato. Quello che i giocatori possono aspettarsi è una quantità abbondanti di testi da leggere a schermo, seguiti dalle deduzioni logiche del caso. Preparatevi quindi a parlare più e più volte coi vari personaggi e tentare combinazioni impossibili, ricevendo talvolta delle simpatiche risposte. Tutto si ferma qui, per certi versi: oltre a vagare per le varie mappe bidimensionali e interagire con gli elementi non si farà.

La scelta di trasmettere una sensazione in stile PC, con un puntatore a croce ben visibile a schermo, restituisce un mix di sensazioni positive e negative. Avere un cursore che cambia colore sugli elementi con cui è possibile interagire è d’indubbia utilità. Di contro dover usare quello stesso puntatore per spostarsi, cliccando a vuoto nelle zone bianche per farlo, è davvero fastidioso, considerata la quantità di tasti disponibili sul DualShock.

L’ottimizzazione quindi è da rivedere, così come un’interfaccia semplice ma alle volte poco chiara. Utilizzare l’opzione di dialogo su una console di gioco, per esempio, significherà soffiare sulla cartuccia. Non esattamente intuitivo, considerato che da alcune di queste mosse dipende la possibilità di proseguire correttamente nell’avventura. Nemmeno i salvataggi automatici sembrano funzionare al meglio, con qualche bug di troppo tra cui uno che ci ha costretti a ricominciare l’avventura da zero.

Walkmann e pantaloni a zampa

L’aspetto sicuramente migliore di Unusual Findings è il comparto tecnico. La grafica retro non si ferma alla stantia pixel art dei prodotti che con sempre più insistenza affollano il PlayStation Store. Il team di Epic Llama Games ha realizzato il gioco con uno stile tutto suo, pescando elementi famosi di tantissime opere degli anni Ottanta e riproponendole in un videogioco. Ogni parte del titolo è realizzata con grande cura, segno che questi ragazzi credono fermamente nel loro progetto.

Altrettanto valida la colonna sonora, che riempie le orecchie di pezzi orchestrali e si permette perfino d’introdurre l’avventura con You Spin Me Round (Like a Record) dei Dead or Alive. Anche in questo caso, i tributi di vario genere si sprecano e non potranno che far felici gli amanti del periodo storico. A voler essere pignoli qualcosa in più poteva essere fatto a livello di doppiaggio, proposto soltanto in russo. Chi non riuscirà a sopportare i vari “Da” e simili potrà comunque disattivare il parlato dal menu opzioni.

Chiudiamo parlando della longevità, tutt’altro che esagerata. Completare per intero la storia, al netto di qualche rallentamento causato dagli enigmi, richiederà circa sei ore. Sfortunatamente non ci saranno tanti motivi per affrontare nuovamente il viaggio, se non il desiderio di vedere i tre finali e leggere ogni linea di dialogo. Ah, ovviamente ci sono i trofei, ma di quello vi parliamo tra poco.

Trofeisticamente parlando: delle due, l’una!

La lista trofei di Unusual Findings è composta praticamente da soli trofei mancabili. Fortunatamente (e nel contempo sfortunatamente) le coppe sono tutte legate a una doppia scelta di dialogo da effettuare in determinati momenti. Il modo più semplice per ottenere il tanto ambito Platino è di giocare una prima volta la storia appuntandosi le scelte di dialogo fatte e rigiocarla scegliendo quelle opposte. Occhio a eseguire un backup dei dati per guadare tutti e tre i finali, pena il dover giocare l’avventura una terza volta.

VERDETTO

Unusual Findings è un punta e clicca vecchia scuola carico di fascino, con un comparto tecnico di prim'ordine e una colonna sonora di buon livello. Nonostante questo, gli esperti del genere non verranno mai messi in difficoltà da un gioco i cui enigmi ambientali sono fin troppo semplici e immediati da risolvere. Anche così, comunque, i costanti riferimenti agli anni Ottanta, la trama intrigante e una generale simpatia di fondo riescono a regalare una manciata di ore di gioco rilassato. Non aspettatevi una profondità o una longevità clamorose, ma se sognate di ballare a ritmo di Self Control e di rispolverare le vostre VHS, allora Unusual Findings sarà una sorpresa più che piacevole.

Guida ai Voti

Stefano Bongiorno
Nato e cresciuto in cattività, il giovane Stefano è stato svezzato a latte in polvere e Nintendo, cosa che lo ha portato con gli anni a dover frequentare svariati osteopati a causa delle deformazioni alle mani causati dall'uso di pad rettangolari. Oggi ha una certa età e scrive per il Bit, non perché abbia una scelta, ma perché altrimenti il boss Dario lo fustiga con le copie invendute di Digimon All-Star Rumble. Nel tempo libero si dedica occasionalmente al suo lavoro di commesso di telefonia e soprattutto alla caccia al Platino, con scarsi risultati.