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Visualizza Versione Completa : [News] Mortal Kombat X – Recensione



Bit-Mentana
27/04/2015, 11:50
Publisher: Warner Bros. Interactive Games Developer: NetherRealm Studios Piattaforma: PS4 (in seguito disponibile anche per PS3) Genere: Picchiaduro Giocatori: 1-2 (Online: 1-2) PEGI: 18 NetherRealm Studios passerà alla storia (anche) per avere resuscitato la serie di Mortal Kombat, nella scorsa generazione di console. Con l’eccezione di qualche capitolo di palese tentennamento, Scorpion e Sub-Zero sono tornati ai fasti di un tempo. Ma dopo esserci concessi una supereroica pausa con Injustice Gods Among Us, eccoci di nuovo tornati a parlare di Fatality, trucidamenti e sgozzamenti vari, questa volta, per la prima volta, su PlayStation 4. Esistono destini peggiori della morte Come da tradizione, ormai, per lo studio di sviluppo in questione, impossibile non cominciare la recensione elogiando la Story Mode. Spettacolare e cinematografica come mai, se considerata in relazione agli altri picchiaduro, la modalità principale per giocatore singolo vede come protagonista un’unità di Forze Speciali formata da un quartetto di new entry, ossia la bella Cassie Cage, Jacqui Briggs, Kung Jin e Takeda – altri “inediti” sono quelli di D’Vorah, Erron Black, Ferra/Torr e Kotal Kahn -. Tutti i personaggi appena menzionati si inseriscono, in maniera credibile o meno poco importa, visto che si sta parlando di Mortal Kombat, in uno stretto e intricato legame di parentele ed amicizie, che non vi sveleremo un po’ per non rovinarvi la sorpresa, e un po’ perché in fondo in fondo, in un picchiaduro si tratta di elementi di secondo piano. Comunque, dopo la sconfitta di Shao Kahn, il nuovo nemico da abbattere è Shinnok, che si avvarrà delle doti di negromante di Quan-Chi per potere tornare in vita e conquistare il Regno della Terra, anche grazie all’aiuto di validi guerrieri caduti nel recente passato ma di nuovo alla luce del sole in qualità di “revenant”, l’equivalente, più o meno, di zombie. Sentite puzza di buchi narrativi e conclusioni tirate per i capelli? Bravi, non vi sbagliate: la trama della storia di Mortal Kombat X tra non-morti, numerosi flashback o flashforward, e pestaggi a volte gratuiti non vince il premio della credibilità, ma poco importa, lo ribadiamo, considerato il tenore del gioco. Tutto sommato, i 10 capitoli offrono una buona quantità di scontri e numerose, piacevoli cut-scene – per un totale di circa un paio d’ore -, dunque non ci sentiamo minimamente nella posizione di lamentarci. Tra perdite importanti e inedite aggiunte Finita la storia, chi volesse proseguire scegliendo la strada del single player troverà sia gradite sorprese che inaspettate lacune. Per quanto vi possiate sforzare nel trovare delle varianti, comunque, dovrete sempre, in ogni caso, menare le mani (o i piedi). Avrete infatti diverse “torri” da scalare per potere giungere alla vetta, ma ovviamente solo incontro dopo incontro: c’è quella arcade, che vi propone i dieci fatidici scontri “da cabinato”; c’è la survival, dove la vostra barra vitale non sarà completamente rigenerata di volta in volta; c’è quella infinita, che non necessita di ulteriori spiegazioni, offrendo un numero illimitato di avversari; c’è la torre che offre incontri con modificatori ogni volta diversi e casuali (impossibilità di parare, terreno che saltuariamente fulmina il giocatore, colpi che ricaricano la barra vitale, comparsa di oggetti casuali per lo stage, e così via); infine spetta una menzione anche alla torre forse più particolare, per quanto estremamente semplicistica, dove dovrete “mettere alla prova la vostra forza” rompendo oggetti di resistenza crescente – si va dalle classiche assi di legno a vere e proprie statue di metallo – premendo come pazzi furiosi i quattro tasti frontali. A tutto questo, possiamo aggiungere anche la variante “online offline” chiamata “torre vivente”, dove ulteriori sfide vi attendono, aggiornate a intervalli regolari grazie al supporto della rete. Inaspettata ciliegina sulla torta si è rivelata essere la Kripta, che sotto l’aspetto di un vero e proprio dungeon esplorabile in prima persona, con tanto di oggetti “illustri” come la lancia di Scorpion o l’artiglio di Reptile utili a sbloccare nuove aree, nasconde una sorta di “negozio” dove poter comprare Fatality alternative, bozzetti e brani musicali degli stage. Anche solo questo, dovrebbe dirla lunga sulla cura riposta dagli sviluppatori per i dettagli, e convincervi della qualità del titolo. Nel titolo del paragrafo si è accennato anche a delle perdite: in Mortal Kombat X manca infatti la tanto apprezzata “Challenge Tower”, capace di offrire ore e ore di divertimento in solitaria, così come una grande varietà in termini di gameplay viste le sfide del tutto particolari proposte nel capitolo precedente, per PlayStation 3. Questa lacuna, piuttosto corposa, potrebbe derivare da una precisa scelta di “concept” per favorire il multiplayer online, ampliato e potenziato: certo è che la mancanza ci ha lasciato un grosso amaro in bocca.

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