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Bit-Mentana
04/05/2015, 12:10
Publisher: Yacht Club Games Developer: Yacht Club Games Piattaforma: PS4 (cross-buy con PS3, PS VITA) Genere: Platform Giocatori: 1 PEGI: 7 Prezzo: 14,99 € Un cavaliere, con una persona da salvare. Un sacco di nemici, foreste ghiacciate, castelli maledetti e oscuri segreti, come la più canonica avventura fantasy richiede (e di cui non se ne può anche un po’ più, francamente). Questo apparente limbo di mediocrità, però, è eliminato grazie ad una pala. Sì, una “comune” pala per scavare, come quelle che si trovano nei peggiori cantieri di Caracas (e non dell’Expo, per cui chiunque dotato di buonsenso dovrebbe ormai tifare, giunti a questo punto, giusto o sbagliato che sia). Ma anche una pala che diventa un’arma micidiale nelle mani del nostro nuovo eroe, Shovel Knight, da cui il titolo proviene. Alla ricerca dello scudo La trama di Shovel Knight non è questo campione di originalità, come traspare dall’introduzione. C’è tale Shovel Knight, improbabile cavaliere dotato di pala da scavare, che viene privato, all’inizio del gioco, della compagnia di Shield Knight, una “collega” caratterizzata da un’enorme scudo. I rapporti tra i due non vengono mai precisati, un po’ come succede tra Mario e Peach, ma l’unica cosa sicura è che tra i due il legame è fortissimo. Senza addentrarci troppo nei meandri della storia, che per quanto semplice forse preferite scoprire da soli, vi anticipiamo che l’obiettivo del nostro sarà proprio quello di salvare Shield Knight, procedendo cavaliere dopo cavaliere fino ad arrivare allo scontro finale: nella sua estrema linearità, forse per un’atmosfera micidialmente riuscita, le peripezie di Shovel Knight ci hanno in ogni caso saputo emozionare, non ve lo nascondiamo. Ti spazzo via Ad una prima occhiata, potrebbe sembrare che anche a livello di gameplay Shovel Knight attinga in toto dal passato, al di là dell’aspetto grafico. Siamo infatti davanti ad un platform 2D dal forte sapore “retro” (tirare in ballo Mario, prima, non è stato un caso), in cui dovremo procedere schermata dopo schermata, livello dopo livello. Un tasto per saltare, uno per attaccare. E fin qui, tutto normale. Ma è procedendo poco per volta, e solo allora, che ci si rende conto del potenziale immane che si nasconde dietro questo titolo. Prima di tutto, la pala, oltre che oggetto contundente, è anche oggetto “rimbalzante”. Tenendo premuto la freccia direzionale verso il basso, infatti, potrete usare la vostra arma per saltare su nemici ed oggetti vari, ad esempio, per raggiungere posti altrimenti irraggiungibili, o per instaurare una serie di “combo”, se così possiamo dire, saltellando qua e là su chi ci intralcerà il cammino. Ma non è tutto, perché da “semplice” side-scrolling platform, grazie ad alcuni – biechi – individui che troverete proseguendo nella vostra avventura, Shovel Knight assume delle tinte che non faticheremmo a definire ruolistiche. Denaro permettendo, avrete modo di potenziare le vostre statistiche, di acquistare pale diverse, con abilità e poteri diversi (capaci di rilasciare un’onda d’urto quando la barra vitale è piena, ad esempio), così come di cambiare la vostra armatura (c’è quella che vi farà perdere meno oro in caso di Game Over, o quella che vi garantirà maggiore stabilità qualora siate colpiti, o ancora l’armatura perfettamente inutile, ma decisamente costosa perché esteticamente valida). Se non vi basta, il nostro Shovel Knight ha anche un quantitativo di energia magica da spendere: avrete infatti la possibilità di entrare in possesso di una decina circa di reliquie, che rendono ancora più profondo il gameplay, pur nella sua essenziale semplicità. Una bacchetta magica per sparare sfere infuocate, un corno da suonare per distruggere tutto ciò che vi circonda, dei guantoni, in perfetto stile pugile, che vi permetteranno addirittura di volare, nel caso in cui riusciate ad inanellare una serie di colpi vincenti. Insomma, ce n’è davvero per tutti i gusti, e il mix tra platform e GdR si rivela essere perfettamente riuscito, grazie ad una cognizione di causa da parte degli sviluppatori che ha potuto consentire un perfetto equilibrio tra le due componenti.

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