PDA

Visualizza Versione Completa : [News] Infinity Runner – Recensione



Bit-Mentana
12/05/2015, 12:20
Publisher: Wales Interactive Developer: Wales Interactive Piattaforma: PS4 Genere: Runner Giocatori: 1 PEGI: 12 Prezzo: 6,99 € Chi non ha mai giocato a Temple Run sul proprio smartphone alzi la mano. Non è vero, abbassala, ci hai giocato anche tu, tutti almeno una volta hanno fatto una partita con questo simpatico giochino basato sulla endless run, in cui l’obiettivo è di arrivare il più lontano possibile nel livello evitando ostacoli e raccogliendo power up di vario tipo e tante monete sonanti. Ebbene, Infinity Runner è l’evoluzione di questo semplice titolo, portato per l’occasione su PlayStation 4, non che questo sia necessariamente un bene a dirla tutta. Abbiamo scelto uno stile di recensione un po’ particolare, che riteniamo calzante al titolo. Fiato alle trombe, dunque, si parte! Primi 30 minuti – Run like hell Il mio risveglio, quantomai brusco, avviene per mezzo di una voce metallica che fuoriesce dal DualShock 4 che stringo tra le mani. Riley ci svela che le difese della nave Infinity si sono abbassate per un qualche misterioso motivo e che pertanto possiamo riguadagnare la libertà. Non so perché questa donna stia aiutando il protagonista del gioco, ma mi lancio subito dell’azione iniziando a correre a perdifiato per i corridoi dell’astronave. Come detto, Infinity Runner è un gioco che come detto ricalca Temple Run, sfruttando però una grafica in prima persona sulla falsa riga (molto falsa a dire il vero) di quella vista in Mirror’s Edge. Per essere un gioco PlayStation 4 l’impatto iniziale non è dei migliori, circondato da uno scenario che si ripete ciclicamente e da effetti grafici tutt’altro che esaltanti, a partire dalle interazioni con l’ambiente per finire con esplosioni ed effetti di sorta, senza ovviamente parlare di quelli che dovrebbero essere filmati di gioco. Ma la grafica non è tutto, dunque voglio testare a fondo il gioco, e mi ci lancio a capofitto. Mi viene data un’infarinatura base dei comandi, visto che non sono intuitivi come si potrebbe pensare e sperare. Per muoversi all’interno di Infinity Run potremo usare lo stick sinistro per spostarci su uno dei tre binari di percorrenza del corridoio, passando da quello centrale che occuperemo di default a uno dei due laterali per schivare ostacoli come pali, buche e residui radioattivi. Per decidere invece in che direzione svoltare ai bivi dovremo muovere lo stick destro, cosa che farà si che il nostro personaggio volti lo sguardo in quella direzione per farci capire dove stiamo andando, fattore utile solo per generare disorientamento nel giocatore, missione perfettamente riuscita peraltro. Per eseguire invece salti e schivate dovremo invece sfruttare i grilletti dorsali, ossia L2 ed R2, che ci permetteranno di evitare gli ostacoli più ostici sul nostro cammino, ma anche qui la scelta di utilizzare proprio quei due tasti è abbastanza inspiegabile, senza contare che aggiunge altro caos e molto spesso comporta di eseguire la mossa sbagliata con conseguente morte e ripartenza dal checkpoint. Tutto questo, considerando che sarebbe bastato impostare il salto con lo spostamento in alto dello stick sinistro e la scivolata con il movimento verso il basso, ha già fatto scemare l’entusiasmo iniziale Percentuale dei trofei: 20% Un’ora di gioco – Piccola palla di pelle di pelo Completo il primo capitolo e vengo a conoscenza dell’esistenza di altri sei mondi, per un totale quindi di sette, ognuno composto da due settori distinti, in cui poco altro ci verrà richiesto se non appunto schivare gli ostacoli e combattere contro gli avversari. I “combattimenti”, a dire il vero, non sono altro che dei semplici Quick Time Event in cui bisognerà premere in sequenza dei tasti sul pad così da attivare una scenetta animata (male) in cui metteremo fuori gioco la/le guardie di turno salvo poi proseguire imperterriti la nostra corsa. L’unica utilità pervenuta in tutto ciò è di spezzettare la già latitante azione ed inframezzarla di scene in CG la cui discutibile qualità ricorda i contatti fisici nei giochi di wrestling della prima PlayStation. Un peccato, perchè poteva essere una variabile interessante se contestualizzata meglio e soprattutto realizzata con un poco più di cura, mentre così pare semplicemente buttata per riempire i tempi morti tra un corridoio e l’altro e soprattutto rallentare le partite. Nel frattempo ho avuto modo di trasformarmi in lupo mannaro. Sì, avete letto bene, proseguendo con l’avventura si viene infatti a scoprire che il protagonista del gioco è vittima di vari esperimenti genetici che gli permettono di trasformarsi in un licantropo spaziale, creature che gli scienziati di Infinity vogliono sfruttare come macchine da guerra spietate e senza coscienza. Ovviamente la pratica di lavaggio del cervello, ci comunica Riley, non ha avuto effetto su di noi, e prendendo particolari sieri potremo trasformarci in bestie dai riflessi sovrannaturali e una potenza disumana per brevi periodi di tempo, anche se purtroppo scopriremo molto presto di non essere gli unici dotati di questo potere e dovremo misurarci quindi con le nostre paure. E qui mi sembra doveroso fare una piccola quanto importante digressione, per sottolineare mio malgrado la scarsa cura nei dettagli da parte degli sviluppatori. Dopo esserci trasformati un paio di volte infatti, come detto, ci verrà spiegato perché possiamo mutare la nostra forma da Riley stessa, la quale dopo pochi minuti, vedendo un’altro lupo mannaro esclamerà sorpresa: “Cosa diavolo è quello?”, facendo capire che la coerenza non è cosa da tutti. Chiusa questa parentesi e ricapitolando quanto successo, in circa 60 minuti di gioco sono riuscito a correre da umano, correre da licantropo, sconfiggere strane guardie dal sangue verde con Quick Time Event mal realizzati e capire qualcosa della stiracchiata trama di gioco. Percentuale dei trofei: 45%

Continua su PlayStationBit... (http://www.playstationbit.com/primo-piano/recensioni/infinity-runner-recensione)