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Bit-Mentana
25/05/2015, 11:01
Publisher: Double Fine productions Developer: Double Fine Productions Piattaforma: PS4 (disponibile ancher per PS Vita) Genere: Punta e Clicca Giocatori: 1 PEGI: 12 Prezzo: 24,99 € Storia strana, quella di Broken Age. E non sto parlando della trama del titolo, anche se, canonica, non è neppure quella. Sto proprio parlando del periodo di sviluppo che ha preceduto la pubblicazione. Qui, si parla del finanziamento ottenuto da Double Fine mediante il crownfunding, tanto per cominciare. Broken Age, pensate, è stato uno dei maggiori successi dell’intera piattaforma – che, tra l’altro, ha pure giovato alla propria, stessa diffusione -, visto che in circa un mese il progetto raggiunse quota 3,45 milioni di dollari, complici gli approssimativi 87,000 “backers”. In virtù di questa tipologia di sviluppo e raccolta fondi ai tempi non troppo “ortodosso”, Broken Age ebbe diversi problemi di publishing, che costrinsero gli sviluppatori a dividere in due atti la loro opera. Su PlayStation 4 il gioco è sbarcato nella sua interezza, senza essere “splittato”: Tim Schafer e i suoi avranno fatto ancora centro? Atto uno Broken Age è un’avventura punta e clicca dallo stampo molto, molto classico, in pieno stile anni Ottanta e Novanta. Si controlla un personaggio, si ha un inventario in cui sono raggruppati gli oggetti trovati e si può interagire con questi ultimi o con lo scenario di gioco spostando l’apposito cursore (che, curiosamente, su PlayStation 4 non sfrutta il touch pad in dote al DualShock). Una struttura di gioco che risulterà estremamente familiare a chi ha qualche anno sulle spalle, e allo stesso tempo facilmente apprendibile da qualsiasi neofita. Malgrado una semplicità apparentemente essenziale, chiunque apprezzi questo genere sa che, almeno una manciata di volte durante l’avventura, finirà con lo spaccare a testate qualche comodino (proprio come Cellino), di fronte alla difficoltà dell’enigma di turno. Broken Age non fa eccezione, proponendo una discreta quantità di grattacapi al giocatore, grattacapi che pur non toccando la genialità di alcune opere precedenti di Tim Schafer (qualcuno ha detto Monkey Island?) risultano in ogni caso decisamente appaganti e difficilmente banali. Ma quale sarà l’incentivo che porterà il giocatore alla cut-scene finale? Oltre alla curiosità di vedere che cosa ci proporrà il gioco con l’incalzare degli eventi, anche una trama dotata di più di un colpo di scena. Broken Age è la storia di Shay e Vella, prima di tutto. Una dualità che ha permesso agli sviluppatori di introdurre una feature per certi versi inedita, in un punta e clicca, ossia lo switch quasi totalmente libero tra un protagonista e l’altro, in situazioni assai differenti ma che verranno presto ad incrociarsi. Shay è l’unico essere umano presente in un’astronave perennemente in viaggio nello spazio: un padre e una madre robot costringono il giovane ad una routine a dir poco strangolante, fatta di colazioni, di dormite e di “missioni di salvataggio” che più pilotate non si potrebbe, ma che proprio per questo saranno capaci di strapparci qualche risata. Presto, un misterioso lupo, di cui nessuno era a conoscenza in precedenza, si mette in contatto con il nostro Shay. L’aria losca smentirà ben presto il proverbio “l’apparenza inganna…” Vella, invece, è una ragazzina nata e cresciuta in un piccolo villaggio, di nome Dulcia. Uno scenario idillico, se non fosse che la tradizione impone, ogni 14 anni, agli abitanti un sacrificio di fanciulle, guardacaso, in onore Mog Chothra, un’enorme belva che se non accontentata distruggerebbe l’intera comunità. Come anticipato, il fato farà presto incontrare i due protagonisti, ma il “perchè” e il “come” sarà vostro piacere scoprirlo.

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