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Visualizza Versione Completa : [News] Mad Max – Recensione



Bit-Mentana
23/09/2015, 15:10
Developer: Avalanche Studios Publisher: Warner Bros. Interactive Entertainment Piattaforma: PS4 Genere: Open-World Action/Adventure Giocatori: 1 PEGI: 18 Prezzo: 69,99 € Warner Bros. ha recentemente resuscitato la leggenda di Mad Max, grazie all’omonima pellicola uscita nell’anno corrente, omaggiata dal sottotitolo “Fury Road”. Con la regia di George Miller e con due nomi pesanti come quelli di Tom Hardy (Il Cavaliere Oscuro – Il Ritorno, Inception) e Charlize Theron (Prometheus, The Road, Hancock, Monster), Mad Max: Fury Road ha ottenuto un successo strepitoso a livello di critica e buoni incassi al botteghino. Warner, publisher polivalente oltre che di estrema qualità, non poteva non cogliere l’occasione: ecco dunque arrivare nei negozi l’attesissimo dedicato a Mad Max. Alla Maxmobile! Lo strepitoso Batman: Arkham Knight, semplicemente il meglio che possiate giocare su PlayStation 4, venne criticato – con poco diritto, a dire la verità, ma non è questa la sede per approfondire il discorso – per l’eccessivo spazio dato alla Batmobile. Bene, cominciamo subito con lo stabilire che la Magnum Opus ha un ruolo cardine in tutto il gioco, forse superiore a quello dello stesso protagonista in carne ed ossa. Se fate dunque parte di chi ha criticato il titolo Rocksteady per la troppa importanza data al bolide di Bruce Wayne e siete interessati all’acquisto di Mad Max, forse è il caso di drizzare le orecchie, visto che in macchina passerete più della metà del vostro tempo. La trama, infatti, che vede il nostro Max Rockatansky allearsi con l’enigmatico (più che altro per sè stesso, a volte) Chumbucket al fine di costruire la Magnum Opus e porre rimedio al furto della sua Interceptor, recandosi a Gas Town, si rivela essere priva di qualsiasi colpo di scena, oltre che un mero pretesto per menare le mani e per scorrazzare nel deserto post-apocalittico offerto dagli sviluppatori di Avalanche Studios. Tant’è che potrete seguire benissimo le peripezie senza che siate minimante a conoscenza dell’universo di Mad Max, con la sola perdita degli obbligatori riferimenti del caso. Se c’è un “filo rosso” che tiene unito il tutto, infatti, più che gli avvenimenti a livello narrativo, quello è certamente la personalizzazione e il sistema di crescita, sia di Mad Max che della Magnum Opus, oltre che delle fortezze in cui il protagonista verrà mano a mano “ospitato” – si fa per dire. Ripercorrendo un po’, se vogliamo, la linea di alcuni dei maggiori successi di sempre a livello fumettistico (Dragon Ball, Ken il Guerriero e Naruto, tanto per dare dei riferimenti noti a tutti), Mad Max propone al videogiocatore sempre più difficili da abbattere, ma sempre in maniera direttamente proporzionale alle capacità dello stesso, perennemente in crescita. Il punto fermo è la crescita Da questo punto di vista, se vi farete conquistare dall’evoluzione di Max, il gioco risulta ineccepibile: sia nell’aspetto che nelle forze, infatti, il protagonista sarà completamente trasformato rispetto a quello che avete utilizzato nelle fasi iniziali del gioco. Una barra vitale più lunga, maggiore resistenza ai colpi subiti, maggiore danno arrecato per quelli dati, nuove mosse e tanto altro: il tutto reso esplicito in maniera visiva, grazie, in primis, all’abbigliamento. Partiremo con l’avere addosso, praticamente, il minimo sindacabile e ci ritroveremo con una giacca in pelle, protezioni per le braccia e quant’altro. Una dedizione non certo inferiore è stata riservata per la Magnum Opus: anche in questo caso, partendo da un “semplice” motore ambulante con attaccate quattro ruote, vi ritroverete per le mani un carro armato di incredibile potenza e versatilità, nelle fasi più avanzate del titolo. Borchie da montare, spuntoni per evitare di venire assaltati, potenziamenti del motore, una nitro più reattiva e maggiore aderenza in curva sono solo alcuni elementi di cui potrete usufruire per diventare i cacciatori nella assolata Piana del Silenzio. Tecnica dolce amara Decisamente controverso è il giudizio su ciò che concerne l’aspetto prettamente visivo del titolo: se certi scorci ” da fermo” delle terre desolate sono assolutamente mozzafiato, diversa è la situazione in movimento. Leggeri cali di framerate sono avvertibili nelle fasi più concitate – specie quando si è alla guida -, anche se il divertimento complessivo non ne risente più di tanto. Inoltre gli sviluppatori, al di là di errori tecnici minori comprensibili in un mondo così vasto, compenetrazioni varie di poligoni su tutti, si sono lasciati scappare imprecisioni che non potranno non fare storcere il naso, anche al videogiocatore meno pretenzioso. Era dai tempi di PlayStation 2, o dal software di livello più basso per PlayStation 3, che non ci capitava di vedere una leggera sporgenza del terreno (anche solo un gradino) bloccare completamente la via al nostro personaggio, semplicemente perché nei pressi ci sono delle scale e gli sviluppatori hanno deciso che SI DEVE passare da lì. Questo risulta, francamente, inaccettabile. Qualche riserva ce la lasciamo anche sul comparto sonoro, che offre un doppiaggio di ottima fattura – ma solo in inglese, sottotitolato in italiano – e una colonna sonora mai sgradevole ma piuttosto anonima che ci accompagnerà per tutta la nostra avventura.

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