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Bit-Mentana
29/09/2015, 16:51
Publisher: NIS America Developer: Atlus/FuRyu Piattaforma: PS Vita (disponibile anche per PS3) Genere: Tactical-Rpg Giocatori: 1 PEGI: 12 Prezzo: 39,90 € La piccola console di casa Sony, PlayStation Vita, sta vivendo un momento non brillantissimo della sua esistenza, priva com’è di titoli definibili “Tripla A”, ma viene tuttavia tenuta a galla da sviluppatori come NIS America, che riescono a valorizzarla producendo un’incredibile quantità di giochi, molti dei quali RPG, che non hanno certamente nomi altisonanti come Call of Duty o Uncharted ma che riescono a donare agli appassionati del genere delle esperienze incredibili, spesso ignorate dal grande pubblico che preferisce remare verso altri lidi. A questa cerchia di titoli appartiene Lost Dimension, piccola perla tattica sviluppata da Atlus. La fine è vicina Il mondo è un posto tranquillo e pacifico, in cui il tempo scorre placidamente senza troppi grattacapi, almeno fino a che il cielo diventa improvvisamente scuro ed una misteriosa torre compare al centro della città e da questa prende voce un misterioso figuro che dichiara di chiamarsi “The End” e di essere pronto a distruggere entro pochi giorni, tredici per l’esattezza, l’interno pianeta, se nessuno riuscirà a fermarlo prima della catastrofe. Questo qualcuno è un gruppo di guerrieri scelti chiamato S.E.A.L.E.D., composto da ragazzi e ragazze dotate di quelli che vengono chiamati Doni, uno diverso per ognuno degli undici componenti. Numero fortunato. Ed infatti i suddetti membri, nel tentativo di fermare The End, vengono intrappolati all’interno della torre dove il malvagio sterminatore porge la strana richiesta di scalare la struttura per arrivare fino a lui e fermare la bomba già attivata e pronta a distruggere il mondo intero, anche se, questa la scioccante rivelazione che caratterizzerà tutto il gioco, sarà lo stesso The End a specificare che all’interno del party ci sono dei traditori, e che ad ogni piano superato dovrete fare una scelta ed eliminare chi riterrete non degno di fiducia. Il sadico meccanismo vi porterà quindi a perdere man mano che salirete compagni, rischiando però alla fine di ritrovarvi circondati da nemici pronti a farvi la pelle quando meno ve lo aspettate. Sho Kasugai però, il diciottenne protagonista del gioco che starà a voi interpretare, non vuole ridursi a sottostare alle condizioni del cattivo di turno ed è sicuro di poter ribaltare la situazione a suo favore. E’ così che inizia la scalata alla terribile torre ed è così che inizia l’avventura intrigante di Lost Dimensions, alla fine della quale potrete uscire vincitori oppure vinti, tutto dipenderà da quanto oculate e ragionate saranno le vostre scelte e da quanto la psicologia vi verrà in aiuto per capire quali sono i traditori all’interno dei S.E.A.L.E.D. Un gruppo di amici Lost Dimension è quindi un Tactical-RPG molto particolare, in cui i combattimenti si mischiano ad una componente investigativa che gli appassionati dei giochi in stile giapponese potranno tranquillamente associare a quello dei vari Danganronpa, in cui faremo le veci di un vero e proprio psicologo il cui compito sarà di captare la più piccola sbavatura emozionale o errore nel dialogo per trovare le serpi in seno al nostro party. Come detto infatti avremo modo di dialogare con gli altri membri del gruppo e aumentare la fiducia e l’affiatamento tra noi e gli altri, salvo poi dover decidere alla fine di ogni piano chi eliminare definitivamente per salvarci dalla disfatta finale. Questa pratica è tutt’altro che semplice, dato che la mossa fatta dagli sviluppatori spiazzerà la maggior parte degli appassionati del genere: i traditori infatti saranno casuali in ogni partita. Questo significa che rifacendo il gioco 10 volte potremo trovare per ogni playthrough degli infiltrati diversi, cosa che ci costringerà a seguire ogni dialogo con attenzione così da capire chi sta cercando di “fregarci”. Il rovescio della medaglia, per una meccanica così interessante e fresca, è che la caratterizzazione dei personaggi ne risente notevolmente, visto che per far sì che ognuno di essi possa essere malvagio si è dovuto scegliere di mantenere una sorta di sterilità verbale, in modo cioè da trasformare i personaggi in base all’allineamento casuale che essi prenderanno. Unitamente a questo, il problema più grande è un altro, ossia il fatto che non esista un vero e proprio modo di determinare con certezza chi ci sta tradendo, cosa che spesso ci porterà a tirare a indovinare oppure a trovare l’indiziato per puro caso, senza che poi il gioco riesca ad argomentare in maniera sufficientemente chiara il motivo per cui un dato individuo dovrebbe andare contro la buona riuscita della missione e senza quindi darci un motivo valido per accusare l’uno o l’altro. Una povertà di trama figlia insomma di una scelta apprezzabile che non va però eccessivamente ad inficiare la bontà del gioco, dato che l’estrema varietà e versatilità spinge a rigiocare il titolo per gustarne le sfumature, supportato anche da una parte legata al combattimento molto azzeccata.

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