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Bit-Mentana
23/10/2015, 11:10
Publisher: Team17 Digital Ltd Developer: Tiger and Squid , Team17 Digital Ltd Piattaforma: PS4 Genere: Avventura grafica Giocatori: 1 PEGI: 3 Prezzo: 12,99 € Beyond Eyes rientra nella categoria di quei titoli impegnati a offrire una storia, un’esperienza unica, piuttosto che un gameplay originale e variegato. Questo tipo di “esperienze” videoludiche stanno sempre più prendendo piede, visto il consenso ottenuto dai giocatori, spesso stufi delle solite minestre riscaldate offerte dalle moderne software house. L’idea peculiare alla base di Beyond Eyes è quella di metterci nei panni di una bambina alle prese con l’handicap della cecità. Quanto ci ha convinti? Quanto (e se) ci ha emozionato? Scopritelo nei paragrafi successivi. Un altro punto di vista Come già anticipato nell’introduzione, Beyond Eyes racconta la storia di una ragazzina invalida alle prese con la sua quotidianità. La trama di fondo infatti, non è molto articolata o profonda, visto che in sostanza avremo l’obiettivo di inseguire il nostro gattino e compagno di giochi, Nani. Rae, la protagonista, durante il cammino alla ricerca di Nani, si scontrerà con problemi e paure di una normale ragazzina di dieci anni, vissuti però dal suo peculiare punto di vista. Tutto insomma ruota attorno all’esperienza globale, più che a una trama coinvolgente ed entusiasmante. Il problema è che ciò che viene raccontato non cattura l’attenzione né suscita emozioni: vuoi per una narrazione lenta, dei personaggi mai troppo caratterizzati e una durata esigua, alla fine della breve esperienza di gioco difficilmente i vostri animi verranno smossi, arrivandovi a far pensare che forse l’invalidità sia un pretesto per attirare l’attenzione. Non è il caso di Beyond Eyes. Però una narrazione basata principalmente sull’empatia, che oggettivamente riesce a trasmettere poco, non può essere definita riuscita. Ovviamente nell’analisi del sottoscritto è inevitabile ritrovare anche una certa soggettività visto il tipo di produzione, per cui, nonostante i limiti oggettivi del titolo, qualcuno magari a stretto contatto o coinvolto in prima persona con gente che affronta questo tipo di invalidità potrebbe non rimanere del tutto impassibile di fronte a Beyond Eyes, che comunque presenta lati positivi. Chi va piano va sano e si annoia Sempre nell’introduzione, vi anticipavamo come Beyond Eyes fosse “un’esperienza” più che un videogioco vero e proprio: spazio a narrazione ed emozioni (con risultati discutibili comunque) a discapito del gameplay. Questa mossa a dire il vero finisce per intaccare pesantemente anche la narrazione, esageratamente rallentata da un’esplorazione spesso fine a sé stessa. Non ci aspettavamo sfide particolari, enigmi o qualsiasi altra forma di intrattenimento “giocato” ma quantomeno bisognava rendere il tutto più interattivo e animato. Oltre a camminare, oltrepassando barriere architettoniche e naturali, non c’è niente da fare. Forse un gameplay meno apatico avrebbe finito per valorizzare anche la narrazione e rendere Beyond Eyes molto più interessante da “vivere”. La longevità poi è abbastanza scarsa, giusto un paio d’ore, ma non lo avvertirete come un difetto visti i pochi contenuti offerti dal gioco, che potrebbero portarvi alla noia già dopo la prima mezz’ora.

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