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Visualizza Versione Completa : [News] Fallout 4 – Recensione



Bit-Mentana
25/11/2015, 13:40
Publisher: Bethesda Softworks Developer: Bethesda Game Studios Piattaforma: PS4 Genere: Gioco di Ruolo Giocatori: 1 PEGI: 18 Prezzo: 69,99 € Sette anni di attesa posson bastare (considerando solo i capitoli “canonici”, dunque non New Vegas?) Decisamente sì, ci mancherebbe altro, specie in una contingenza storica videoludica in cui la tendenza è quella di offrire capitoli di una stessa serie a cadenza praticamente annuale per “mungere la vacca” quanto più possibile. Non è il caso di Bethesda, fortunatamente. Non lo è proprio per niente, perché Fallout 4 è sostanzialmente un Fallout 3, all’ennesima potenza. Stiamo esagerando? No, per niente. La guerra che non cambia mai “War. War never changes.” è un po’ il motto dell’intera serie: al di là di tutti i risvolti tristemente drammatici a cui la frase rimanda, quest’ultima potrebbe essere estesa anche a modus operandi degli sviluppatori. Già, perché la sostanza di Fallout 4 è rimasta pressoché identica all’episodio precedente, per fortuna. DualShock 4 alla mano (e dopo una lunga installazione non effettuabile in background, oltre che il download di una patch correttiva rilasciata per il Day One di circa 500 MegaByte) ci ritroviamo immersi in un gioco di ruolo di stampo strettamente occidentale – in prima o terza persona, a discrezione del giocatore – con una mappa di buone ma non eccessive proporzioni da esplorare, numerose scelte da fare, diversi alleati tra cui scegliere – i nostri preferiti rimarranno sempre Dogmeat e Codsworth -, un gameplay granitico e tante quest, primarie e non, da portare a termine. Il filo conduttore in tutto questo è il clima post-apocalittico, che avrà bene in mente chi è reduce dal recente Mad Max, accompagnato da un folklore e da delle usanze che sono rimaste ancorate al secondo dopoguerra, oltre che da un avanzamento nella tecnologia militare che ha semplicemente dello spaventoso. Il contrasto è, per la cronaca, micidialmente riuscito, tanto che spesso e volentieri il risultato sarà un grottesco intriso di ilarità e tristezza. Prima di giungere nella Boston devastata che abbiamo visto nei diversi e numerosi trailer che ci hanno accompagnato fino all’uscita, avremo un assaggio della vita del nostro protagonista PRIMA che fosse ibernato per duecento anni circa. Si tratta del prologo, di fatto, molto lineare ma allo stesso tempo necessario per imparare a padroneggiare almeno i comandi basilari, per dare un volto e il sesso al nostro “Viandante Solitario” e per introdurci al Vault 111. Non incorreremo in ulteriori spoiler, ma vi basti sapere che la trama di Fallout 4 risulta nel complesso soddisfacente e piacevole da seguire, per quanto lo possano essere delle peripezie che si distribuiscono nell’arco di decine di ore di gioco, magari spesso inframezzate da innumerevoli sub-quest. Si sa, un mondo open-world praticamente mai consente dei ritmi narrativi soddisfacenti e ponderati, se è questa la cosa che a voi importa, proprio per la sua intrinseca natura: considerata questa attenuante, ci sentiamo soddisfatti di quanto visto e vissuto. In parole povere: più che chiedervi che cosa succederà di lì a qualche ora, rimarrete stupidi di fronte alla potenza dell’atmosfera di cui starete godendo. Non sarà il “cosa”, a stupirvi, ma il “come”. Come anticipato, però, Fallout 4 ha portato innovazioni e miglioramenti su praticamente tutti i fronti, sposando allo stesso tempo la tradizione come meglio non avrebbe potuto. E’ rimasto lo S.P.A.V. ad esempio (Sistema di Puntamento Assistito Vault-Tec) da usare in alternativa ad un meno spettacolare puntamento manuale, ma a differenza del passato il tempo continuerà a scorrere, per quanto lentamente, e non si fermerà del tutto. Il che ha dato un tono maggiormente realistico e cinematografico al tutto, specie negli scontri più concitati. E’ rimasto intatto anche il sistema di crescita del personaggio, contraddistinto dai valori S.P.E.C.I.A.L. (Strength, Perception, Endurance, Charisma, Intelligence, Agility, Luck) migliorabili con l’esperienza acquisita sul campo e differenziati tra loro da una vasta sottogamma di talenti specifici. Raffigurati in uno splendido Albero delle Abilità interamente animato e munito di icone dove il nostro caro Pip-Boy risulta onnipresente, questi consentono una personalizzazione praticamente assoluta del proprio alter ego digitale: lo potremo fare eccellere nel borseggio, nell’utilizzo della armi automatiche, farlo diventare un guru dell’informatica capace di hackerare qualsiasi terminale o un rozzo energumeno in grado di aprire a mani nude il prossimo a suon di cazzotti, tanto per dire. Quel che è certo, è che nessun videogiocatore dopo ore e ore di gioco si ritroverà un personaggio uguale a quello di terzi, alle prese, a loro volta, con l’ultima fatica di Bethesda.

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