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Bit-Mentana
08/02/2016, 12:00
Publisher: Calvino Noir Limited Developer: Calvino Noir Limited Piattaforma: PS4 Giocatori: 1 Genere: Adventure/Stealth PEGI: 12 Prezzo: 17,99 € A differenza di quanto ci si potrebbe, forse, aspettare, Calvino Noir, con uno degli scrittori più brillanti del secolo scorso, non c’entra assolutamente nulla. Un vero peccato. Per fortuna però non è del tutto assente, anzi, la componente letteraria e cinematografica, per tutta una serie di motivi di seguito elencati in sede di recensione. Bianco e nero Anche questa volta preparatevi ad una “delusione”: non c’è nessun tifoso juventino (o senese, o ascolano…) di cui vengono narrate le peripezie, nonostante il titolo del paragrafo. Piuttosto Calvino Noir è la vicenda del cinico e disilluso (e come potrebbe essere diversamente, in un titolo noir?) Wilt, tipo losco che si ritroverà sommerso fino alla gola in un affare molto più grande di lui, insieme a due altri personaggi utilizzabili, ognuno dotato di un’abilità specifica. Prima di parlare del gameplay, dunque, che analizzeremo nel prossimo paragrafo, soffermiamoci su quello che è certamente uno dei punti forti del titolo: la trama. Intrigante sin dall’inizio ed interessante fino alla conclusione, oltre che splendidamente narrata. Senza cut-scene ma con degli altrettanto efficaci intermezzi “letterari” – alcuni anche interattivi, ma senza ripercussioni rilevanti – in cui un narratore si alternerà agli scambi di battute dei personaggi in scena, tutti omaggiati di un convincente doppiaggio. Questo è ciò che vi ritroverete a vivere in Calvino Noir: una storia di grande effetto, con il giusto quantitativo di mistero e di suspence, che ricalca piuttosto bene i diversi cliché sempreverdi del già citato filone noir, tra uomini e donne ambigui e dal passato burrascoso, così come eventi che non è mai facile catalogare come “bene” o “male”. O anche “bianco” e “nero”. Già, perché come facilmente deducibile dalle immagini e dai video contenuti nell’articolo tutto si può dire di Calvino Noir tranne che non abbia stile. Badate bene: lo “stile” non si crea in quattro e quattr’otto, scegliendo di utilizzare prevalentemente le tonalità di grigio. Lo stile si rivela anche in una capacità di creare architettonicamente edifici evocativi, oltre che appaganti sotto lo stretto e più concreto profilo del game design, complice anche un’ambientazione cronologicamente fissata verso gli anni Trenta ed ottimamente ricreata. Da applausi anche il lato sonoro del titolo, sia per il doppiaggio che, come detto, brilla per intensità, sia per i brani di accompagnamento, capaci di accompagnare il giocatore per la totale durata dell’avventura in maniera efficace. Durata che non risulta essere particolarmente degna di lode, anzi, visto che i tre atti, per un totale di sette capitoli, vi porteranno via giusto una manciata di ore. Ma se, allora, Calvino Noir è così bello, cos’è che non permette al titolo di fare parte dell’Olimpo dei videogiochi? La risposta, che ci porterà a pensare di avere per le mani una colossale occasione sprecata, è solo una: il gameplay.

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