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Visualizza Versione Completa : [News] The Witness – Recensione



Bit-Mentana
19/02/2016, 16:30
Publisher: Thekla, Inc. Developer: Jonathan Blow Piattaforma: PS4 Genere: Puzzle Giocatori: 1 PEGI: 3 Prezzo: 36,99 € Dall’estro di Jonathan Blow (autore dell’apprezzatissimo Braid) nasce The Witness, puzzle game ispirato al celebre Myst. In realtà, la creatura di Blow era stata annunciata addirittura nel 2009 e sarebbe dovuta arrivare su PlayStation 3, ma gli enormi tempi di sviluppo hanno fatto slittare l’uscita del gioco di addirittura una generazione di console. In ogni caso, finalmente abbiamo tra le mani The Witness: per scoprire se la lunghissima attesa sia stata ripagata non vi resta che continuare a leggere la nostra recensione. Il testimone Testimone è la traduzione di “Witness” e in effetti mediante il nostro avatar, saremo testimoni di una sorta di civiltà scomparsa e decaduta. Ci ritroveremo infatti ad esplorare un’isola deserta, abbandonata anche dalla fauna locale per motivi ignoti. The Witness non offre al giocatore nessun indizio, nessuno spunto, nessuna interfaccia, niente di niente. Questo tipo di comparto narrativo basato sul “non narrare” esalta il gameplay e allo stesso tempo incuriosisce il giocatore, o almeno chi è disposto a mettersi in discussione. Stiamo parlando di un titolo appartenente ad una categoria molto particolare, un open world che non offre un’esperienza guidata o un percorso da seguire: ci sarete solo voi, un’isola deserta e 600 enigmi da risolvere, in una sorta di grande sfida da vincere con astuzia ed intuizione. Considerare questa mancanza un difetto però sarebbe un errore: è una scelta “stilistica”, un modo diverso di intrattenere, che poi piaccia o meno è una questione soggettiva. Oggettivamente parlando invece, The Witness è credibile nella sua struttura minimale, che si concentra l’essenziale non lasciando spazio a fronzoli. Spremi le meningi Il gameplay in The Witness è basato sue due pilastri: esplorazione ed enigmi. Entrambi sono strettamente correlati e contribuiscono in maniera determinante al successo del gioco. L’isola su cui ci ritroveremo è fin da subito completamente esplorabile, permettendoci quindi di affrontare gli enigmi in maniera indipendente (nonostante alcuni puzzle siano propedeutici per comprenderne altri successivi). La completa libertà di movimento è poi accompagnata dall’ispiratissimo level design l’opera di Jonathan Blow. Ogni area è diversa dall’altra per colori e luoghi, influenzando inoltre la natura di alcuni enigmi, rendendo tutto è funzionale al gameplay. Nulla infatti è lasciato al caso, come lo sviluppatore stesso ha dichiarato; ogni elemento o struttura presente nella mappa aperta di gioco non è posizionato solo per fare scena, a differenza di molti altri open world con scenari enormi ma spogli. Come già accennato in precedenza The Witness è una sfida, con sé stessi prima di tutto e con la brillante mente degli sviluppatori poi. I puzzle in questo gioco hanno una sorta di “doppia personalità”: se da una parte gli amanti del genere li apprezzeranno molto per la loro immediatezza,(che non si traduce in semplicità, ma in facilità di accesso) dall’altra chi non impazzisce per produzioni del genere non potrà che trovare frustrante l’intera esperienza di gioco. Se invece vi trovate in una “via di mezzo” riuscirete ad apprezzare il titolo, nonostante la difficoltà data dall’assenza di aiuti e dall’oggettiva complessità di alcuni puzzle. Personalmente sono dovuto ricorrere a carta e penna per arrivare alla conclusione di alcuni rompicapo, spesso ho pensato addirittura di abbandonare tutto: poi però continuando con l’esplorazione, risolvendo altri enigmi, magari arrivava l’ispirazione per risolvere qualcosa lasciato in sospeso in precedenza. Un gameplay così coinvolgente è cosa inusuale, rarissima nei i titoli odierni, e solo per questo motivo tutti dovrebbero dare una possibilità a The Witness, nonostante non ci sia una vera e propria trama e più di un enigma arrivi ad essere fin troppo tedioso. Ultimo, ma non meno importante, aspetto da considerare è legato alla longevità: secondo una stima approssimativa (senza aiutini) il viaggio verso la risoluzione di tutti gli enigmi potrebbe durare anche fino a cento ore, niente male no?

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