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Visualizza Versione Completa : [News] Kholat – Recensione



Bit-Mentana
02/04/2016, 12:10
Publisher: IMGN.PRO Developer: IMGN.PRO Piattaforma: PS4 Genere: Avventura grafica/Survival horror Giocatori: 1 PEGI: 12 Prezzo: 19,99 € Ispirandosi ai fatti realmente accaduti nell’incidente del passo di Djatlov, i ragazzi di IMGN.PRO hanno sviluppato Kholat. Stiamo parlando di un horror game in prima persona, con un gameplay alla “Slender” arricchito da una forte componente esplorativa. Non è il primo horror game indie, e non sarà di certo l’ultimo, ma vale la pena dare una possibilità a Kholat? Tratto da una storia vera Come vi abbiamo anticipato nell’introduzione, Kholat è ispirato a fatti realmente accaduti: la tragedia del 1959 in Russia ha coinvolto ben nove persone, decedute in circostanze misteriose ancora oggi. Le vittime hanno subito morti violente, uno addirittura è stato ritrovato senza lingua, inspiegabili in quel posto sperduto tra i monti Urali. Nel gioco ripercorreremo il cammino degli sfortunati escursionisti, cercando di ricostruire quanto accaduto e dare una spiegazione più o meno razionale all’incidente. Premesse molto interessanti, se non esaltanti per gli amanti dell’horror, sviluppate in maniera altrettanto intelligente: più che attraverso i dialoghi, scopriremo di più sulla vicenda recuperando appunti, note e lettere disseminate su tutta la mappa di gioco. In più, di tanto in tanto una voce fuori campo (interpretata dal noto attore attore britannico Sean Bean) ci guiderà dandoci indizi sulla trama e non solo. Il problema di Kholat, per quanto riguarda il lato narrativo, è forse legato allo sviluppo della trama che non viene approfondita quanto dovrebbe e potrebbe, lasciando molto all’interpretazione del giocatore. Questa scelta non rovina l’ottimo lavoro svolto con questa produzione indie, ma le impedisce di raggiungere una valutazione più alta, che probabilmente avrebbe meritato per l’originalità e la cura riposta in molti dettagli. Una storia che ha la colpa di non coinvolgere abbastanza, ma comunque apprezzabile e godibile. Paura, ne abbiamo? Il fattore “paura” è un elemento fondamentale in un buon horror game: gli sviluppatori di Kholat hanno fatto un buon lavoro sotto questo aspetto, ma comunque non impeccabile. Più che paura, almeno inizialmente, è la tensione a farsi spazio tra le emozioni del giocatore: il paesaggio notturno del monte Kholat, completamente ricoperto dalla neve, non è esattamente tra i più ospitali e fin da subito si avverte una condizione di disagio. La voce fuori campo di cui abbiamo parlato in precedenza, misteriose ombre e inspiegabili luci nel cielo, contribuiranno ad immergerci subito in questa terrificante avventura, pur non essendoci alcuna vera minaccia. La verità è che, quando incontreremo per la prima volta i nostri “nemici” da cui potremo solo scappare, il fattore tensione e paura andrà sempre più scemando. La misteriose “creature” che cercheranno di toglierci la vita non riescono a spaventare perché facilmente individuabili ed evitabili. Altre minacce sono legate ad una misteriosa nebbia arancione da cui dovremo scappare di tanto in tanto e la possibilità di precipitare dalle sporgenze.

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