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Bit-Mentana
05/04/2016, 14:10
Publisher: Leikir Studio Developer: Leikir Studio Piattaforma: PS4 Genere: Shottare nelle arene Giocatori: 1-4 PEGI: 12 Prezzo: 12,99 € Rompo il classico plurale maiestatis adottato tipicamente nelle recensioni per fare una premessa a titolo personale, che magari incontra anche le esperienze di altri lettori, vai a sapera: senza spocchia, ma sono un giocatore old school, nell’accezione che il single player è stato per anni la mia principale fruizione del medium videoludico. Il multiplayer c’era comunque eh, seppur in modo meno prominente, ed avveniva con modalità singolari: dovevamo spostarci, fra noi amichetti del giro dei giochini, muniti di joypad, ed i titoli videogiocati erano sempre o picchiaduro o calcistici. Stop. Neanche l’ombra di quei party-game di cui vedevo e leggevo nelle riviste di settore; Mario Party non era di casa insomma – Super Mario 64 sì invece, e ci tengo a rimarcarlo, anche se so che stona parecchio a leggerlo su un sito che si occupa del mondo PlayStation, ma tant’è. Con gli anni sono riuscito a limare questo mio limite curriculare, giocando svariati titoli dal vezzo party che si sono affacciati nel panorama indie, come ad esempio Sportsfriends o Nidhogg, per dirne giusto due. Perché, diciamocelo: ormai i party-game tripla A sono praticamente inesistenti, ed anche le produzioni più piccole che si rifanno a questo genere sono sempre più sporadiche, ed alterano completamente quel paradigma che univa la suddetta tipologia di giochi ad una fruizione estremamente semplice. In questo panorama va ad infilarsi Wondershot. Scoccate le frecce! Come si è potuto evincere da quanto scritto poc’anzi, Wondershot raggruppa a sé una commistione di generi per finire poi a confluire nel sempre più raro mondo dei party game, in quanto soprattutto ad immediatezza. Nel dettagli, ed in modo se vogliamo anche un tantino pretestuoso, il lavoro dei ragazzi di Leikir Studios è un gioco in cui lanciarsi cose contundenti fra giocatori in modo simpaticamente cazzone. Dopo il breve tutorial, che ci introdurrà ai comandi base del titolo, saremo infatti istantaneamente catapultati alla modalità Battle dal menù di gioco. Battle non è altro che il pvp in locale, in cui dovremo sfidare i nostri amici, muniti di pad alla mano: come? Semplice, cercandoli di colpire nei modi più svariati. Boomerang, frecce ed archi, martelli e fionde, tutti e quattro gli unici strumenti di morte presenti nel gioco che avranno come unico e naturale scopo quello di essere scaraventati addosso all’avversario giocante, che verrà shottato (del resto il titolo si chiama appunto Wondershot NdN) al primo colpo. Ogni strumento di morte avrà un utilizzo ovviamente differente rispetto ad un altro. Il boomerang dovremo lanciarlo e poi farlo tornare indietro, con l’arco dovremmo prendere la mira e poi scoccare la freccia, col martello, beh, dovremmo prendere a martellate il malcapitato di turno. Il tutto con una certa rapidità, perché sì, si viene uccisi al primo colpo, ma nemmeno troppa, visto che poi potremmo scoprire irrimediabilmente la guardia. Insomma, una sensazione di insicurezza dal gusto caotico che sicuramente funziona. Comunque, le Battle in locale avranno una durata, gestita in turni, settabile prima della partita; il primo a vincerne di più si aggiudica la partita, semplicissimo. A prenderne parte, logicamente, potranno esserci fino a 4 giocatori, e sì, come avete intuito dalla ripetizione ossessiva del termine “locale”, Wondershot non prevede alcuna componente online. L’amico dovete avercelo per forza lì accanto, proprio come nel 1996. Solo che da allora è passato, ecco, un ventennio, quindi era lecito aspettarsi anche un multiplayer che non si configurasse unicamente offline. Tornando più strettamente alla modalità Battle, quest’ultima si dividerà in ulteriori sottosezioni, con minime variazioni in termini di gameplay. Ci sono le sfide con gli strumenti da guerra random, quelle con un certo tipo di mappe, con le armi uguali; insomma, roba che cambia poco o nulla quanto già detto precedentemente, e che daranno noia anche al giocatore più disattento dopo nemmeno una manciata di minuti, preceduti sì da altri ricolmi di risate – dovute soprattutto al fatto che si è obbligati a giocare gomito a gomito – ma che non riescono comunque a giustificare la ripetitività del tutto.

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