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Visualizza Versione Completa : [News] Dark Souls 3 – Recensione



Bit-Mentana
11/04/2016, 11:20
Publisher: Bandai Namco Developer: From Software Piattaforma: PS4 Genere: Action-RPG Giocatori: 1 PEGI: 16 Prezzo: 69,99 € Nel lontano 2009 è iniziato su PlayStation 3 un lungo percorso al quale ha dato il via Demon’s Souls, primo di una serie di titoli la cui iniziale premessa era quella di voler mettere in difficoltà anche il più esperto videogiocatore. Riuscendoci alla perfezione. Proprio questo primo capitolo sviluppato da From Software è diventato il videogame di riferimento per tutte le persone in cerca di una sfida vera, con una difficoltà tale da essere non fine a stessa, ma istruttiva. Ebbene, a distanza di 7 anni ecco che arriva su PlayStation 4 Dark Souls III, il capitolo che consacra definitivamente questa meravigliosa saga. La morte e la rinascita Come vi abbiamo già accennato il fattore determinante del successo di Demon’s Souls prima e di Dark Souls poi è stata la perfetta calibrazione della curva di difficoltà, un lavoro magistrale dei ragazzi di From Software che hanno saputo creare un’esperienza costruttiva legata alla morte e al fallimento. Tutto questo non ha potuto non riflettersi sull’operato del team, che proprio come i videogiocatori a cui i loro titoli sono destinati, ha saputo fare tesoro di tutte le esperienze fatte in passato. Dark Souls III è, a conti fatti, il meglio di quanto proposto in sette anni dal genere soulslike, un gioco tutto nuovo che è anche un meraviglioso tributo a tutto ciò che è stato ma che non per questo genera nel giocatore la sensazione di un mero copia-incolla, a cominciare dalla lore. Specificando che non ci saranno spoiler di nessun tipo all’interno di questa recensione, possiamo dirvi che grazie a questo terzo capitolo molti pezzi dell’ampio mosaico creato nel corso degli anni andranno al loro posto, se saprete capire i numerosi indizi e raccogliere a dovere le briciole di pane che, come da tradizione della saga, vi verranno lasciate sulla strada, con frasi dei personaggi secondari, riferimenti a luoghi e nemici ormai familiari e molto altro ancora. Parte del fascino di Dark Souls è anche questo, una storia mai esplicitamente svelata, una serie di collegamenti intuibili ma mai detti, per lasciar sì che gli utenti si scambino idee e mettano in piedi le loro congetture, come a milioni se ne trovano sul web, senza però mai sapere fin dove sia effettivamente realtà e dove invece si tratti di pura immaginazione. Coloro che hanno giocato l’intera saga però non potranno non provare sensazioni di deja-vu ricorrenti e soprattutto, in certi momenti, non sentire una lacrima di commozione scendere sul viso pensando a tutto ciò che hanno vissuto in compagnia dei loro alter-ego virtuali. Cenere alla cenere La magnificenza di Dark Soul III non risiede (ovviamente) tutta nella trama. Dopo l’esperienza maturata con Bloodborne, capitolo “parallelo” uscito su PlayStation 4 e svincolato dalla serie principale, anche nel loro nuovo titolo i ragazzi di From Software hanno voluto mantenere una certa nota cupa e gotica, creando ambientazioni e nemici in grado di rapire per la loro brutale bellezza ed ovviamente dei boss all’altezza dei luoghi in cui gli stessi verranno collocati. Come ci si poteva aspettare infatti il team ha tratto grande beneficio dal rifacimento su console di nuova generazione del secondo capitolo e dalla produzione di Bloodborne soprattutto per quello che riguarda la fluidità di gioco, mai così elevata anche nei momenti più caotici, e per ciò che concerne la grafica e il comparto audio. La musica risulterà quasi totalmente assente, se non per i lamenti dei vostri avversari, durante l’esplorazione delle aree, mentre esploderà dalle casse della vostra televisione durante le battaglie con i boss, facendo salire alle stelle la tensione ed aumentando il coinvolgimento del giocatore. Anche le ambientazioni, realizzate magistralmente, sembreranno degli spettacolari dipinti ed offriranno una profondità di visuale che vi spingerà, qui più che mai, a scrutare l’orizzonte in cerca della strada giusta da seguire e di pericolosi avversari, il tutto passando con naturalezza da location rurali ad altre decisamente meno civilizzate. Passeremo quindi da castelli diroccati e villaggi in rovina a paludi claustrofobiche in un batter d’occhio, sfruttando gli indispensabili falò come checkpoint e l’Altare del Vincolo come base d’appoggio per tutte le nostre attività di commercio e di aumento di livello, con la stessa funzione di Majula in Dark Souls 2 o del Santuario del Legame del Fuoco nel primo capitolo. La semplificazione avviata proprio grazie a Majula è rimasta infatti invariata, con viaggi tra i nostri focolari utilizzabili fin da subito per permettere un più facile accesso anche ai neofiti della saga, fattore che va però obbligatoriamente a ridurre la difficoltà generale del gioco per i veterani dei Solus che quindi potrebbero inizialmente storcere il naso, salvo poi accorgersi di tutte le novità che sono state implementate all’interno del titolo. A dispetto di ciò è stata invece mantenuta la tanto amata struttura a percorsi multipli, dove ogni giocatore avrà la possibilità di compiere una scelta (anche se in realtà solo apparente) in merito alla strada da seguire per arrivare al boss di turno, decidendo a conti fatti di che morte morire. Sebbene infatti potremo muoverci liberamente all’interno delle aree di gioco, molto spesso ci ritroveremo all’interno di vicoli ciechi, con porte chiuse, scale sollevate o ascensori impossibili da richiamare, il che ci obbligherà, con nostra somma gioia, a tornare sui nostri passi ed incamminarci su una via diversa, affrontando quindi una nuova sfilza di mortali nemici per proseguire nell’avventura. Fortunatamente però avremo le nostre abilità ed un vasto arsenale di armi ad aiutarci in questa ardua impresa.

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