PDA

Visualizza Versione Completa : [News] Mirror’s Edge Catalyst – Recensione



Bit-Mentana
17/06/2016, 11:21
Publisher: Electronic Arts Developer: DICE Piattaforma: PS4 Genere: First Person Runner Giocatori: 1 PEGI: 16 Prezzo: 69,99 € Era l’ormai lontanissimo 2008 quando uscì il primo Mirror’s Edge. La cosa mi (ci) farà pure sentire il peso della vecchiaia, ma non è questo il punto del discorso. Il punto è, invece, l’attesa che si sviluppa quando passa così tanto tempo da una release all’altra di due capitoli di una stessa serie. Mirror’s Edge non è un caso isolato, ci mancherebbe. Ormai proverbiali sono i tempi di attesa che Square Enix alimenta tra un Final Fantasy e l’altro, così come anche i fan di Fallout hanno dovuto aspettare parecchio per tornare nella Zona Contaminata, per quanto poi largamente ripagati. Ma, insomma, quando passa così tanto tempo i dubbi e le speranze sono sempre molte. I primi, poiché un lungo sviluppo è quasi sempre sinonimo di problemi durante lo stesso. Le seconde, perché si spera sempre che il cospicuo lasso di tempo abbia fornito agli sviluppatori i giusti mezzi per sfornare un capolavoro. Ma bando alle ciance, e vediamo un po’ come è andata con questo Mirror’s Edge Catalyst. Più grosso, più bello, ma sempre ugualmente chic Una delle particolarità di Mirror’s Edge, dell’IP vera e propria piuttosto che di un capitolo oppure dell’altro, è lo stile. Molto laterale, molto minimale, piuttosto ricercato; la cosa lo rende un titolo decisamente non adatto a tutti, e non stiamo parlando del solo aspetto visivo, che poi approfondiremo. Si parla anche e soprattutto della sostanza, dato che, pur essendo a tutti gli effetti un gioco in prima persona, in Mirror’s Edge non si spara mai. Se lo si faceva, nel primo capitolo, è perché si “giocava male”. In Catalyst le occasioni per darsi alla pazza gioia con il piombo sono state addirittura eliminate in toto, cedendo il passo ad un sistema di combattimento a mani nude, sempre in prima persona. Al tasto quadrato è affidato l’attacco leggero, al triangolo quello pesante, mentre a R2, con abbinato lo spostamento dello stick analogico sinistro nella direzione desiderata, le schivate. Anche con una certa sorpresa (almeno del sottoscritto) il tutto funziona, almeno per quanto fosse possibile fare in un gioco di questa natura. Funziona sempre, tranne in quei (per fortuna pochi) casi in cui sarete alle prese con una becera scazzottata da bar, in cui i suoi limiti, il sistema di combattimento, li mostra in maniera evidente. Ma a meno che il piede sull’acceleratore non sia particolarmente schiacciato in questi termini, combattere in Mirror’s Edge Catalyst risulta essere piuttosto divertente oltre che sufficientemente profondo, grazie alla possibilità di colpire sfruttando le doti acrobatiche di Faith – è sempre lei, la protagonista – o quella di direzionare i propri calci, scagliando contro un muro, un altro nemico o quello che preferite il malcapitato di turno. Ma facciamo un passo indietro. Mirror’s Edge Catalyst è prima di tutto un misto tra un sequel e un reboot dell’originale, che vale il prezzo del biglietto anche solo per la scomparsa dalla lista dei doppiatori di Asia Argento – non ce ne voglia male la stessa. Ci ritroveremo dunque ad impersonare una Runner, ossia una ragazza accompagnata da tanti altri “colleghi”: coloro che, uniti da una strepitosa abilità nella disciplina del parkour, tentano di abbattere il Conglomerato, il regime tecnologico e non, che ha in pugno la cittadina di Glass. La nostra è da poco uscita di prigione, e nonostante la società le imponga di trovare un lavoro e adeguarsi ad una vita magari sicura, ma di soffocante routine, ciò non rientra nei piani di Faith, che al contrario nutre una tenace sete di vendetta verso Gabriel Kruger, autore di inenarrabili torti, che non vi sveleremo per non rovinarvi la sorpresa. Ma al contempo deve saldare un grosso debito legato al suo passato… Insomma, le premesse che stanno alla base di Mirror’s Edge Catalyst sono buonissime e convincenti. Peccato però che si sviluppino approfonditamente quasi più in maniera secondaria, attraverso i collezionabili – registrazioni, documenti e così via – che non in maniera diretta, lasciando un po’ di amaro in bocca al videogiocatore. Non che le cut-scene non siano ben realizzate e piacevoli da seguire (stavolta sono pure doppiate come si deve, come detto), però alcuni personaggi potevano decisamente essere approfonditi di più e meglio, specie considerato il potenziale degli stessi e al di là del lore che tanto ormai va di moda. Questo potenziale speriamo vivamente che non vada perso, e anzi venga sfruttato per un eventuale terzo capitolo, possibilmente in tempi più ravvicinati. Il nucleo del gameplay di Mirror’s Edge Catalyst rimane però sempre lo stesso: la corsa. Allo stick analogico sinistro e a quello destro saranno come al solito assegnati il movimento e lo spostamento della visuale, mentre, esattamente come per il prequel, con L1 si salta mentre con L2 ci si abbassa, con R1 utile ad effettuare repentini capovolgimenti di 180°, mossa però da sbloccare in questo sequel. A guidarci parzialmente, e non sempre, ci sarà la “Prospettiva del Runner”, che evidenzierà in rosso il percorso e gli ostacoli da affrontare – non sarà sempre quello più rapido, ma probabilmente il più sicuro. Una volta inanellata la giusta serie di mosse e acrobazie senza mai fermarsi, alimenteremo con il nostro flusso una barra che, se giunta al culmine, ci offrirà degli apprezzatissimi momenti di onnipotenza e relativa tranquillità, dato che saremo al riparo, ad esempio, dalle pallottole sparate dagli agenti di Kruger.

Continua su PlayStationBit... (http://www.playstationbit.com/primo-piano/recensioni/mirrors-edge-catalyst-recensione)