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Visualizza Versione Completa : [News] Deadlight: Director’s Cut – Recensione



Bit-Mentana
01/07/2016, 08:30
Publisher: Deep Silver Developer: Tequila Works Piattaforma: PS4 Genere: Action horror Giocatori: 1 PEGI: 18 Prezzo: 19,99 € “La morte è la morte. C’è sempre stata. Che sia per un attacco di cuore, cancro o uno zombie. Che differenza c’è?” -The Walking Dead- Sin dagli albori del cinema uno dei temi che più hanno avuto appeal sul grande pubblico è stato quello degli zombie, morti viventi che si alzano dalle loro tombe per tormentare i vivi e nutrirsi dei loro cervelli. Queste creature hanno avuto, oltre ad una serie innumerevoli di pellicole dedicate, anche una quantità altrettanto elevata di videogames, primo tra tutti l’indimenticabile Resident Evil. Come allora riproporre il genere, distinguendosi però nel contempo dalla massa di titoli che affollano il panorama videoludico mondiale? La risposta arriva dai ragazzi di Tequila Works e dal loro Deadlight, giunto su PlayStation 4 in versione Director’s Cut. Dead man walking L’anno è il 1986, ma il mondo non è quello che tutti si aspettano: niente musica da discoteca, niente Dylan Dog in arrivo sul suolo italiano, solo un terribile scenario post-apocalittico in cui l’umanità è stata messa in ginocchio dagli zombies, morti viventi contaminati da chissà quale virus che girano per le strade attaccando i pochi superstiti della razza umana per cibarsi delle loro carni e trasformare anch’essi in creature prive di intelletto, guidate solo da una fame irrazionale. In questa pittoresca e drammatica ambientazione fa la sua comparsa il protagonista di Deadlight, Randall Wayne, un ormai ex-sceriffo che collabora con un gruppo di superstiti per riuscire a salvarsi dalla minaccia incombente e ritrovare sua moglie e sua figlia, andate perse durante la fuga dalle infernali creature. Le strade devastate di Seattle però non sono luogo sicuro, e Randall dovrà dare fondo a tutte le sue abilità ed alla sua esperienza da consumato uomo di legge per superare le numerose avversità che gli si pareranno davanti e scoprire la verità, guarendo magari dalla misteriosa amnesia che lo ha colpito e che gli ha lasciato in eredità terribili incubi che il giocatore avrà modo di vivere in prima persona. L’intera trama di gioco vi verrà raccontata a mezzo di disegni a schermo, unico modo per vedere in faccia il nostro eroe ed i suoi compagni d’avventura, dato che uno degli elementi principi di Deadlight che sarà visibile sin da subito saranno i giochi di ombre. L’intero titolo di Tequila Works infatti è stato progettato come un titolo bidimensionale in cui Wayne e gli zombie, non a caso definiti ombre, si muoveranno in orizzontale, stagliandosi come nere sagome su fondali che rappresenteranno al meglio la devastazione di Seattle e verranno accompagnati da una coinvolgente quanto cupa colonna sonora, adattissima all’azione di cui saremo protagonisti. Vediamo però più nel dettaglio le interessanti meccaniche di questo titolo horror. Lancia la lancia Abbiamo già sottolineato nel preludio alla recensione come Deadlight sia un videogioco di zombie atipico, che tenta di proporre meccaniche nuove su un tema vecchio, quello appunto dei morti viventi. Il progetto di questo talentuoso team mette infatti un’attenta pianificazione ed una tattica raffinata sopra ogni altra cosa, con buona pace di titoli con un arsenale da far invidia a quello di Grand Theft Auto, visto che il nostro Wayne partirà senza nessun tipo di arma, impossibilitato a difendersi dalla legione pronta a divorarlo e quindi obbligato alla fuga e all’utilizzo del cervello più che dei muscoli. A conti fatti l’esperienza con Deadlight ha più punti in comune con un puzzle game che con un horror, almeno fino a quando non entreremo in possesso dell’accetta e della pistola, due degli oggetti d’attacco su tre totali presenti nel gioco, che non andranno comunque a stravolgere le meccaniche base ma che ci daranno almeno modo di prenderci cura di casi isolati per renderci più facile la traversata fino alla cosiddetta “Zona Sicura”, dove pare che un manipolo di persone stia resistendo con forza all’attacco non-morto. Se pensate però che impugnare un’ascia vi dia modo di sfoltire schiere di nemici come il buon Ash di Evil Dead, dovrete rifare i vostri conti, dato che a differenza di altri protagonisti fisicamente molto più dotati il nostro Randall sarà provvisto di una barra di Stamina che si andrà a consumare man mano che eseguiremo delle azioni. Ecco allora che il numero di fendenti che potremo menare, così come anche il tempo appesi ad un cornicione o di scalata, saranno limitati e dovremo dosare ogni stilla della nostra energia per uscire incolumi anche dalle situazioni più difficili. Oltre alla Stamina poi saremo dotati anche della classica barra della salute, provvista inizialmente di 3 tacche che, se verranno azzerate, significheranno Game Over e dunque ripartenza dal più vicino checkpoint.

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