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Bit-Mentana
04/08/2016, 11:40
2Publisher: Infinitap Games Developer: Infinitap Games Piattaforma: PS4 (disponibile anche per PS Vita) Genere: Survival Horror Giocatori: 1 PEGI: 18 Prezzo: 14,99 € Neverending Nightmares è un horror dallo stile visivo molto forte e nato a seguito di eventi che hanno segnato la vita del produttore del gioco, Matt Gilgenbach, preda di disturbi ossessivo-compulsivi e depressione a seguito di eventi familiari. Originariamente, Nevernending Nightmares fu proprio pubblicato in concomitanza del Mese della Consapevolezza della Salute Mentale. Thomas Thomas, che originariamente sarebbe dovuto chiamarsi Adam (se siete curiosi date un’occhiata qui), è un ragazzo perseguitato da una serie di incubi che scavano in profondità nella sua psiche e chiamano a gran voce tutti i demoni che la abitano; gli stessi che nella realtà ha vissuto il producer Gilgenbach. Il tutto avviene attraverso una serie continua di eventi non propriamente narrati ma vissuti in un lungo e seriale camminare in corridoi poco illuminati, quadri che sembrano guardarci, luci fioche e bambole intenzionate a perseguitarci. Queste fasi, in cui si avverte la pesantezza del luogo, vengono bruscamente e ciclicamente interrotte da risvegli nel letto di Thomas, che prontamente si alza e ritorna al suo vagare. La matita di Adam Lo stile grafico è sicuramente uno dei punti forti di questa esperienza videoludica. Bianco, nero e qualche accenno al rosso sono le tre tinte forti utilizzate da Adam Grabowski, designer che rivede a modo suo i luoghi ciclici e simmetrici di Escher e si ispira all’immaginario di Silent Hill 2, per quanto riguarda l’aspetto delle creature malate e deformi che tormentano la nostra strada. L’artista è riuscito nell’intento di donare una fortissima componente personale al gioco che, probabilmente, senza questa veste grafica avrebbe perso tanto del suo fascino ed unicità. Il bianco e il nero, in forte contrasto, sembrano proprio volerci dire quanto sia stata dura e intermittente l’esperienza della malattia. Il rosso, invece, lo spiraglio di speranza, anche se quando appare a schermo non sempre ha una connotazione positiva. La casa e il manicomio Il gioco presenta due location: la casa di Thomas e un manicomio. Man mano che si procede, in scrolling orizzontale, l’atmosfera diventa sempre più pesante, malata ed enigmatica. Il fatto di non avere un variegato numero di luoghi da esplorare, rende Neverending Nightmares un po’ troppo uguale nel suo evolversi. Il gameplay si risolve in lunghe camminate che creano una atmosfera in divenire, intervallata da parti in stealth e da brevi momenti di azione vera e propria. Anche ciò che riguarda il superamento di puzzle per proseguire l’azione si risolve in una breve interazione col mondo cirostante. A questo, possiamo però dire che l’atmosfera fa già quasi metà del lavoro e quindi si giustifica in parte l’interazione ridotta all’osso. Più che un gioco, lo si potrebbe definire esperienza videoludica, che poi di ludico ha veramente poco; il senso di immobilità mentale viene tradotto con poche interazioni e tanto vagare quasi incontrollato; Gilgenbach sembra riuscire a raccontarci come si è sentito, che cosa stava provando quando stava male.

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