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Visualizza Versione Completa : [News] The Huntsman: Winter’s Curse – Recensione



Bit-Mentana
13/09/2016, 11:10
Publisher: Desert Owl Games Developer: Desert Owl Games Piattaforma: PS4 Genere: Gioco di Ruolo Buggato Giocatori: 1 PEGI: 7 Prezzo: 21,99 € Basato sulla licenza Universal dell’universo del Cacciatore, questo The Huntsman: Winter’s Curse ci aveva da subito incuriosito, al suo annuncio. Ha mantenuto quel po’ di hype che si era creato? La risposta è “boh”, perché se mi concedete una parentesi a stretto titolo personale, io sto scrivendo questa recensione senza nemmeno avere finito il gioco. A voi il “piacere” di scoprire… perché? Final Fantasy X con le carte Il gameplay di The Huntsman è parecchio interessante, per quanto spartano. Stiamo parlando infatti di un classicissimo gioco di ruolo a turni, proprio come Final Fantasy X o il più recente Digimon Story Cyber Sleuth, che però vede l’introduzione di un mazzo di carte condizionato dal vostro equipaggiamento (modificabile nell’arma, nell’armatura e in un paio di accessori). Saranno proprio queste carte che, una volta selezionate di volta in volta, condizioneranno l’esito della battaglia: un’arma più pesante, ad esempio, potrà togliere 14 punti vita al nemico, ad esempio, mentre una più leggera arrecherà un danno di 8 solamente, ma magari anticiperà il vostro turno successivo, regolato da una barra in alto sullo schermo in cui scorrono le raffigurazione delle diverse parti che prendono parte al duello. Ma non è tutto qui, perché esistono armi (e di conseguenza carte) che rallentano il nemico, altre che lo fanno sanguinare così da renderlo meno efficace in offesa, altre ancora che vi faranno entrare in una sorta di modalità “rage” in cui sferrare potenti colpi caricati. Insomma, nella sua semplicità tutto è stato realizzato con una cura e un bilanciamento davvero ragguardevoli per una produzione indipendente, per quanto su licenza. A dare ulteriore profondità al tutto c’è pure la possibilità di allargare il proprio party fino ad un massimo di tre componenti, oltre che di superare i propri limiti attraverso appositi punti abilità da spendere per incrementare la velocità, i punti vita, o le carte che è possibile tenere in una “mano”. L’avventura di Elisabeth alla ricerca dei suoi quattro fratelli si sarebbe dunque potuta rivelare estremamente interessante, anche se non so dirvi quanto dato che io, ripeto, il gioco non l’ho finito. L’universo su licenza Universal infatti incide ma non troppo sulle peripezie della nostra, poiché i personaggi che lo popolano interferiscono quanto basta per contestualizzare il tutto senza che però la storia non possa essere raccontata in modo del tutto originale. Qualcosa di più poteva essere fatto, forse, per gli spostamenti del giocatore da un punto di interesse all’altro, realizzati con il semplice premere “X” sulla mappa di gioco, senza alcuna possibilità di esplorazione. Sarete infatti informati di una missione primaria o secondaria, e una volta che vi sarete “recati” al punto giusto per avviarla comincerà subito una scena bidimensionale in cui i diversi protagonisti interagiscono comunicando con semplici testi (senza alcun doppiaggio e pure in inglese, cosa che potrebbe fare storcere il naso a molti, vista la mole di testo presente), proprio come se fossimo davanti ad un fumetto. Ma, insomma, stiamo parlando di una produzione a basso budget e che in primis vuole raccontare una storia, dunque non ci sentiamo di essere troppo severi sotto questo punto di vista.

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