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Visualizza Versione Completa : [News] Alone With You – Recensione



Bit-Mentana
14/01/2017, 17:10
Publisher: Benjamin Rivers Developer: Benjamin Rivers Piattaforma: PS4 (disponibile anche per PS Vita) Genere: Adventure Giocatori: 1 PEGI: 12 Prezzo: 9,99€ Quando ho visto Alone With You la prima volta, non ho potuto evitare di pensare ai giochi per l’Amiga 500 dei primi anni Novanta. Il personaggio principale è diventato automaticamente uno “sprite” e io, effettivamente, un ragazzetto delle scuole medie. Alone With You è la storia di una colonia spaziale devastata da un evento atmosferico, che ha portato alla morte di tutti i membri della crew che l’abitavano; ad eccezione del nostro uomo e di un’unità virtuale che rappresenta (quasi) il solo ed unico modo per trovare salvezza e ritornare sulla terra. L’avventura sci-fi in questione è articolata su due aspetti che camminano di pari passo: l’aspetto della visual novel e quello dell’esplorazione. Ottenuto il primo contatto con l’unità virtuale, ci vengono fornite delle istruzioni per ristabilire tutto il necessario utile a riparare la nostra astronave e che ci porteranno a trascorrere fino a tre settimane nella colonia e nei suoi laboratori, giardini e caverne prima di vedere il finale. La prima settimana La prima settimana è fondamentale per la ricostruzione della storia, degli eventi che hanno portato alla distruzione e del viaggio a ritroso che compiamo per recuperare tutto ciò che ci serve. Quasi mossa da una umanità surreale, la nostra unità virtuale ha generato quattro avatar, ognuno dei quali specialista e responsabile di tutte le aree che ci toccherà visitare e con i quali inizieremo la conoscenza in incontri pianificati e simulati. In un ciclo di giorno e notte, si inizia a creare una storia intricata tra l’intelligenza artificiale, noi, gli avatar e tutti gli umani morti sul posto man mano che scannerizziamo gli oggetti di loro pertinenza e perlustreremo aree che ci serviranno a sbloccare porte, recuperare materiali e fare luce su quanto accaduto. Con gli occhi dell’amore Eh sì, i nostri interlocutori ologrammi iniziano a raccontarci una serie di fatti, supportati da una sempre crescente empatia verso di noi; nelle semplicissime ma efficaci espressioni facciali si nota quanto ogni nostra visita nella simulazione, sia una ventata di aria fresca e voglia di riscatto verso la “vita” da parte dei nostri interlocutori. Nei nostri incontri quotidiani ci troviamo a osservare e a condividere con essi la bellezza delle nuvole, l’immensità di una aurora boreale, un prato ventoso accompagnato da una bibita fresca; tutto finto, s’intende. No regrets Le nostre perlustrazioni tra aree fatiscenti, dormitori e vivai spaziali, ci portano a conoscenza delle relazioni che vivevano le persone che abitavano la colonia, attraverso la lettura di note, biglietti e diari che troviamo sparsi ovunque. Tutti e quattro gli avatar ci raccontano quanto avrebbero voluto fare di più in vita, quanto avrebbero voluto poter comunicare le proprie emozioni, frustrazioni e stime verso i propri colleghi. Addirittura l’intelligenza artificiale, che ci fa una costante cronistoria di tutto quello che vediamo, visitiamo e riportiamo attraverso le nostre scannerizzazioni, inizia pian piano ad umanizzarsi; ci dice che avrebbe voluto supportare meglio tutti, che la missione spaziale è stata un fallimento a causa sua, che non sono state prese le giuste precauzioni di profilassi che hanno portato all’eventuale epidemia – una delle cause di morte dell’equipaggio. Più tempo passiamo in compagnia virtuale con le nostre controparti, più inizia una sorta di innamoramento, di legame tendente al morboso ma che mai sfoggia nella prevaricazione dell’altro. L’intelligenza artificiale che muove se stessa e i quattro avatar, sa che stiamo cercando di abbandonare la colonia per ritornare sulla terra, ci aiuta in tutti i modi ma sente che noi siamo l’unica fonte di vita a cui aggrapparsi in un mondo devastato e ormai, ufficialmente morto. Il silenzio La colonna sonora di Alone With You, molto ben scritta è un elemento praticamente costante in tutta la narrazione vorace dei nostri avatar, dell’intelligenza artificiale e dei diari che troviamo in giro. Nel loop continuo del giorno e notte, dal primo al quindicesimo giorno, gli unici momenti in cui non ci sono musiche di sottofondo è quando ci mettiamo a letto, veniamo svegliati dall’IA per andare a colloquio con gli avatar e quando vaghiamo nella base spaziale di notte. Sentiamo profondamente il silenzio, l’oscurità, il raccoglimento e quel senso inspiegabile di casa che addirittura un posto di morte arriva a dare. La sceneggiatura è ricca di battute, forse il nucleo di tutta l’impalcatura pseudo 8 bit; una vasta e intricata rete di fatti enunciati quasi senza sosta che però hanno senso pieno solo fino alla fine della nostra prima run.

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