Bentornati all'appuntamento settimanale con “Preferisco la Coppa”, l'unica rubrica che può fregiarsi del certificato DOP! Questa domenica, per celebrare la quinta pubblicazione di fila e per premiare tutti voi della vostra costanza nel leggermi (siete tantssimi ormai, il primo topic sta superando le 400 visite totali... *Lacrimuccia*) e soprattutto per festeggiare la riapertura delle scuole, lancerò uno speciale chiamato “Il Platino Ignorante”, con una raccolta di tre titoli tra i più brutti visti sulle console Sony, che non mi sono però potuto esentare dal completare al 100%. Ma bando alle ciance, ciancio alle bande, partiamo subito con questa improponibile carrellata di mota fumante! Buon divertimento e buona lettura!

Quello che “già il film era una chiavica”

Battleship – Difficoltà Platino 2/10 – Fattore Noia – 4/10 – Alieni pixellosi 8/10

Introduzione: Qualcuno ricorda il favoloso film di Michael Bay, Battleship? No? Beh nemmeno io, forse perchè pur essendo uscito nelle sale cinematografiche è passato in sordina, come una di quelle scoregge silenziose ma letali, che non fanno rumore ma diffondo nell'aria un mefitico odore di morte, peperoni ripieni e pannolino di poppante. Nemmeno l'interessante cameo delle chiappe sode della cantante Rihannha, che c'entrava come Kobe Bryant a un raduno del Ku Klux Klan, è riuscita a risollevare questa nave in declino, ma nonostante tutto Activision si è chiesta perchè nessuno avesse pensato di ricamare attorno alla trama del Kolossal un bel videogame. Ecco così che grazie a Double Helix Games nasce Battleship, sparatutto in prima persona mischiato a un minigioco non troppo dissimile dalla battaglia navale, che perde però il fascino di quella che giocavamo clandestinamente a scuola, incidendo sul banco il tabellone e barando spudoratamente con il compagno occhialuto che tanto fino al vostro tavolino non ci tirava nemmeno pregando in turco.

Il Gioco: Cosa dire di Battleship? Potrei parafrasare il buon Fantozzi quando parlava de “La corazzata Potemkin”, ma non lo farò perchè il mio pensiero è ben diverso. Abbiamo per le mani infatti il tipico caso di “Pubblicatio Precocis”, un genere di titolo che viene sparato come un proiettile di bazooka sul mercato per cavalcare l'onda di successo (???) del film appena uscito nelle sale. Sciagura a voi che deciderete di acquistare un titolo del genere, che di solito condisce pessima grafica con una trama senza capo né coda e possibilmente una durata di una seduta al gabinetto, una di quelle nemmeno tanto lunghe. Poteva Battleship esimersi dai canoni tipici? Certo che no, con una particolare finezza, ossia il minigioco delle barche. Durante la nostra missione infatti potremo muovere le nostre truppe marine per bersagliare le navi nemiche che ci attaccano da lontano, così da salvare la pellaccia del nostro eroe appiedato, dandoci anche la possibilità di potenziare le imbarcazioni con delle carte. Tutto bello, la prima volta... E la seconda... Alla terza già vi inizieranno a vorticare tipo Mulino Bianco, e dalla quarta in poi sarà un tripudio di parolacce più o meno pesanti rivolte alle madri dei timonieri della vostra flotta. Peccato perchè sulla carta l'idea poteva anche essere interessante. Sulle sezioni in cui ci toccherà sparare invece sarebbe meglio calare un velo pietoso, perchè tra armi imprecise e colpi alla testa che non entrano mai mi sono sentito come un messicano bendato che cerca di colpire la Pignatta piena di caramelle con un bastone storto. Perlomeno questa tortura cinese durerà poco, visto che il platino si fa comodamente in 6-8 ore senza numerosi sforzi. La difficoltà massima infatti è di una semplicità quasi disarmante, e gli alieni che affronterete potranno solo farvi il solletico. Una menzione speciale per l'arma aliena, che vince la palma d'oro per il design più brutto mai visto in un FPS, e se non mi credete, dopo averla vista mi darete ragione

Il trofeo più difficile: Il gioco nasconde al suo interno dei collezionabili, ossia dei favolosi parallelepipedi rossi che una volta raccolti verranno contrassegnati dalla denominazione “Razzo”. Sorvolando sul fatto che andrei dai producer del gioco a fargli uno schizzo a matita di come si fa un razzo, troverete in ognuno dei 7 livelli di gioco quattro di questi ammassi geometrici di poligoni da raccogliere per ottenere un trofeo. Ovviamente saranno nascosti nei peggio posti, tipo quell'angolo buio in cui non guardereste mai, ed in cui è più probabile notare un effetto di pop-up, o dei poligoni grezzi e non rifiniti segno che qualcuno ha fatto il suo lavoro solo a metà. Voi ignorate il tutto, prendete il “razzo” e proseguite senza fare domande, e tutto andrà bene.

Il trofeo più noioso: Finire il gioco è già abbastanza noioso, ma terminarlo alla massima difficoltà è paragonabile al legarsi un cilicio intorno alla coscia e fare la maratona di New York. Come detto il gioco non è difficile, e scorre via in una decina di ore, ma se avete mai sentito parlare della relatività del tempo, ebbene sappiate che sarannà la mezza giornata più lunga della vostra vita. Tra briefing sullo stile dei primi Ace Combat, schermate di gioco fatte con lo stampino e ben 3 (TRE!) tipi di nemici diversi ci sarà di che tagliarsi, visto che vi sembrerà tutto un deja-vu infinito. Solo una grande forza di volontà e una resistenza agli attacchi psicologici degna di un Jedi vi permetteranno di travalicare le difficoltà e di portare a termine questa dis-avventura. Bravi, avete terminato Battleship. E nel gioco delle chiappe di Rihannah neanche l'ombra... FUUU!!!

Un Platino per chi: Ama le mie Mmmacine, fatte con le mie mmani


Belli belli gli alieni... Un design studiato nei minimi particolari

Quello che “ci giochi e ti abbassa il Q.I.”

I Puffi 2 – Difficoltà 2/10 – Fattore Noia 6/10 – Puffare su per giù 8/10

Introduzione: Quando ero piccolo (parliamo di parecchi anni fa) mia madre, santa donna, commise l'errore di acquistare un Nintendo, pensando che fosse un innocuo passatempo. Cazzate! Era una fottuta droga! Super Mario, Duck Hunt, Bubble Bobble... Ero morto e quello doveva essere il Paradiso... Ovviamente ai tempi ero un pupetto e completare qualsivoglia gioco risultava più complicato di adesso, vuoi per l'età, vuoi per la maggiore difficoltà dei titoli in generale. Ora per tutti i bambini che vogliono avvicinarsi al mondo dei videogames è usanza sfornare i cosiddetti giochi “Pegi 3”, che non fanno correre rischi di vedere terribili poppe sullo schermo o di sentire la parola “Fagiano” usata in contesti non idonei. Nessuno ha spiegato però ai producer che i bambini di 8-10 anni prendono in mano GTA e iniziano a ammazzare gente e sbattersi le donnine di facili costumi, e soprattutto nessuno l'ha detto a WayFoward Technologies, che ha deciso di produrre un gioco deidicato ai Puffi, le simpatiche creature blu create da Peyo che hanno animato la mia (e chissà, forse anche la vostra) infanzia. Purtroppo però non si tratta di un videogame con grafica cartoon, ma si rifà al film “I Puffi 2”, uscito nelle sale nel 2013 e che grazie a Dio sono riuscito ad evitare, prodotto in computer grafica tanto per distruggere quanto di bello ci fosse nella serie.
Ma tutto ciò da solo non basta a produrre un gioco brutto, ci vogliono anche impegno, dedizione e l'interesse a far sì che questo orrore venisse passato nel giro di una settimana dalla mirabolante somma di 49.90 euro a 19.90, con un taglio prezzi che poteva e doveva far fiutare la sola anche a distanza di Km. Ma quel giorno ero raffreddato e sono caduto in questa trappola blu.

Il Gioco: Il concetto alla base de “I Puffi 2” è probabilmente che il quoziente intellettivo di un bambino non superi i 10-15 punti massimi, visto che il titolo da loro creato non è neanche catalogabile come imbarazzante o a prova di scemo. Se un gioco semplice è a livello del terreno, per trovare i Puffi dobbiamo prendere una pala e scavare a fondo, poi, quando inizieremo a vedere il nucleo ferroso al centro della Terra, saremo quasi arrivati. Nel gioco potremo controllare diversi Puffi, tutti con un'abilità speciale a loro disposizione, durante il cui utilizzo saranno invincibili. Se verrete colpiti, rimarrete invincibili per circa 2 ore e mezza, minuto più minuto meno. Se cadrete in un fosso non morirete, ma verrete portati fuori. L'unico modo per uccidere il vostro personaggio è rimanere senza bacche e venire colpiti da uno dei nemici della mappa. Peccato che di frutti blu ne troverete a secchiate, mentre di nemici, quando si esagererà, non supereranno la doppia cifra all'interno di tutto uno schema.
Va bene, magari volevano evitare che i bambini rimanessero sotto shock per la fine prematura di tontolone, ma almeno avranno reso il gioco interessante e pieno di spunti per scatenare la fantasia dei piccoli videogamers e immergerli nel meraviglioso mondo d....NO! Niente di tutto questo accade, visto che gli schemi di gioco sono piatti, lineari, senza fondali, senza effetti 3D e senza la benchè minima cura. Si tratta di un platforma a scorrimento bidimensionale in cui la pochezza delle animazioni dei Puffi la fa da padrone, visto che se va bene ognuno di loro ne ha tre o quattro. Inutile dire che ho cercato di finire il tutto a una velocità stratosferica, ma non prima di aver visto il modello poligonale di Birba e quello di Gargamella, dopo i quali non sono stato più lo stesso. Ho passato due giorni in cui sono stato alimentato tramite sondino e flebo, immerso in uno stato simil-vegetale. Solo quando un sottile strato di muschio ha iniziato a crescere sotto le mie ascelle sono riuscito a ridestarmi e a portare a termine la mia avventura.

Il trofeo più difficile: Non ce ne sono, davvero. Giuro, anche i collezionabili, li vedrete tutti sul vostro percorso, palle blu luminescenti sempre in bella vista. Forse uno o due sono leggermente nascosti, ma roba che se saltate li vedete a schermo. Dopo mezz'ora di gioco potreste già aver sbloccato il 30-40% dei trofei complessivi, in quanto usare l'abilità di ogni personaggio un determinato numero di volte, anche a vuoto, vi permetterà di ottenere una coppa d'argento... D'argento! Per schiacciare 10 volte un tasto... Ho preso trofei di bronzo più difficili in Hannah Montana. Argento. Grande Giove.

Il trofeo più noioso: Sicuramente raccogliere tutti i collezionabili all'interno del gioco, perchè per raggiungerne la metà vi servirà l'aiuto di un personaggio che sbloccherete poco dopo la metà del gioco. Dovrete quindi rifare i complicatissimi e lunghissimi livelli di gioco per almeno due volte, così da poter raccogliere tutte le sfere blu. Come detto poco fa, solo di noia si tratta, perchè la difficoltà di ottenimento dei suddetti collezionabili è inesistente, mentre vincere la sonnolenza provocata sarà impresa ben più ardua, stanchezza che personalmente paragonerei a quella che provo ogni volta che finisco il cenone di Natale e mi sento pieno come un tacchino ripieno. Qui perlomeno non avrete quel senso di pienezza e pesantezza, se non nel bassoventre.

Un Platino per chi: Non si fa problemi a dire “Fagiano“ in pubblico


Il... modello poligonale... di Birba... Devo ingoiare... Capsula... Di cianuro...

Quello che “i doppi sensi li devi proprio cercare”

Wonderbook: Il libro degli incantesimi – Difficoltà Platino 3/10 – Fattore Noia 4/10 – Wingardium Leviosa 7/10

Introduzione: Quando uscì il Move su PlayStation 3 le premesse erano sfavillanti. La periferica Sony prometteva di scalzare l'unica rivale del settore, ossia Wii, con un controller di movimento notevolmente migliore. Ho così prenotato l'apparecchio e il primo gioco in uscita (Sports Champions) fiducioso e speranzoso. A distanza di qualche anno mi ritrovo con un costoso giocattolo erotico dalle fattezze vagamente falliche e una pallina in silicone colorata in cima. Inutile dire come il bastone di movimento si sia rivelato un fallimento totale, ma quando sentii parlare del Wonderbook e dell'idea che c'era di fondo mi sembrò di vedere la luce, e così lo acquistai, con tanto di gioco basato sull'universo di Harry Potter. Era meglio regalare il mio Move a una ninfomane... Wonderbook non è solo un'esperienza ridicola, ma offre anche delle sfide inadatte sia per bambini sia per adulti, in quando dovrebbe essere indirizzato a quella fascia d'età che nel frattempo è impegnata su Call of Duty o simili e di aprire un libro di cartone e lanciare incantesimi non se lo sogna nemmeno. Sottolineo comunque come la realizzazione basata sull'interazione del digitale con un oggetto fisico sia veramente fantastica e, salvo alcuni casi di “error 404, page not found” nel senso che la telecamera non vedeva la pagina, il resto dell'espiernza sarebbe stata godibilissima se avessi avuto qualche anno in meno (tipo 10 anziché 26) e la voglia di emozionarmi un po' di più. In ogni caso, anche vista la mia vetustità, il Platino andava preso per forza, quindi mi sono immerso, giocattolo sodomita alla mano, in questa emozionante e fallica avventura.

Il Gioco: Come potete immaginare, tutto il gioco si basa sull'esecuzione a comando di determinati incantesimi e su piccoli minigiochi in cui sfruttare le funzionalità del nostro Move. Io ho scelto il divertimento, in quanto l'ho giocato con i miei fratelli al seguito. Nell'ordine la prima cosa che ho fatto è stata appoggiare la periferica sul pene, così da vedermi su schermo con la bacchetta che spuntava ambigua. La seconda cosa è stata simulare una perforazione cranica con il suddetto arnese, scoprendo con dispiacere che copriva solamente la mia faccia senza compenetrarla. Ma il massimo del divertimento è stato raggiunto per caso. Durante il gioco infatti vi verrà richiesto, come detto, di eseguire incantesimi muovendo in determinati modi il Move e pronunciando chiaramente il nome della magia. Peccato che mentre mi stavo impratichendo nell'esecuzione dell'incantesimo “Wingardium Leviosa”, mio fratello è entrato nella stanza urlando “Ma a che ca**o giochi?”. Incredibilmente il microfono della mia Eyetoy ha captato la frase come parola d'ordine per l'incantesimo, ed elogiandomi con un “Bravissimo!!” ha riprodotto su schermo l'animazione collegata. Superata la fase di risate incontrollate, per eseguire i comandi proposti dal Wonderbook sono uscite le frasi peggiori che l'umana stirpe abbia mai sentito, passando da parolacce, a filastrocche fino a citazioni dantesche e affini. E' indubbio che fare uscire un getto d'acqua dalla bacchetta agitandola gridando “Mi scappa da bestia” e poi appoggiare il Move sul bassoventre mentre il suddetto getto esce oltre ad essere una cosa adatta ai bambini di 10 anni, è anche da me, e quindi chi aveva la sfortuna di capitare in casa mia poteva trovare un giovane-adulto (mi piace definirmi così) che fingeva di orinare da una periferica digitale per PlayStation.
A parte queste piccolezze purtroppo il gioco non lascia molto spazio ad altro con cui divertirsi, se non alcune storie sentite durante lo svolgimento della storia, che sono curiose e potrebbero interessarvi se amate il mondo del maghetto con la cicatrice a saetta più famoso del mondo. Per quanto riguarda i trofei, non ci sono modalità extra, non ci sono selettori di difficoltà. Prendetevi il vostro tempo e Platinate questo libraccio digitale.

Il trofeo più difficile: Probabilmente “Tesoro Sepolto”, che è l'unico trofeo missabile, nel senso che se lo saltate vi toccherà ripetere quella parte di capitolo per ottenerlo. All'intero della terza sessione infatti potrete recuperare questo scrigno segreto scavando in un determinato punto con il tasto “T” del vostro Move. Indubbio sottolineare come “Difficile” sia una parola non grossa, enorme, e come vi basterà sapere dove cercare per completare il tutto. Il resto è tutto legato alla storia, quindi non potrete mancare nessun trofeo se riuscirete a terminare il titolo. SE ci riuscirete, cosa che non è sicura visto che la vostra morte cerebrale potrebbe subentrare quanto prima.

Il trofeo più noioso: Pur avendo messo un fattore Noia elevato, non ci sono trofei che tendono a creare tedio, in quanto il gioco stesso non è molto interessante. La mancanza di azione e l'assenza di una vera sfida rendono Wonderbook emozionante come guardare un cane che dorme. Ogni tanto ha qualche sussulto che vi fa dire “Oh, forse si sta svegliando, prendo la ciotola col cibo”, ma poi il gioco ritorna a pisolare pigramente e voi vi rimettete seduti comodi, in attesa che accada qualcosa. Peccato che tutto ciò che succede è che, dopo qualche capitolo di nulla e di sventolamento di bacchetta al grido di frasi che faranno divertire tutti i commensali arriverete anche a sbloccare questo Platino, che si unirà alla vostra collezione con calma, di soppiatto, senza farsi notare, e si metterà a ronfare in un angolo, in attesa di una sveglia che non suonerà mai. Buonanotte dolce coppa, a mai più rivederci Move, torna nell'antro oscuro della mia camera da cui ti ho estratto.

Un Platino per chi: Gli piace la bacchetta magica


La forma della vostra bacchetta sarà molto ambigua, ma se avrete
l'innocenza di un pupo non ve ne accorgerete, tranquilli


Ringraziamenti finali

Un caloroso grazie a tutti quelli che ancora mi seguono e che hanno aspettato pazienti che uscisse anche questa domenica la rubrica (in ritardo, ma pur sempre di domenica :P). Inoltre in questi ringraziamenti voglio includere Mario, il mio personale correttore di bozze che mi aiuta sempre nei momenti difficili e perde 10 minuti della sua vita per dirmi “mmm...mmmm...mmm... massì io non cambierei niente...”. Per finire un grazie ai miei fratelli, che quando c'è da trovare doppi sensi sono anche più furbi e creativi di me, le frasi più brutte non si possono riferire per tenere il post almeno in PEGI 16, ma per tutti i più curiosi potrei decidere di spedire in pacco anonimo (di solito rosa chiuso con nastro nero) qualche cassetta audio contenente il meglio del peggio dei nostri sproloqui familiari. Grazie ancora a tutti!

PS: Per le cassette "Doppi sensi facili per tutti" e "Sproloqui in rima con il calendario di Frate Indovino" potete girare un versamento di 200 euro sul mio conto corrente bancario, riceverete all'indirizzo specificato quanto richiesto, unitamente ad un simpatico gadget.