Ci prendiamo (e vi prendiamo) cinque minuti del nostro (vostro) tempo per farvi gli immancabili auguri di buon Natale, lettori, da parte dello staff di PlayStationBit. Non ci dilungheremo più di tanto perché l’unica cosa che conta, in una giornata del genere, è semplicemente augurarvi serenità e felicità – motivo per cui almeno per oggi news, recensioni, rubriche, anteprime e nuove guide vanno a farsi benedire. I nostri auguri più sentiti, comunque, vanno come da tradizione, almeno per quel che ci riguarda, a chi soffre, a chi è malato o a chi si sente più solo. Speriamo per voi, con tutto il cuore, che le cose possano cambiare al più presto. Natale non è solo un giorno di felicità, spensieratezza e quant’altro, ma anche momento di riflessione, motivo per cui, tratto direttamente dal nostro “bar” del forum, vi lasciamo ad un breve racconto, riferito a quanto capitatogli, del nostro utente Aenigma, che ci ha particolarmente colpito anche per via del clima festivo che aleggia in questo periodo. Buona lettura, e ancora auguri di buon Natale. Strada provinciale, tutti dall’altra corsia scartano di lato… Ho già capito, ma non voglio averne la certezza… E poi…lui è lì, a terra, esanime eppure discreto ed elegante nella sua muta sofferenza… Fermo la macchina a lato della carreggiata, scendo immediatamente e fermo il traffico in entrambe le direzioni… Comincio a piangere, le lacrime mi rigano subito il volto e mi chino su di lui… Lo accarezzo lentamente, ha ancora un po’ di calore nel corpo, ma non reagisce al mio contatto… Gli parlo e mi piego per sussurrargli qualcosa, mentre le macchine stanno in silenzio… Mi rialzo e con delicatezza sollevo quel corpo morbido e delicato, tenendo la sua piccola testa affinchè non resti sospesa… Sul pratone, a fianco della provinciale, c’è un piccolo avvallamento naturale, quasi una buca, ed è lì che trova riparo il mio amico mentre il caldo sole invernale scalda il suo corpo, mentre lui torna a Gaia… Sono in ginocchio, sto piangendo e non voglio lasciarlo più… Oggi lui non tornerà più a casa sua, oggi i suoi amici non lo vedranno rientrare a casa mentre miagola felicemente di essere ancora al caldo… Oggi, ancora una volta, un piccolo pezzo della mia anima si è rotto e metto da parte i cocci… Il telefono suona, devo prendere il telefono e solo ora mi accorgo di avere sangue sulle mani e la divisa… Pulisco una mano, rispondo, sono i miei colleghi: “Antonio, dove cazzo sei? Sei in ritardo!” La mia voce esce senza che io pensi: “Sto salutando un amico…arrivo…” Dedicato a tutti coloro che ogni tanto non tornano più, a tutti quelli che aspettano (o come me hanno aspettato in passato) e sperano, senza arrendersi alla realtà…

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